Di nascosto

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Dal primo dell'anno passarono svariate settimane, tutte più o meno tranquille. Il legame tra Silva e i suoi amici si rafforzava giorno per giorno, e lentamente la ragazza sembrava cambiare. Più allegra con i due Serpeverde a lei vicini ma sempre acida e provocatoria, talvolta evasiva, nei momenti in cui Draco o quella serpe di Larissa si facevano avanti. Sapeva chi e cosa doveva proteggere.

Intanto Severus aveva cercato un modo per ottere le informazioni che gli servivano e c'era da aspettare... questione di giorni, dicevano. Ma in realtà sapeva che quei giorni avrebbero potuto contare anche come settimane, se non mesi. Dopotutto, non si può rivelare la propria vera identità tanto facilmente, e ad un proprio collega, per di più. Non gli restava che aspettare. Ma più aspettava, più si sentiva affondare nel miele che era il suo rapporto con Silva.

Nei momenti in cui era con lei si sentiva felice, sereno... dimenticava chi era e ricordava chi era stato. Ma dalla dolcezza da cui veniva invaso, sentiva di starvi lentamente affogando dentro. Sapere che prima o poi avrebbe dovuto separarsi da lei gli mozzava il respiro. A volte sorprendeva Silva con lo sguardo perso sulle nuvole, con la matita stretta in mano e in attesa di comandi... ma leggeva chiaramente che, in quelle perle color ghiaccio, c'era la sua stessa identica inquietudine. Era qualcosa di cui dovevano parlare... ma il doverlo fare probabilmente faceva temere ad entrambi di spaventare l'altro.

Fu una sera di fine gennaio, a rende le cose più complesse del dovuto. Severus aveva appena ottenuto l'informazione che aveva richiesto... e come temeva, la sua ipotesi era corretta. Non c'era tempo da perdere.

[ • • • ]

Dopo cena, Silva si trovava seduta al suo solito posto, in sala grande, davanti a Literius e con al suo fianco Valery. Era come suo solito china a disegnare, stavolta però non erano nuvole. O meglio, stava cercando di disegnare un angolo della sala in "stile nuvola". Un'impresa ardua, ma che la divertiva, stranamente. Literius invece, giocava a scacchi con Valery la quale non faceva altro che perdere dopo le prime dieci mosse. Ma la rossa, cocciuta e determinata com'era, non si arrendeva e voleva sempre la rivincita, e a Literius non dispiaceva affatto. Severus li osservava da lontano, ma la sua attenzione era più concentrata su Silva e il suo quaderno. Ciò che aveva saputo al riguardo lo preoccupava infinitamente, quell'oggetto era pericoloso. L'uomo in nero si alzò dal suo tavolo e con il portamento che non l'abbandonava mai, si diresse fuori dalla sala, passando alle spalle di Silva. Era l'unica ombra che la ragazza riusciva a distinguere da tutte le altre, come se se emanasse una strana energia che solo lei riusciva a percepire. Nell'attimo in cui l'uomo le passò dietro, sentì uno strano movimento su di lei... e d'istinto portò la mano verso la fonte di quella percezione: la sua tasca. Sentì che conteneva qualcosa che prima non c'era... un foglietto? Aspettò che l'uomo si allontanasse e che non ci fossero occhi indiscreti puntati su di lei per sfilarsi dalla tasca quel pezzetto di carta. Lo sistemò poco sotto il suo quaderno in modo da poterlo leggere.

"Dobbiamo parlare, da soli.
Incontriamoci tra un'ora alla torre dell'orologio.
E non preoccuparti per i Dissennatori,
ci sono io."

Il foglietto non era firmato, ovviamente, ma la calligrafia era inconfondibile: era del professor Piton. Sul volto della ragazzina nacque un sorriso dalle guance arrossate. Che cosa avrà mai da dirle sulla torre dell'orologio da soli? Il "dobbiamo parlare" però le metteva una strana sensazione addosso... come se fosse qualcosa di cui preoccuparsi. Qualunque fosse la motivazione, ci sarebbe andata. 

"Tutto bene Silva?" - la voce di Literius fece tornare Dilva alla realtà, e rivolse i suoi occhi color ghiaccio ai due compagni che la guardavano curiosi.

Valery notò il colorito che era apparso sulle guance dell'amica e lo collegò al professore che le era passato dietro qualche minuti prima - "Ci è sfuggito qualcosa?" - domandò trattenendo una smorfietta sorridente.

"Ma che vai dicendo?..." - biascicò Silva col sorriso che si faceva più imbarazzato, voltando pagina sul suo quaderno per nascondere con quel movimento il pezzetto di carta sotto le pagine.

La reazione fece solo sorridere gli altri due, ed insospettire tutti quelli che per puro caso stavano ascoltando il loro breve discorso (quei due impiccioni di Draco e Larissa...). Non appena si sentì meno al centro dell'attenzione, gli occhi ghiacciati della ragazza si posarono sul grande orologio presente in sala: considerato che il professore era uscito dalla sala una quindicina di minuti prima, le toccava aspettare altri tre quarti d'ora prima di alzarsi e raggiungere la torre. Nel frattempo doveva trovare una scusa che tenesse i suoi amici lontano, o l'avrebbero seguita, e questo avrebbe tradito gli ordini di Severus.

Le lancette girarono veloci e non appena arrivò il momento, Silva accartocciò impercettibilmente il foglietto nella sua mano, chiuse il suo quaderno e si alzò dal lungo bancone che si stava già svuotando di suo, dato l'orario - "Ragazzi, io vado un attimo in biblioteca... ho dimenticato un libro e vorrei andare a riprenderlo prima che lo trovi qualcuno...".

Una scusa scontata, ma pur sempre una scusa.

Valery non ebbe problemi con la cosa, e le rispose - "Ti aspettiamo direttamente ai dormitori allora?".

"Tra poco ce ne andremo anche noi" - aggiunse Literius dopo essersi guardato attorno. La sala si stava lentamente sfollando.

"Va bene... ci vediamo lì allora. A dopo!" - portò il quaderno al petto e lo strinse forte dopo aver sventolato la mano agli altri due, e si avviò fuori dalla sala.























Due paia di occhi ostinati rimasero puntati sulla ragazza per tutto il tempo... si scambiarono un'occhiata furba, e si alzarono all'unisono.

Harry Potter ||Shiverspine||Where stories live. Discover now