Capitolo Diciannove (Parte II)

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Ha la testa china, le mani in grembo, e Louis non è nemmeno certo che stia prestando attenzione-

"È così," dice all'improvviso, con la voce piccola e bassa. "Ti ho portato con me di proposito quel giorno." Punta lo sguardo su Louis, i suoi lineamenti sono piatti ma i suoi occhi sono pieni di nuvole tempestose- che è l'emozione più grande che Louis vi vede da settimane.

La stanza è così silenziosa che sembra rumoroso, come Louis e Harry si fissano dai lati opposti della stanza.

E cazzo.

Lo sapeva. Ma non riesce a processarlo. Così Louis lo guarda e basta. Guarda quegli occhi turbinosi e nuvolosi che si sono agganciati dolorosamente ai suoi, impedendogli di battere le palpebre, respirare, pensare. È troppo.

"So come ci si sente," mormora Harry, in pratica direttamente alla fottuta anima di Louis, "Ad... ad aver bisogno di fuggire. Solo per un po'."

Lo stomaco di Louis precipita da qualche parte nella zona delle sue ginocchia. Ma è una sensazione felice, una sensazione commossa, una sensazione calda, una sensazione sconvolta e fottutamente sopraffacente, e sorride prima di piegare un po' la testa, un sorriso arrossato gli ricopre il volto. "Beh, allora. Ancora grazie. Non dovevi."

"Sì invece."

C'è un momento di silenzio, dove Harry sta guardando i tasti del pianoforte e Louis i suoi libri, e l'aria è satura di qualcosa di spesso e pesante che sembra quasi comprensione reciproca.

E Louis vuole dire di più, vuole dire così tanto, ma la sua gola è chiusa e il momento è così delicato- ha paura di parlare troppo e mandarlo in frantumi con le sue mani sgraziate e troppa energia. Perché le parole che Harry ha detto stanno vorticando dentro di lui ed è... tanto. Davvero sconvolgente.

Così ritornano entrambi alle proprie mansioni.

Harry sembra tornare con abbastanza facilità al suo compito, la sua penna scrive senza fermarsi sulla carta, la sua testa è china e concentrata.

Louis non ritorna con la stessa facilità al suo studio, sente invece il cuore battergli nelle orecchie, le sue mani sono fiacche, e i suoi occhi bloccati sul 'Il'- che è la prima parola sulla prima pagina del libro.

Harry ha portato Louis via da sua mamma di proposito. Lo ha ammesso. Ha portato via Louis. Ha aiutato Louis. Harry Styles ha aiutato Louis Tomlinson. Harry Styles ha ammesso di aver aiutato Louis Tomlinson.

Cazzo.

I pensieri di Louis proseguono in questa direzione per un tempo indefinito, il cielo adesso si tinge di nero, le stelle iniziano a brillare attraverso le finestre, a malapena visibili con il caldo bagliore che proviene dalla stanza. E Harry continua a scrivere implacabile, con la testa piegata, e le sue mani si muovono in modo fluente.

Ma poi si ferma.

I sensi di Louis si acuiscono. Sta ancora fissando 'Il.'

"Potresti-"

Harry smette di parlare, si morde il labbro, poi distoglie lo sguardo.

La testa di Louis scatta in su.

"Potrei che cosa?" lo sprona, appoggiando il suo libro.

Harry fa scorrere le dita sui tasti del pianoforte, il labbro ancora stretto tra i denti. Poi batte le palpebre, lascia andare il labbro e lo lecca. "Stavo pensando. Se suonassi qualcosa. Mi... diresti cosa ne pensi?" Harry aspetta una risposta, le sue spalle rigide e i piedi stretti tra loro mentre siede sul bordo dello sgabello da pianoforte.

Young & Beautiful - Italian TranslationWhere stories live. Discover now