Capitolo 07

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L'eremita della foresta


Corsi più in fretta che potei, ma iniziavo ad essere stanco. Mi sarei tanto voluto fermare ma finchè avevo quelli alle costole, non me lo sarei mai potuto permettere.

Mi voltai alle spalle e non vidi nessuno, quindi decisi che una sosta me la potevo anche permettere, dopotutto. Avevo passato tutto il tempo a correre senza sapere che direzione avevo intrapreso, ma ormai non mi importava più. Ci avrei pensato più tardi a capire dove mi trovassi. Anche se non mi ero mai addentrato nella foresta così in profondità, avevo comunque il mio buon senso dell'orientamento, sempre ammesso che lì mi sarebbe servito a qualcosa.

Mi accovacciai dietro ad un albero per sicurezza e presi fiato senza farmi sentire. La neve e la vegetazione mi avrebbero aiutato a nascondermi meglio. Sperai che sarebbe potuto bastare, ma concretizzai che ero nel loro territorio e conoscevano quella fitta boscaglia meglio di me; mi avrebbero trovato di sicuro.

Devo trovare un'uscita, sperando che dall'altra parte non ci siano altre sorprese, dissi tra me e me.

In effetti, non avevo mai sentito nessuno venire dai paesi oltre la foresta; mai nessuno degli abitanti del mio villaggio, almeno, una volta partito, era mai più tornato.

Mi venne in mente, però, la giovane fanciulla avvistata pochi giorni prima e la cosa mi consolò. Se ce la faceva una ragazza, poteva attraversare quella pericolosa foresta chiunque, trovando il sentiero giusto.

Nonostante avessi desiderato visitare e scoprire cosa c'era dall'altra parte della foresta che confinava per metà col mio paese, sapevo che non era certo quello il momento più opportuno ed il modo in  cui avrei voluto scoprirlo.

Sentì all'improvviso un buco allo stomaco e pensai che era dal giorno prima che non toccavo ne cibo ne acqua, così decisi, sempre prestando attenzione, di cercare qualcosa da mettere sotto i denti.

A dire il vero non sapevo molto di sopravvivenza, ma avevo letto molto a proposito.

Pensavo continuamente alla ragazza che avevo visto solo il giorno prima, chissà se l'avrei rivista in quel luogo desolato, chissà se mi avrebbe aiutato. Di certo lei sapeva come cavarsela, senza incontrare quei brutti ceffi che avevo dietro di me. Da quando ero entrato nella foresta, il mio pensiero fisso era riuscire a trovarla per chiedere aiuto.

Vagai per un po' fino a che non sentì il rumore dell'acqua: magari lì vicino c'è un ruscello, o qualcosa di simile. Decisi si seguire il rumore dell'acqua per vedere fin dove mi avrebbe condotto.

Percorsi un bel pezzo a piedi, ma la vista che mi si parò davanti mi ridestò quasi del tutto: altro che ruscello, c'era un immensa pozza d'acqua cristallina, mi avvicinai e il rumore che avevo sentito era quello di un ruscelletto che si gettava nella pozza d'acqua in parte congelata per via del freddo, ma ero contento che dell'acqua era ancora nella sua forma.

Mi avvicinai al ruscelletto e bevvi bei sorsi d'acqua con avidità. Era molto fredda, ma non mi importava, anche se non trovavo cibo solido, avevo trovato acqua buona e fresca.

Ad un tratto, sentì delle voci alle mie spalle, in fretta e furia, cancellai le mie impronte rendendole indistinguibili e salì sul primo albero che mi capitò.

Menomale che riuscì ad arrampicarmi in fretta, perchè da dove ero arrivato io, giunsero cinque uomini, evidentemente erano quelli che mi seguivano.

Non avrei mai creduto che non li avevo distanziati poi così tanto e averli proprio sotto di me, mi faceva battere forte il cuore per la paura che mi trovassero. Mi sentivo proprio come una preda impaurita.

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