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"Piccola" disse Justin toccando delicatamente il braccio di Cassie "Piccola svegliati, siamo arrivati" continuò delicatamente.

Avevano deciso di tornare circa un'ora prima, dopo essere stati ore a possederai e a ridere, stringendosi l'una all'altro.

"Cassie" continuo Justin con voce dolce, guardando la ragazza che dormiva con occhi innamorati. Era appollaiata sul sedile con le ginocchia al petto è una mano che le sorreggeva il viso, aveva il respiro delicato e il petto si alzava e abbassava lentamente, "sembra un angelo" pensò Justin mentre la guardava svegliarsi dolcemente.
"Dove siamo?" chiese la ragazza con la voce impastata dal sonno mentre si strofinava gli occhi.
"A casa tua" disse il ragazzo baciandole la nuca. Gli occhi di Cassie si aprirono immediatamente e si mise subito composta sul sedile "CAZZO" urlò, "CHE ORE SONO MIA MADRE MI UCCIDERÀ" disse prendendo velocemente il telefono.
Justin non poté fare a meno di ridere a quella vista, gli occhi ancora addormentati e i capelli spettinati ed un'espressione di terrore sul volto, eppure per lui, era bellissima anche così.
"SMETTILA DI RIDERE DI ME" disse Cassie scocciata aprendo la portiera. Justin fece lo stesso, scese dall'auto e si mise davanti a Cassie, bloccandola con entrambe le mani alla portiera.
"Sei adorabile quando ti arrabbi" sussurrò contro le sue labbra, toccandole i fianchi.

Ogni volta che Justin la toccava era come la prima volta, mille brividi da ogni parte del corpo, il fiato corto, ed una voglia incontrollabile di saltargli addosso.
E nessun ragazzo era mai riuscito a farle provare emozioni così forti, farfalle nello stomaco, l'ansia di vederlo, le emozioni mentre erano insieme e sentirsi bella per la prima volta.
Perché Cassie non si era mai sentita bella per nessuno, ma Justin la faceva sentire bene, vedere i suoi occhi mentre la spogliava, sentire quel suo 'sei bellissima'

La ragazza accarezzò la sua guancia per poi annullare le distanze tra di loro in un bacio dolce e lento, uno di quei baci come per dire 'ti amo' 'sono innamorata di te'
E le parole non servivano, perché con quei gesti se lo ricordavano sempre quanto il loro amore fosse forte.

"Devo andare" disse Cassie staccandosi dalle sue labbra per poi guardarlo negli occhi. Justin in tutta risposta fece il labbruccio stringendola ancora di più a se. "Devi proprio?" sussurrò appoggiando la fronte alla sua.
"Mia madre sarà preoccupata e non oso immaginare a che mega rimprovero mi aspetta" disse accarezzandogli il volto, per poi ridacchiare assieme a lui.
"Ti chiamo non appena arrivo a casa, se non rispondi subito torno qua, sappilo" disse pizzicandole una guancia.
Cassie molto spesso dimenticata dove aveva il telefono, per cui Justin doveva aspettare un bel po prima di ricevere una risposta, e dato che aspettare non è nella cerchia di cose che sa fare meglio, non gli è mai piaciuto.
"A dopo Bieber" disse lasciandogli un altro bacio sulle labbra
"A dopo piccola" rispose lui.

//

"Pronto?"
"Non ci posso credere, mi hai risposto dopo solo due squilli, ti manco già?" Disse Justin ridacchiando.
Cassie roteò gli occhi sorridendo a quelle parole, arrossendo un po' ma non volendo comunque dargli ragione, nonostante ce l'avesse.
"Justin sei a casa?" Chiese la ragazza sentendo dei rumori
"Ehm si" rispose esitando
"Bugiardo! Stai guidando, metti subito giù e concentrati sulla strada!" lo rimproverò
"Che palle, mi mancavi" rispose lui giustificandosi
"Mi dirai quanto ti sono mancata non appena tornerai a casa, chiaro? E fai attenzione"
"Va bene mamma, va bene" brontolò lui "A dopo piccola" disse per poi mettere giù.

Cassie si lasciò cadere sul letto e rimase lì a fissare il soffitto per pochi secondi. Si portò una mano al viso e iniziò a ridere, coprendosi poi la bocca.
Era tutto così strano, così perfetto. Le farfalle nello stomaco e quella sensazione così particolare ogni volta che sentiva la sua voce.
Poi c'era lui, che prima voleva sembrare così freddo e distaccato, voleva far credere di volere solo il suo corpo quando quello di cui aveva bisogno era amore, quello vero, quello che stavano vivendo assieme.

Non ammetterà mai però che anche lei lo aveva sempre guardato con occhi diversi, fin dal primo giorno di scuola.
Non ammetterà mai di aver avuto un diario segreto dove raccontava tutta la sua giornata, scrivendo il suo nome a caratteri cubitali con tantissimi cuori attorno.
La sua era una maniera di difendersi, fare finta di odiarlo, perché in cuor suo sapeva che non avrebbe mai provato interesse per lei.
"E guardiamoci adesso" sussurrò mentre i ricordi si facevano spazio nella sua testa.

Il cigolio della porta interruppe i suoi pensieri
"Tesoro posso entrare?" Disse una voce familiare, aprendo di poco la porta
"Entra mamma, lo sai che non c'è bisogno di chiedere" ridacchiò Cassie mettendosi seduta sul letto
"Allora.... cosa hai fatto oggi?" Chiese la madre sedendosi assieme a lei. Cassie spalancò gli occhi facendosi notare, poi tossì coprendosi la bocca con la mano
"A s-scuola, siamo molto impegnati in questo periodo dell'anno" disse cercando di sembrare il più convincente possibile, fallendo perché l'istinto di una madre non sbaglia mai.
"Capisco.." disse e Cassie per un attimo si sentì fiera delle sue doti di recitazione
"E quel ragazzo, Justin, era impegnato con te oggi?" chiese facendo una smorfia, facendo sbiancare la figlia.
"Ricorda che mi chiamò Emily Anderson signorina" ridacchiò
Notando il silenzio di Cassie posò le mani sulle sue guardandola negli occhi
"Io l'ho visto quel ragazzo sai? Quando ci fu l'incidente, fu lì prima di me, mi raccontò tutto fra le lacrime. Non c'è un momento che non sia stato con te, non c'è un momento che non abbia chiedo ai medici delle novità, non c'è un momento che non abbia pregato per rivederti ancora."
"Sai" continuò guardando gli occhi lucidi della figlia " per quanto possa sembrare un tipo duro, uno di quelli a cui non interessano i sentimenti,beh, credo che ti ami con tutto se stesso e non c'è cosa più bella di questo." concluse asciugando le lacrime dal volto di Cassie.
La ragazza abbracciò forte la madre lasciandosi andare, ripercorrendo gli attimi dell'incidente e ricordando Justin con gli occhi lucidi un attimo dopo essersi svegliata in quel lettino d'ospedale.

*Drin* *Drin**Drin*
Cassie sciolse l'abbraccio asciugandosi le guance per poi prendere il telefono e sorridendo subito dopo aver letto il nome del ragazzo che la stava chiamando.
"È lui?"  Chiese Emily notando il sorriso della figlia che annuì subito dopo.
"È meglio che vada allora, vi lascio soli" disse alzandosi dal letto
"Mamma?" La richiamo Cassie
"Si?"
"Ti voglio bene"
"Anche io tesoro" disse sorridendo, per poi chiudere la porta.

"Pronto?"
"Finalmente hai risposto! Accidenti non farlo mai più!" disse il ragazzo dall'altra parte facendola ridacchiare.

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Just Sex.- Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora