Chapter One

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Era devastata. Sentiva ogni pezzo del suo cuore cadere e non sapeva cosa fare per non soffrire così tanto come continuava a fare.

Sentiva costantemente un macigno sul petto che le impediva di andare avanti con la sua routine e che la spingeva a passare ogni secondo delle sue giornate chiusa in camera sua a piangere in maniera disperata. Si sentiva talmente vuota da non riuscire a parlare dei suoi sentimenti con nessuno, forse non erano nemmeno chiari a se stessa. Nonostante questo periodo difficile, cercava in ogni modo di rimanere collegata con il mondo per potersi dedicare alla musica, la sua grande passione.

Aveva provato varie volte a prendere il suo fidato quadernino, dove scriveva i testi delle sue canzoni nella speranza di sentirsi meglio ma la pagina bianca sembrava essere un ostacolo insormontabile . Scrivere era sempre stato un qualcosa di catartico per lei. Apprezzava quell'arte in ogni sua sfumatura e credeva potesse essere utile anche nei momenti più difficili ma questa volta la delusione era troppo grande ed il dolore era troppo intenso per poter essere espresso a parole.

Dalla mattina alla sera, la sua mente veniva percossa da svariate domande a cui non riusciva a trovare risposta e questa cosa riusciva a consumarla in un modo atroce. Aveva provato a distrarsi in qualsiasi modo ma era stato tutto vano. Sua madre riteneva fosse troppo presto per mettere da parte tutto. ''Conosco mia figlia'' la sentì dire una volta. ''Quando sarà pronta ad andare avanti e a rialzarsi lo farà come se nessuno l'avesse mai abbattuta.'' E questo le sembrò una cosa molto tenera ma anche abbastanza assurda perché ormai era passata una settimana da quando aveva pronunciato quelle parole e la situazione sembrava essere peggiorata.

Sette giorni.

Erano passati sette giorni da quando aveva parlato con la causa del suo dolore per l'ultima volta, ma a Camila sembravano anni. In quella relazione aveva messo tutta se stessa, si era fidata di ogni singola parola pronunciata dalla ragazza dagli occhi di smeraldo, quegli occhi che lei tanto amava e avrebbe seguito fino alla fine dei suoi giorni.

Lauren per lei aveva rappresentato tante prime volte. Il suo primo bacio, il primo appuntamento, la prima relazione stabile. Era una persona molto importante nella sua vita, lo era stata dal primo momento in cui si erano viste e non poteva credere a come quella storia fosse diventata tossica per lei. Quattro anni prima, quando si erano ufficialmente fidanzate, non l'avrebbe mai detto. Lauren pochi mesi prima dalla loro ultima discussione sembrava essere cambiata molto iniziando a temere l'opinione che gli altri potevano farsi sulla sua sessualità, diventando, in certi casi, estremamente paranoica.

Mentre stava cercando di far un po' di ordine in camera sua e nella sua testa, trovò una foto che avrebbe preferito non trovare. Non dovette forzare troppo la memoria per ricordare dove fu scattata. Si trovavano in un hotel, a Parigi. Dallo sfondo riuscì a riconoscere il meraviglioso panorama che coronava una serata perfetta. Lauren la stringeva a sé con forza, aveva un sorriso gigantesco stampato sul volto ed i suoi occhi brillavano mentre guardava la persona che più amava al mondo. Camila, invece, si faceva stringere perché solo tra le braccia della sua ragazza riusciva a sentirsi al sicuro. Il suo sguardo era rivolto verso il pavimento ed era leggermente rossa in viso perché quando Lauren la guardava in quel modo arrossiva sempre come se l'avesse guardata così intensamente per la prima volta.

Lasciò il suo sguardo indugiare su ogni particolare di quella foto che era leggermente sbiadita e per un istante desiderò che tutto ritornasse come prima. Voleva ritornare fra quelle braccia e sentirsi amata come si sentiva prima di tutto quel casino che s era creato.

Riuscì a ritornare alla realtà solo grazie alla porta che si spalancò di colpo lasciando entrare una Dinah abbastanza sconvolta. ''Dinah!'' esclamò portandosi una mano al petto. ''Che ci fai qui?'' chiese squadrandola da capo a piedi con fare confuso e preoccupato allo stesso tempo. ''Mi ha fatto passare tua madre...'' cercò di spiegare ma fu interrotta da una Camila piuttosto stupita e delusa. ''Mia madre!?'' spalancò bene gli occhi perché aveva categoricamente detto a sua madre di non voler vedere nessuno.. ''Si, non prendertela con lei, ho insistito io per vederti.'' Spiegò gesticolando, cosa che faceva quando era molto nervosa. ''Abbiamo un problema'' sentenziò guardando la sua amica dritto negli occhi. ''Quindi Lauren già ti ha detto tutto...'' pronunciò sentendo un nodo stringerle la gola ''Si ma non sto parlando di quello. Sto parlando di Mani Bear, degli insulti e della nonna che piange su Skype. Camila ho il cuore in frantumi, non so cosa fare!'' la situazione stava velocemente degenerando. Dinah tremava e sembrava sull'orlo di una crisi di pianto isterica. Camila, dal suo canto, non era riuscita a capirci molto, così decise di mettere da parte i suoi problemi e concentrarsi su ciò che la sua migliore amica le aveva appena detto cercando di farla calmare. ''Ok, siedi e calmati un secondo Dinah Jane'' disse prendendola per un braccio. Dinah si lasciò guidare accanto al letto cercando di darsi una calmata perché altrimenti non sarebbe riuscita a spiegare tutto alla sua amica senza fare confusione con le parole. ''Camila io e te dobbiamo partire'' la cubana rispose a quest'affermazione con un mezzo sorrisetto. ''Lo so Dinah, il mio contratto è ancora valido, non temere non scapperò'' disse poi, alludendo allo spettacolo che le Fifth Harmony avevano a Barcellona solo qualche giorno dopo. ''No, aspetta lasciami finire!'' esclamò poi dandole un leggero colpo sulla mano. ''Normani è già arrivata a Barcellona e noi dobbiamo raggiungerla, Mila.'' Disse con voce sommessa, sembrava quasi un sussurro. ''Cos'ha Normani, sta male?'' chiese poi Camila iniziando a preoccuparsi. ''No, sta malissimo. Da quanto tempo non apri i social?'' chiese ingenuamente. Subito dopo scosse la testa come se questo servisse a cancellare la domanda appena fatta. ''Cosa hanno detto a Normani?'' Dinah prese il cellulare mostrandole alcuni titoli che riportavano fuori contesto una frase detta dalla loro amica durante un'intervista e commenti della gente contenenti insulti molto forti verso di lei. La cubana, dopo qualche twit decide di interrompere la lettura e dovette trattenersi perché altrimenti avrebbe ricominciato a piangere sicuramente. ''Ma è orribile'' commentò solo qualche secondo dopo aver visto Dinah riporre il cellulare. ''Dobbiamo andare da lei Mila, so che non è un buon momento ma...'' ''Partiamo subito, Normani è più importante di tutto quello che mi succede'' disse senza nemmeno pensarci sopra.

La Spagna le apportava alla mente tantissimi ricordi. Era un posto che lei amava perché li poteva sfoggiare il suo bilinguismo, infatti, amava comunicare con i fan solo ed esclusivamente in spagnolo. Era molto attratta anche dalla cultura spagnola in generale e da tutto ciò che essa potesse offrire. Ovviamente, fra i suoi ricordi c'era anche lei.

Fu proprio in Spagna che Lauren le aprì il suo cuore e le propose di diventare ufficialmente la sua ragazza.

Erano in giro per il paese per la promozione del loro album, Reflection, e non potevano essere più emozionate. Essendo la loro prima volta in quel posto, ogni giorno avevano interviste su interviste e la loro complicità non era sfuggita nemmeno a tutti gli intervistatori che avevano incontrato e che non vedevano l'ora di alludere, anche se in maniera molto discreta alla loro relazione speciale e loro non potevano fare a meno di non nascondere questa cosa agli altri. Non smettevano un secondo di lanciarsi occhiate dolci, di scambiarsi sguardi complici e di stare il più vicine possibile. Dopo l'ennesima intervista, le due ragazze decisero di andare in giro per Barcellona di notte. Camila in quell'oscurità si sentiva davvero comoda. La notte le era sempre stata amica e con Lauren accanto le cose non potevano far altro che migliorare. Stringerle la mano ed osservare il cielo stellato la faceva sentire isolata dal resto nel mondo e amava quella sensazione di libertà che solo quando guardava quegli occhi verdi, riusciva a provare.

Si fermarono in un piccolo parchetto. La mezzanotte doveva già essere scattata da un pezzo, l'unica luce che riuscivano a captare era quella della luna e alla cubana questa cosa piaceva da morire. ''Camila, devo dirti una cosa, una cosa troppo importante'' esordì la più grande prendendole una mano. ''Se mi chiami Camila mi spaventi!'' esclamò la cubana divertita, alludendo al simpatico nomignolo che solo lei aveva il diritto di usare. Lauren le sorrise e le strinse ancora di più le mani. ''E' da un po' che penso alla nostra relazione e mi sono resa conto che tu non sei la mia migliore amica.'' Nonostante la luce soffusa intorno a loro, riuscì a vedere gli occhi di Camila incupirsi. ''Sei molto di più. Per te provo cose che nemmeno per un ragazzo ho mai provato, Camz. Non voglio farla troppo lunga ma io ti amo Camila Cabello, ti amo davvero e...'' non riuscì a concludere il suo discorso perché Camila aveva preso il suo volto fra le mani e l'aveva baciata.

Era la prima volta che era lei quella a prendere l'iniziativa, era la prima volta che baciava una persona e non era sicura di aver fatto tutto giusto ma, in quel momento, non le importava più di niente perché Lauren le aveva detto cose che aspettava di sentirsi dire da settimane, se non mesi, ed era estremamente felice.

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 Salve a tutti!

Dopo un anno (o quasi) senza riuscire a trovare l'ispirazione per un storia a capitoli vera e propria, eccomi qui!

Sarò abbastanza altalenante nel postare i vari capitoli perché questa volta ho solo altri due capitoli pronti, ma il resto è tutto da articolare. Non so nemmeno io quali saranno le sorti di questa storia.

Detto questo, un bacio enorme!

Those Green Eyes  |Camila Cabello|Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu