18. 01:10 a.m

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N.a Bonjour, miei tesori! Eccovi un nuovo capitolo...lo so mancano poche ore ma non ho resistito ahaha in questo capitolo cui c'è un pò di tutto: flashback, lacrime e finale a sorpresa. Non vi faccio spoiler e vi annuncio che i capitoli usciranno: mercoledì e sabato. Amatemi perchè riesco ad aggiornare due volte a settimana ahaha. Vi ringrazio come sempre per i vostri like e per i vostri commenti, siete dolcissimi come sempre. Al prossimo mercoledì, un bacio

-Marti.

*

Quand'ero piccolo amavo imitare mio fratello. Dai miei otto anni ai dieci, eravamo diventati inseparabili. Mangiavamo insieme le stesse cose e dormivamo persino nello stesso letto. Desideravo una volta cresciuto, diventare come lui: grande

Perchè Edo aveva la capacità di sembrare invincibile ai miei occhi, come se nulla potesse scalfirlo o cambiarlo.

Eppure mi sbagliavo, perché qualcosa lo cambiò. Nell'estate dei miei undici anni, quando mio fratello era al primo gradino dell'adolescenza nella pienezza dei suoi quattordici, un giorno le cose presero un altra piega. A Grottavecchia era da poco finita la scuola e noi sedevamo su un muretto sbreccato, lungo la strada che portava verso i campi. Era mezzogiorno e  il sole ci batteva in testa. Lasciavamo cadere le gambe a penzoloni dal muretto, guardando la polvere marroncina che si alzava dal terreno. Edo, dopo una mezz'ora sotto il caldo del sole di giugno, aveva avuto l'idea di andare alla Pineta, perchè probabilmente il suo gruppo si trovava lì. Ma dei suoi amici non c'era nessuno. 

Decidemmo allora, di stenderci nell'erba a non fare nulla. Faceva troppo caldo per giocare e volevamo entrambi tornare a casa, ma nessuno dei due aveva il coraggio di dirlo all'altro.

All'improvviso dal fondo della piazza, sbucarono due figure affiancate. Strizzai gli occhi per vederle meglio e capii che si trattava di due ragazze.

Una era grande, ancor di più di Edo, forse aveva diciotto anni. Aveva i capelli castani, la pelle abbronzata, messa gran parte in evidenza da un top minuscolo che le lasciava scoperta la pancia piatta e dei pantaloncini corti, che le coprivano a mala pena l'inguine. 

L'altra era più piccola, una sedicenne con una criniera di capelli rosso fuoco e un vestito estivo che le scopriva le gambe lunghe, arrivandole fin quasi alle mutande.

Le guardammo sorpresi perchè non avevamo mai visto due femmine alla Pineta. Quelli che la frequentavano, erano tutti i maschi e ci andavano per fumare, scambiare le figurine o giocare a pallone. 

Ma l'espressione che aveva mio fratello era diversa dalla mia: era pensieroso, le sopracciglia scure che quasi si univano nella concentrazione e gli occhi stretti e.... desiderosi.

«Chi sono quelle?» mi domandò «Le hai mai viste?»

«No, mai» mormorai, strizzando gli occhi per tagliare fuori il sole e guardarle meglio.

Lui deglutì rumorosamente e commentò «Guarda come sono vestite, Leo, si vede tutto. Appena passano scommetto che a quella con il vestitino le si vedono le mutande, tu che dici?»

Scrollai le spalle, non risposi. In silenzio le guardammo passare. 

Le due ragazze non erano belle, anzi erano piuttosto bruttine. Ma sembravano più grandi della loro età, sembravano già adulte, tutto il loro corpo lo sembrava, come lo muovevano, ondeggiando i fianchi e tirando fuori il petto.

E quando ci superarono, scoprimmo che Edoardo aveva ragione, le si vedevano le mutande.

«Hai visto?» sussurrò mio fratello, sbirciandole il sedere. Le mutande erano di un rosa sbiadito. In quel momento, come se ci avessero sentito, le ragazze si voltarono. Guardarono me senza particolare interesse, e poi si fissarono su Edo, sorridendogli.

La misura di tutte le cose - Vol. IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora