Capitolo 79

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La mattinata trascorsa con Giuliano in studio é stata molto redditizia, non dal punto di vista tecnico ma emozionale.
Ho compreso che tutto quello che sto facendo ha un senso ancora più grande di me, e che sarà una lezione per la vita.
"Amore ti sei commossa" mi sussurra Riccardo abbracciandomi.
"Sono una persona sensibile" ribatto asciugandomi le lacrime con l'indice.
"Ragazzi ho fame" si lamenta Andreas.
"Ha ragione, lo spalleggia Federica, é ora di pranzo".
"Sono finito i biscotti che abbiamo cucinato con i figli di Elisa?" domanda Riccardo.
"Non mi diventare come lui" lo supplico con tono implorante.
"Non ti preoccupare amore" rispose schioccandomi un dolce bacio sulla fronte.
Ad essere sincera anche io avvertivo un senso di fame, era dal caffè nero con due biscotti integrali che non ingerivo niente.
Ci dirigemmo in casetta a passo svelto, ammirando il giardino appena potato all'inglese; nel pomeriggio avevo intenzione di piantare alcune viole con Federica, per lasciare un segno della nostra presenza in questa casetta.
"Ma cosa sono?" chiese Andreas incredulo.
Entrai in casetta e notai l'oggetto della sua incredulità: quattro cloche coperte disposte sul tavolo.
"A cosa serviranno mai?" domando avvicinandomi a quella dove era riposto il bigliettino con su scritto il mio nome.
"Prego ragazzi accomodatevi" esclama la voce di Maria facendoci sobbalzare.
"Con calma però che sono cardiopatico" annuncia Andreas facendoci scoppiare a ridere.
"Sotto quelle cloche non si cela altro che il vostro pranzo, ci tranquillizza Maria, Riccardo tu sei il primo a sollevare la cloche".
Il mio ragazzo scopre il contenuto della cloche, ed un sorriso nasce sulle sue labbra alla vista del Risotto Alla Milanese.
"A cosa associ questo piatto?" gli chiese Maria.
"Alla mamma. Lei é una cuoca eccezionale, ed il risotto alla milanese é uno dei suoi piatti forti. Ricordo che dato l'intolleranza di mio padre allo zafferano, lei non lo cucinava sempre, solo quando lui era fuori città per lavoro, ed ogni volta che lo preparava era festa in casa. Di solito dopo il risotto preparava anche l'ossobuco, ma ho sempre adorato maggiormente il risotto."
"Allora direi un pranzo eccezionale" esclama Maria.
Lanciai un'occhiata a Riccardo che la ricambio mandandomi un bacio volante.
"Tocca a te Andreas" annuncia Maria.
Andreas sollevò la cloche rivelando da un volatile ripieno a me non noto.
"Ci spieghi cosa hai trovato?" gli chiese Federica.
"Si chiama Galantina, ed é un piatto tipico della mia regione, preparato con una gallina disossata ed eviscerata, la cui pelle viene riempita con macinato di pollo e manzo, uova, pepe, formaggio, noce moscata e pistacchi.
L'involucro viene poi cucito, avvolto con dello spago per il contenimento e cotto in brodo".
"Una delizia, esclama Maria mentre io non potei che sussultare per il povero destino di una gallina innocente, a cosa associ il piatto?"
"A mia nonna, é uno dei miei piatti preferiti.
Lo cucina sempre a Natale e nelle occasioni speciali".
"I gusti sono gusti, disse Maria trattenendo un risolino, tocca a te Federica".
La cantante sollevò la cloche, rivelando un bel piatto di Carbonara abbandonante.
"Da buona romana non poteva mancare la carbonara" esclama Federica.
"Anche per te la stessa domanda, a cosa associ questo piatto?" gli domanda Maria.
"A mio padre; mia madre é vegetariana, e per lei la carbonara é l'exploit dell'uccisione animale, quindi in sua presenza evitiamo di cucinarla, ma lei essendo una traduttrice, si assenta spesso per lavoro, e uno dei piatti fissi che ci cucina mio padre durante la sua trasferta é la carbonara".
"Tuo padre fa bene, la carbonara é uno dei piatti di pasta poi buoni, sospira Maria, l'ultima a sollevare la cloche é Giulia".
Presi il coperchio e lo sollevai, rivelando uno dei piatti più significativi della mia vita.
La bistecca alla fiorentina al sangue con contorno.
Ispirai l'odore della carne fresca, che sapeva di casa e ricordi.
"A cosa associ questo bel pezzo di carne con patate arrosto e verdure grigliate?"
"Lo associo a molti momenti e persone importanti della mia vita; per cominciare, lo associo a mio nonno, soprannominato a casa il re della griglia, nelle poche occasioni in cui di domenica mi trovavo a Prato, il nonno organizzava una grigliata di carne nel giardino della nostra villa."
"Nonno vive con voi?" mi interruppe Maria.
"Si, mi ha fatto praticamente da padre" risposi.
"E la nonna?"
"Vivranno in una villa molto grande bifamiliare" risposi.
"Puoi continuare" mi disse Maria.
"Lo associo ai miei migliori amici, Carlos, Lele, Luca e Samu che la cucinavano sempre alla brace e poi a tutti i miei amici più stretti quando la mangiavo fuori.
Ma l'associo di più a mia madre; per me la bistecca alla fiorentina é casa.
E ogni volta che penso alla casa, penso automaticamente a mia madre.
É la persona più importante della mia vita, si é sempre fatta in quattro per la realizzazione due miei sogni, accompagnandomi ad ogni gara."
"Tua madre deve essere sicuramente una grande donna, esclama Maria mentre annuisco concorde, ora vi starete chiedendo il perché di questa cosa".
In effetti era inusuale che ci venissero portati i nostri piatti preferiti, quelli che associavamo  a casa e chiesti i nostri ricordi legati a questi piatti. Deve esserci veramente qualcosa sotto.
"É da settembre che non vedete i vostri parenti, e sicuramente nella vostra famiglia c'è un componente con il quale siete più legati ed avete qualcosa in comune, come la cucina.
Ecco perché vi abbiamo preparato questi piatti, per pensare alla persone che amate come se fossero vicino a voi.
Ma stavolta lo saranno veramente, e non nei vostri sogni".
Giro istintivamente lo sguardo verso l'entrata ed il mio cuore scoppia di felicità alla vista della persona più importante della mia vita.
Le buttai le braccia al collo e sospirai di sollievo non appena sentì il suo profumo di Cristian Dior, erano anni che lo usava senza mai stancarsene.
"Mamma" sussurrai tra le lacrime.
"Quanto sei bella" sospirò asciugandosi le lacrime.
Mia madre era una delle persone più forti di questo mondo, nonostante tutto ciò che le era successo, lei era sempre in piedi più diete di prima.
É stata una mamma fantastica, ha sempre messo la felicità dei suoi figli davanti alla sua, soprattutto la mia.
Tra tutti e tre i figli, io ero quella più bisognosa di attenzioni, a detta sua, io disponevo solamente di un genitore, dato che mio padre si era rifiutato la mia tutela.
"Amore mio" sussurró fra le lacrime mentre la stringevo forte.
Lei é sempre stata il mio tutto, la mia ancora nei momenti di crollo, il mio porto sicuro.
Era stata una mamma, un'amica ed una confidente, non facendomi mai mancate una spalla su cui piangere e una persona con cui guardare How I met your mother.
Mi asciugò la leggera patina di nero creatasi sotto l'occhio regalandomi un sorriso.
"Voglio conoscere Riccardo" esclama guardandosi intorno per trovare il mio ragazzo.
"Eccolo" esulta soddisfatta indicandolo.
"Mamma evitiamo figuracce"
"Ma ti pare" rispose con nonchalance dirigendosi verso Riccardo e la madre.
"Piacere io sono Debora la madre di Giulia" si presenta senza mezzi termini, mentre io mi sento avvampare sotto lo sguardo della madre di Riccardo che mi squadra dall'alto verso il basso.
"Io sono Raffaella, un vero piacere conoscerti" esclama lei in risposta abbracciando la mamma.
Era una donna abbastanza giovane, con una piega perfetta ed una manicure altrettanto ben curata.
"E tu devi essere Giulia, che piacere conoscerti"
esclama abbracciandomi.
Ricambiai l'abbraccio e con lo sguardo notai mia madre intenta ad abbracciare Riccardo ed a parlargli di non so cosa.
"Ragazzi allora andiamo a mangiare" annuncia Andreas che abbracciava la nonna.
"Pensi solo a mangiare" lo rimprovera bonariamente la fidanzata sotto l'occhio attento del padre, che aveva già parlato con Andreas un paio di volte.
"Io voglio assaggiare assolutamente la carbonara" dico entusiasta indicando il fumante piatto di pasta
"Io voglio quello di Andreas della gallina strangolata" annuncia Riccardo beccandosi un rimprovero bonario dalla nonna di Andreas, una signora sulla settantina molto arzilla e vivace.
Mangiammo in allegria condividendo piatti tipici della nostra città natale.
"Allora devo raccontarvi un episodio di Giulia legati ad una gara; tre anni fa eravamo a Londra per i campionati europei di danza sportiva, io, lei ed Addino, il suo insegnante di danza".
"Mi ricordo di Addino, come sta?" domanda Riccardo.
"É molto impegnato alla Naima con la realizzazione del saggio finale, menomale che lo aiuta Marta a sostituire l'insegnante classica  delle bimbe che é in maternità".
"Arriviamo per il ritiro del cartellino e le direttive per la gara.
Eravamo in fila circa da due ore, Giulia aveva quindici anni, é arrivata una ragazza bionda tinta con il trucco pesante che é passata davanti a tutti a causa di un pass perché suo padre era tipo il dirigente commerciale di TeleCinco, allora Giulia aveva iniziato a dire che non era giusto perché lei stava in fila da molto tempo però lei non ha voluto sentire giustificazioni ed é passata.
Il giorno della premiazioni, Giulia era arrivata prima mentre questa ragazza terza.
Finite le premiazioni ci dirigiamo in camerino a festeggiare; Giulia saltellava felice con il suo vestito bianco traforato e la coppa d'oro in mano.
Questa ragazza era spagnola, e si chiamava Sol, era altrettanto felice, anche se dall'espressione si intuiva che volesse ottenere il primo posto.
Giulia, accidentalmente, oppure no, nel saltare vicina, gli ha urtato leggermente la spalla, facendo cadere lei e la coppa di bronzo ammaccandola leggermente.
Le urla di quella ragazzina le ricordo ancora oggi, ho ancora i brividi.
Giulia si giustificò con il fatto che non lo aveva fatto apposta, ma quando in realtà, era palese che la sua era una piccola vendetta sul fatto che ha dovuto aspettare altre sue ore sotto la pioggia prendendosi il raffreddore"
Scoppiarono tutti a ridere mentre io lo guardavo contrariata.
Avevo avuto tutte le ragioni del mondo per far cadere lei e quella coppa.
"Voglio vedere cosa avreste fatto voi" esclamo.
"Zitta che ad ogni gara ne combinavi una" mi zittisce mia madre.
"Raccontacene un'altra Debora" gli chiese Federica.
"Una volta eravamo a Rimini per i campionati italiani, mi pare che fossero gli ultimi fatti da Giulia, quindi maggio.
Avrebbe partecipato con un assolo diverso dal solito, Stone Cold di Demi Lovato.
Eravamo in sala poche ore prima dell'inizio della gara per un ripasso finale quando le si strappa il vestito mentre eseguiva una mossa di contorsionismo.
Panico totale.
Il vestito era molto corto tempestato di brillantini.
Quindi siamo andate dalle sarte per ripararlo, ed una volta cucito, lei si é lamentata che la parte cucita era bianco cipria, mentre quella originale bianco latte.
Non voleva salire sul palco con un costume cromaticamente sbagliato.
Per fortuna però che di vestito identico a questo bianco, ne avevo un altro rosa cipria, ed alla fine ha indossato questo.
É un disastro" esclama mia madre.
La giornata continuò tra risate ed esperimenti di giardinaggio riusciti discretamente.
Quando arriva il momento di congedarsi, mia madre mi porge una teglia ricoperta da un panno bianco.
"Il nonno ha preparato i cantucci ieri sera, so che vi piacciono tanto, quindi mangiateli" mi disse lei appoggiandoli sul tavolo, assieme alla torta fragole e cioccolato  lasciata dalla nonna di Andreas.
"Salutamelo e digli che non vedo l'ora di vederlo" gli dico sorridendo.
"Un ultima raccomandazione prima di partire;
io lo so che tu vuoi il titolo più di qualsiasi altra persona sulla terra.
Era il tuo sogno sin da quando avevi otto anni
e gironzolavi per casa con il fiocco in anno urlando "un giorno vincerò Amici"
Quel giorno é arrivato, realizza il sogno di quella bimba di otto anni, anche se per me hai già vinto.
Hai gia vinto perché hai imparato a credere in te stessa, hai abbattuto le tue insicurezze e fragilità
Hai parlato con tuo padre presentandoti in ospedale.
Ti sei innamorata, questa volta veramente.
E sei cresciuta tanto, come donna e come ballerina.
Spacca tutto e ricordati che la mamma ci sarà sempre".
La mamma c'è veramente sempre stata per me, accompagnandomi ad ogni singola gara e confortandomi nei momenti brutti.
Era la mamma migliore del mondo.
Non smetterò mai di ringraziarla per la lezione di amore insegnatami da lei, e spero di essere una madre brava come lei un giorno.
"Amore che hai?" mi domanda Riccardo abbracciandomi da dietro.
"Mi mancherà" sussurrai appoggiando la testa sulla sua spalla.
"Lei é orgogliosa di te, come lo siamo tutti" mi dice posando delicatamente le sue labbra sulle mie.

Hellooo!!!!
Ecco un altro capitolo😍
Ne mancano pochi, anzi pochissimi alla finale.
Si aprono le scommesse sui vincitori.
Fatemi sapere tutto nei commenti
Leggete New York
(presto uscirà un capitolo nuovo)

Kisses babies💋

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