Ci siamo quasi/Prendimi la mano

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C'era un'unica cosa al mondo peggiore di un sabato sera speso a portare piatti intrisi di salsa barbeque in lungo e in largo per tutto il South BBQ, ed era portare quei dannatissimi piatti per tutto il dannatissimo sabato sera con Tommy seduto al bancone sullo sgabello più vicino alla finestrella di Little Dough. L'unica speranza di Gina era che la domenica arrivasse anche quella volta. Nonostante fosse piuttosto sicura della sequenza dei giorni della settimana, al momento dubitava che la domenica esistesse.

Il problema non era Tommy, di per sé. Il problema era Tommy al South BBQ. A parte lo stronzetto che le aveva allungato le mani addosso la sera prima, Gina combatteva in continuazione con clienti che le strizzavano l'occhio, le proponevano un drink, le chiedevano se avesse le tette rifatte o meno, le promettevano giri in barca, eccetera eccetera eccetera. Lei non faceva fatica a mandare tutti al diavolo e a girare i tacchi, ma Tommy avrebbe distrutto il locale. Perché Tommy non era bello, non era prestante, non era ricco, e tutto sommato non era nemmeno simpatico, e soprattutto era consapevole di non essere alcuna di queste cose, il che lo rendeva piuttosto incazzato, di base.

Sarebbe stato così facile se lo stronzetto della sera prima non avesse deciso di spendere quel cazzo di sabato al South BBQ. Tra tutti i locali schifosi di Newark doveva proprio tornare lì a rompere i coglioni? La risposta a Gina appariva piuttosto chiara. Era un fottutissimo

Lei avrebbe persino potuto gestire la cosa con estrema tranquillità se non ci fosse stata l'occhiata isterica di Little Dough dalla finestrella della cucina. Senza smettere di parlare con Tommy, Dough sgranò gli occhi, il che li rese piuttosto piccoli al centro di quella gigantesca faccia nera che si ritrovava.

<<Sai, Tom, dovresti davvero provare da Macy's. Ho sentito dire che assumono solo donne, ma potresti provare lo stesso...>>

<<Ah si? E come ci provo, mi presento al colloquio con un vestito? E poi cazzo, non chiamarmi Tom, mi fa sentire vecchio>>

Little Dough non avrebbe mai potuto far parte di una banda di rapinatori. Se avesse dovuto distrarre una vittima con qualche chiacchiera, avrebbe fatto finire tutti in galera al primo tentativo di colpo. Fece del suo meglio, ma Tommy era uno sveglio; e quando lo stronzetto salutò Gina a voce alta chiamandola bambola o qualche altra cosa del genere, Tommy lanciò un'occhiata dritta e pungente lungo la diagonale del South BBQ. 

 <<Stavo pensando che potremmo riprendere la conversazione dell'altra sera, piccola>>

Piccola, bambola, tesoro. Gina avrebbe preso a calci nelle palle tutti quelli che non si prendevano la briga di chiederle come diavolo si chiamasse. 

<<Quale conversazione, quella dove ti mandavo a fare in culo?>>

Quella risposta non era una buona idea, Gina ne era più o meno certa; ma dato che sopportava tutto nella vita, si sentì in qualche modo esonerata dal sopportare anche quella ridicola imitazione di uomo che tentava un approccio di natura sessuale con lei. A pensarci, credeva che in fin dei conti la sua risposta fosse fin troppo gentile. 

<<Sei solo una puttanella che porta hamburger...>>

Le gambe dello sgabello raschiarono il pavimento. Little Dough avrebbe dovuto metterci sotto dei feltrini nuovi, quelli che c'erano erano logori e piuttosto inutili. <<Tom, lo vuoi un panino?>>

Tommy senza spostare la rotta del suo sguardo da quella diagonale prese a muovere anche i piedi in quella direzione. <<No, non lo voglio un panino>>

<<Tom, aspetta...>>

<<Cazzo, Dough! Non chiamarmi Tom!>>

Gina fece una cosa per il bene dell'umanità: finse di non aver sentito quella storia della puttanella che porta hamburger. E senza sapere bene perché, fece anche una cosa per lo stronzetto del sabato sera: andò incontro a Tommy e lo fermò a metà strada. <<Chi è quello?>>

<<Un imbecille. Lascialo stare>>

Gli imbecilli che davano della puttanella che porta hamburger alla sua donna, erano per Tommy qualcosa di simile al rosso per il toro della corrida. Gina per il bene dell'umanità poteva pure fingere di non sentire quei topi del Passaic, lui invece per il bene dell'umanità doveva trasformare i soggetti in questione in un sacco da boxe. 

In qualche modo lo stronzetto gli lesse negli occhi quel progetto. <<Hai qualche problema?>>

Oh, Tommy ne aveva una sflza, di problemi. La sua lista era talmente lunga che non gli sarebbe bastata tutta la notte e nemmeno tutto il giorno dopo per sviscerarla. Non aveva un lavoro. Non aveva i soldi per pagare l'affitto. Non aveva i soldi per mantenere la Chevy del suo vecchio. Non aveva una cazzo di prospettiva che non fosse marcire per il resto della vita sul Passaic a vedere le navi scaricare conteiner e a rimpiangere quel merdosissimo lavoro al porto. Porca puttana, non voleva rimpiangere una cosa che aveva odiato e che odiava ancora. Gli sembrava assurdo. 

<<Sì, ho un problema, stronzo>>

Si lanciò su quel tizio come se fosse il responsabile della crisi economica, dell'inquinamento globale, del buco dell'ozono, della fame nel mondo e della piaga dei bambini soldato. Little Dough uscì dalla cucina brandendo la paletta con cui girava gli hamburger sulla piastra in una mano e il coltello per affettare i pomodori nell'altra. Sotto la minaccia del coltello lo stronzetto smise di rispondere ai pugni di Tommy, ma Tommy era talmente cretino che si sarebbe preso le coltellate piuttosto che fermarsi. Dough perciò lo colpì in testa con la paletta, e un colpo di Dough era pressoché equivalente a un colpo di Joe DiMaggio. Tommy barcollò e alla fine lasciò la presa.

Dough lo buttò fuori dal locale prima che potesse rimettersi completamente dritto sulle gambe. Lui non rientò, si mise a sputare dentro il Passaic e sputò per ore, finché Gina non finì il turno. Sputò di spalle, tanto per non vedere lo stronzetto uscire dal South BBQ. 

<<Dough mi ha dato un anticipo. Manca ancora qualcosa per l'affitto di questo mese ma... ci siamo quasi>>

Tommy non riuscì a togliere gli occhi dall'acqua grigia del Passaic. Lo odiava quel fiume. Odiava il fiume, odiava il porto, odiava il South BBQ, odiava Newark, odiava il New Jersey, odiava l'America, odiava il mondo, odiava l'universo intero.

Gina gli si affiancò, guardarono insieme il buio opaco avvolgere la riva, e respirarono. Puzza di fogna, Tommy la sentiva anche se il porto era piuttosto lontano. 

<<Prendimi la mano>>

Gina gli prese la mano. E pregarono così, palmo dell'uno, palmo dell'altra, una preghiera mai vista né sentita prima. Una preghiera a cui si appessero come trapezisti in un numero senza rete. 

Tommy+GinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora