Capitolo 19

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Imparare a controllarsi

"Quello che io ho imparato nei secoli, tu devi impararlo in mesi" mi disse lei.

Erano passati due giorni dalla promessa che mi aveva fatto e aveva deciso di aiutarmi a capire come controllare i miei istinti e la mia sete di sangue quando sarei stato al cospetto di Emily e degli altri miei amici.

Il giorno prima avevo confessato ad Ottavia quello che mi era successo nella foresta durante una delle mie prime cacce in completa solitudine e le avevo anche detto che, ogni tanto, mi nutrivo di sangue umano.

Mi ero sentito un verme a tenerglielo nascosto e mi ero sentito anche peggio quando le avevo confessato la verità, ma dopo tutto quello che aveva fatto per me, glielo dovevo.

Lei non mi disse nulla, anzi fu quello che fece subito dopo che mi obbligò a raccogliere tutte le mie forze ed evitare di fare qualcosa di cui poi mi sarei pentito dopo, come avevo fatto il giorno prima.

Ero a testa china, in piedi di fronte a lei, all'improvviso sentì la sua morbida e piccola mano sulla mia guancia destra, mi obbligò a guardarla in viso ed io per poco, non cedetti alla tentazione di fare qualcosa che andava oltre il semplice bacio sulla fronte o la semplice carezza.

"Va tutto bene, quello che hai fatto è qualcosa di orribile certo, ma purtroppo è accaduto e non si può più far nulla; per il resto, quella è una tua libera scelta, non voglio importi le mie regole perchè sarebbe sbagliato. Col tempo imparerai a conoscere i tuoi limiti, fin dove sarà giusto arrivare e dove si troverà il punto che separa il tuo istinto dalla tua crudeltà. Col tempo, ti imporrai tu stesso delle leggi da rispettare. Adesso è importante che ti concentri sul presente e sulla missione che ti attende" mi aveva detto.

Le sue parole mi avevano dato una spinta emotiva a scoprire di più il mio essere immortale piuttosto che soffermarmi sulla sola forza fisica.

Sapevo che aveva ragione e che quindi avrei fatto tutto ciò che era necessario per portare a termine la mia missione.

Mi aveva anche avvisato che era soprattutto colpa del sangue umano, presente in maggiore quantità nel mio corpo dato che la mia forza era ancora aumentata. Ero da poco immortale quindi, il mio sangue doveva ancora unirsi del tutto a quello di Ottavia e nel frattempo, mi avrebbe dato più forza, velocità e resistenza, ma il mio istinto ne risentiva.

Pareva un controsenso: se bevevo sangue animale la mia forza era sempre la stessa ma il mio istinto era attenuato; al contrario, se bevevo quello umano, il mio istinto selvaggio prendeva la meglio.

Quella mattina, non so cosa fosse cambiato in lei ma la vedevo più determinata che mai e più motivata ad insegnarmi come riuscire a mantenere il controllo sul mio istinto, il più velocemente possibile.

All'inizio credetti fosse per la conversazione avuta il giorno prima, quando le avevo accennato del ragazzo che avevo barbaramente ucciso nella foresta, non essendo riuscito a fermarmi in tempo, ma più mi metteva pressione ad istigarmi ad attaccare un povero animale ferito più avevo la sensazione che volesse chiudere la faccenda di Vivian al più presto possibile.

Io ero impegnato a lottare contro tutti i miei sensi per evitare di prendere quel piccolo animaletto e bere tutto il suo sangue quando vidi Ottavia sorridere.

Più la guardavo più capivo che c'era qualcosa che non mi voleva dire; in più mi dava sui nervi il fatto che lei sembrasse così tranquilla e a suo agio e che la vista del sangue del riccio che aveva catturato e ferito lei stessa, non le procurava nessuna reazione.

Non faceva nessuna fatica a resistere e per questo la invidiavo!

Forse dopo secoli sarei riuscito anche io a fare così ma io non avevo a disposizione tutto quel tempo! Dovevo farcela.

L'Immortale e L'umanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora