Capitolo 13

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Yulya

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Yulya

Le parole di Briana mi lasciano paralizzata per un momento. Poi cerco di sviare ridendo.

-Amore?! Io sono una futura Custode, non mi interessano queste sciocchezze- ribatto stizzita. Ma lei mi guarda poco convinta. Quanto è irritante questa ragazza.

Veniamo interrotte incredibilmente da Kain. Mi stanno seriamente per cadere le braccia -Dovete darmi la dannata chiave di questa stanza!!- Esclamo esausta.

-Briana cosa ci fai qui?- Chiede Kain, notando la sua presenza.

-La tua amichetta non mi lascia dormire, mi ricorda qualcuno di mia conoscenza- sbotta, guardando le mie mani ferite e poi le sue. Le nascondo nuovamente dietro la schiena.

-Lasciaci soli- risponde con un tono duro ed inflessibile.

-Hey avete notato che ci sono anche io? Che questa è la mia camera? Che non potete entrare quando vi pare?- Mi sfogo ancora più frustrata.

Solo a questo punto lui mi fissa e non mi piace per niente, è preoccupato, troppo serio.

-Cosa succede?- Chiedo intimorita, evitando di guardarlo, mi fa male anche solo posare gli occhi su di lui.

Si volta di nuovo verso sua sorella -Fuori!!- Lei ci guarda di nuovo incuriosita e poi esce.

-Kain?- Mi trema la voce.

-Siediti Yulya- mi dice con la sua voce baritonale.

-Dannazione parla!- Mi porto le mani nei capelli frustrata, venire in questo dannato Stato mi porterà all'esaurimento.

-Si tratta di Alekseij, è qui- confessa.

Alzo la testa di scatto, non è possibile -è qui! Devo andare subito da lui!- Cerco di uscire dalla camera.

Mi blocca subito -non vai da nessuna parte. Era così stanco e spossato che è crollato, inoltre c'è dell'altro che devi sapere, ma se non ti siedi non te lo racconterò- mi ferma tenendomi le spalle, cocciuto!

Sbuffo conoscendo la sua testa dura e decido di sedermi, per chi mi ha presa, per una patetica ragazzina che non è in grado di gestire le novità? Penso irritata.
Mi siedo in maniera teatrale -Contento?-
Si inginocchia davanti a me, sondando il mio stato.

-Si tratta di tuo padre Yulya, è loro prigioniero- mi informa con cautela. Il peso che sentivo sullo stomaco si dissolve, non l'hanno ucciso ne ho finalmente la conferma.

-Questa è una buona notizia, vuol dire che è vivo ed io riuscirò a liberarlo- ribatto fiduciosa, eppure il suo sguardo impietosito non mi piace per nulla, lo fisso invitandolo a continuare.

-Eleonore Van Dalen ha dei progetti per lui- quegli smeraldi mi imprigionano e cercano di trasmettermi forza, mentre mi si blocca improvvisamente il fiato.

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