Capitolo 30

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Una nuova alleanza

Non sapendo cosa fare, per il resto della giornata, restammo nella casetta sperduta; Alex restò all'interno per cercare di riposarsi e prepararsi mentalmente all'imminente incontro con il gruppo di ribelli, sperando che si presentassero e che il ragazzo non ci avesse tirato qualche brutto scherzo.

In ogni caso, saremmo stati pronti.

Io ero rimasto all'esterno, girando per la foresta attorno, cercando di capire in quale punto esatto si trovasse.

Mi arrampicai fino alla cima di un albero e vidi qualcosa di unico e meraviglioso: il sole che iniziava la sua discesa dietro la fitta foresta che si estendeva dinnanzi a me.

La foresta, di per sé, era immensa; gli alberi, man mano che si proseguiva verso l'interno, si facevano più cupi e fitti.

Girando la testa per guardarmi meglio attorno e cercare di individuare un punto che potesse essermi famigliare, notai una piccola zona dove un grande albero era situato al centro e gli alberi che lo circondavano erano distaccati da esso, come se ci fosse una piccola radura.

Ipotizzai potesse essere la zona dove solitamente andavo a rigenerarmi ma mi dovetti ricredere quando non vidi nessuna pozza d'acqua, cercai dunque di avvicinarmi il più possibile, saltando su un altro albero, ma senza allontanarmi troppo da Alex. Non volevo lasciarlo solo anche se in quel piccolo rifugio ci saremmo potuti definire al sicuro, per il momento.

Notai alla fine, in mezzo alla neve, una piccola casetta ai piedi dell'albero che mi pareva famigliare ma da quella distanza non riuscivo a scorgere bene ogni dettaglio, senza contare che mi trovavo anche parecchio in alto.

Qualcosa, poi ad un tratto, attirò la mia attenzione: la porticina della casetta era aperta ed una figura con un lungo mantello bianco, come la neve che circondava ogni cosa nella foresta, uscire confondendosi  perfettamente con la vegetazione circostante. L'enorme cappuccio ben sistemato sulla nuca mi impediva di scorgere anche solo una piccola porzione di viso per capire se era una donna o un uomo.

Da sotto il mantello, potevo scorgere un abbigliamento completamente nero, senza dettagli particolari, senza nulla che potesse rivelarmi di chi potesse trattarsi, e degli stivali pesanti color nocciola. Non aveva altro con se di particolarmente visibile.

Rimasi a guardare la figura che si allontanava, lentamente, verso l'interno del bosco, mentre il sole spariva all'orizzonte.

Alla fine pensai che fosse una persona del tutto irrilevante e che non poteva costituire un pericolo, così decisi di lasciar perdere; mi dovevo preparare per l'imminente arrivo dei ribelli e non volevo farli aspettare.

Saltai giù dall'albero, l'altezza non costituiva un problema per me e, infatti, atterrai in piedi come se nulla fosse.

***

Raggiunsi in fretta Alex, che era appena uscito per controllare dove fossi andato a finire.

"Hai trovato qualcosa di interessante?" mi chiese, sapendo dove voleva andare a parare.

Gli mostrai un leprotto dal quale avevo bevuto più sangue possibile per cercare di mantenere la calma e non saltare addosso a nessuno, dato che da lì a poche ore, sarei stato nella stessa stanza con più di una dozzina di esseri umani. Nonostante avevo già provveduto ad un pasto più consistente qualche giorno prima, preferivo non correre rischi.

"Oh bene, hai trovato del cibo" mi disse e, dopo avermelo preso dalle mani, lo portò verso un piccolo falò che aveva acceso per cucinarlo.

Lo guardai con sguardo di rimprovero e lui parve capire immediatamente.

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