Capitolo 22

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Amy

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Amy

Mi tocco il viso, mi tasto il corpo nervosamente e mi guardo intorno. Non sono in un ricordo, io sono realmente qui, sono nel passato. Mia madre, Jess, Aiden, Yulya, non esistono, questo pensiero mi dà un senso di vuoto come se fossi sola. Siamo tornati realmente indietro e David, lui ora sarà imprigionato nel corpo di Frederick. Mi stringo nervosamente l'amuleto tra le mani, sono stata scaraventata in quella maledetta notte, come posso evitare che succeda di nuovo tutto? I miei piedi sono incollati al pavimento ed un tremore si diffonde in tutto il mio corpo, ricordi di ciò che ancora deve accadere mi attraversano come affilati pugnali.

"Voglio che mi guardi negli occhi mentre ti faccio mia" nausea ed orrore mi colpiscono.

Cerco di ragionare nonostante il panico. Se adesso mi dirigo nell'atrio, troverò Marie in fin di vita che mi pregherà di nascondermi in camera mia e lì ci sarà Frederick ad aspettarmi, cosa faccio?! Mi stringo la testa tra le mani e cammino furiosamente avanti e indietro, inciampo in questo stupido abito lungo o camicia da notte o quello che è ed impreco mentalmente. Avrò anche memoria della mia vita passata, ma sono pur sempre abituata ai Jeans! Dannazione sto divagando... Pensa Amy, pensa mi rimbecca la mia vocina interiore. Bernard è stato ucciso quindi non può aiutarmi, la madre di Anita, cioè mia madre, non è in casa. Ricordo che verrà qualche ora dopo perché è con Nikolaij Kyreyev... Un momento... È con lui per sapere a cosa serve il pugnale!! Ma io so già qual è il suo scopo e so dove l'ha messo! Provo un immediato sollievo forse non tutto è stato vano, so cosa devo fare, devo solo trovare il coraggio.

Finalmente motivata mi avvio nella direzione opposta a quella in cui sarei dovuta andare, corro verso lo studio imponendomi di ignorare i lamenti della povera Marie in fin di vita. Apro la porta e la richiudo subito alle mie spalle, poi mi dirigo verso il passaggio segreto ed una volta aperto, percorro lo stretto corridoio illuminato da antiche torce. Arrivo nella sala ed in lontananza scorgo la parete dei pugnali. Con mano tremante mi preparo a prendere quella maledetta arma dal manico chiaro e ricoperta di pietre scurissime, l'arma che porrà fine alla mia vita. Chiudo gli occhi terrorizzata dal dolore che so proverò al solo sfiorarla, avvolgo le mani intorno all'impugnatura, aspetto... Ma non succede assolutamente nulla. Non un dolore, non un bruciore, niente. Sorpresa mi rigiro il pugnale tra le mani. Com'è possibile? Non trovo una spiegazione...

-Non fare scherzi stupido coltello del demonio- borbotto, nascondendolo sotto la veste. Forse non ha alcun effetto su di me poiché la maledizione non è ancora stata scatenata, in effetti non sono ancora stata ferita da questa lama e spero di poterlo evitare.

Esco dalla sala segreta e ritorno di corsa allo studio. Una volta fuori la paura torna ad attanagliarmi, ho il pugnale ma adesso dovrò andare in camera mia, dovrò immergermi nel mio peggiore incubo e se non riuscissi a fermarlo? Sto tremando di nuovo, agito le mani dinanzi a me per fermare il tremore. Devo farcela, le vite di tutti dipendono da me, mi ritornano in mente i volti delle persone che amo, riescono a darmi una forza incredibile. Mordo l'interno della mia guancia e mi avvio decisa verso le scale, bloccandomi soltanto quando vedo la mia amica distesa in una pozza di sangue. Mi avvicino a lei e le tengo la testa tra le mani. Il viso è già notevolmente pallido e quasi non riesce a tenere gli occhi aperti.

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