capitolo sei

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Beth si svegliò nel suo lettino. Il sole illuminava la camerette dipinta di viola che nell'insieme creavano dei giochi armoniosi di luce. Si alzò con le ossa doloranti. Era stordita. Si diresse a passi lenti verso la porta bianca in legno. Una volta raggiunta, disse:
<<Mamma?>>
<<Sono giù, figliola!>> Rispose la madre.
Proprio quando stava per mettere il piede nel gradino ricoperto dal parquet rosso, si fermò interrotta da dei rumori. Ritornò nella cameretta e lì trovò i suoi tre amici.
<<Cosa ci fate qui?>> Chiese perplessa.
<<In nome dell'amicizia siamo venuti a trovarti.>> Pronunciò Rory.
<<Ma io prima non vi ho visto.>>
<<Eravamo nascosti. Era una sorpresa.>>
<<Sorpresa!>> Aggiunse Tara spalancando le mani.
Beth andò davanti all'armadio per cambiarsi gli abiti. Nello specchio accanto a lei vide la sua immagine riflessa...Per un attimo ebbe paura. Non si ricordava così. Si vide magra. La sua bocca era disidratata e i suoi occhi presentavano moltissime borse violacee... Cosa le era successo?
<<Stai bene?>> Domandò Amy.
<<Si, si.>>
<<Drin, Drin>> Disse Tara imitando il suono di un telefono.
Beth la guardò confusa...Ad un tratto il telefono squillò. Si diresse verso il telefono. Prima di rispondere sconvolta, enunciò:
<<Come sapevi che sarebbe suonato?>>
<<Non lo sapevo.>>
La ragazza la osservò con sospetto, poi rispose:
<<Pronto?>>
<<Beth, controlla sotto il tuo cuscino.>>
<<Con chi par…>>
Non ebbe il tempo di concludere la frase che l'uomo riagganciò.
<<Chi era?>> Chiese Amy.
<<Non lo so. Sarà qualche scherzo. Mi ha detto di controllare sotto il cuscino, ma non capisco cosa intende.>>
<<Magari intendeva di controllare sotto il cuscino?>> Aggiunse Tata ironicamente.
Beth si diresse verso il cuscino, mise la mano sotto il rettangolo morbido ed estrasse un bigliettino.
<<Mh?!>>
"Rory, Amy e Tara sono stati uccisi. Questo non è un sogno, è la realtà!"
Quando finì di leggere nella sua mente arrivarono i ricordi come un camion in corsa.
Gli cadde il foglio dalle mani e osservò sconvolta i suoi amici.
<<Non può essere.>>
<<Cosa dice il foglio?>> Pronunciò Rory.
<<Il foglio l'ho scritto io. Dice che voi siete morti.>>
<<Allora ti ricordi delle foto che ti hanno inviato?>> Domandò Amy.
<<S-Sto ricordando adesso. Com'è possibile? Chi siete voi?>>
<<Beth, aspettavamo l'occasione giusta per dirtelo. Tua madre insieme all'uomo dal cappotto marrone ti hanno drogano. Ogni volta ti fanno credere che sia un sogno. Ci siamo finti morti perché almeno tua madre e quell'uomo ci lasciavano stare.>> Disse Amy.
<<Prima non eravamo nascosti per una sorpresa ma ci nascondavamo da tua madre. Aspettavamo che ti svegliassi.>>  Aggiunse Rory.
<<Beth…Tua madre va fermata prima che sia troppo tardi anche per te. Lei vuole ucciderti.>> Pronunciò Tara.
Dei passi si facevano strada tra le scale. Beth pronunciò:
<<Sento i suoi passi! Sta salendo qui. Dovete nascondervi!>>
I tre ragazzi si nascosero in tempo. La madre aprì la porta di botto. La signora Carey era impaurita…Non voleva che riacquistasse la memoria.
<<Cara! Cosa stai facendo?>>
<<Nulla, mamma.>>
La madre ritornò a sorridere, poi pronunciò:
<<Perché non esci un po'?>>
Beth fece un sorriso forzato e rispose:
<<Dopo.>>
Ad un tratto spuntò Amy. Le fece segno di stare zitta mentre si avvicinava alle spalle della madre. Quando si avvicinò abbastanza, le tirò la collana che la signora Carey indossava. La strinse forte...Molto forte!
<<Nooo!> Urlò Beth. <<Lasciala andare! È mia madre…>>
<<È un assassina.>> Rispose Rory uscendo allo scoperto dal nascondiglio.
Beth cercò di andare in soccorso della madre, ma venne immobilizzata da Tara.
<<Lasciatemi!>> Disse in lacrime. <<Non uccidetela…>>
Ma purtroppo per il desiderio di Beth era troppo tardi per essere realizzato. La madre se ne stava riversa a terra priva di vita. Beth cadde in ginocchio con gli occhi piena di lacrime. Amy le se avvicinò e gli urlò piena di grinta:
<<Quella persona che stai piangendo ci voleva morti! Ti voleva morta! Ti ha drogata! Ti diceva che era tutto un sogno! Merita le tue lacrime?>>
Beth non rispose. Era distrutta.
<<Merita le tue lacrime?>> Ripeté.
<<No! Non li merita!>>
<<Brava! Alzati e andiamo a prendere il suo socio!>>
Beth era facile da manipolare e ciò ne era la prova.
A passi lenti e doloranti si trascinò verso la porta e scese le scale accompagnata dagli amici. Qualunque cosa le avessero iniettato, questa volta, era molto più potente delle volte precedenti che ricordava a mala pena.
Quando arrivò in cucina, prese il cellulare della signora Carey e vide la rubrica. Il numero più chiamato dalla donna era quello di un dottore.
Beth chiamò quel numero. Forse l'aveva memorizzato come "dottore " per non destare sospetti.
<<Pronto?>> Disse l'uomo dall'altra parte del telefono. Beth riconobbe subito quella voce. Era l'uomo dal cappotto marrone. <<Pronto?>>
<<Venga a casa mia...Faccia in fretta.>>  Ripose la ragazza con tono sicuro.
<<Beth!>> Esclamò spaventato. <<Dov'è tua madre?>>
<<Mi dispiace deluderla ma la sua complice è morta... Adesso venga qui. Dobbiamo parlare...abbiamo molto da parlare.>>
Beth staccò. Aveva tutto in pugno. Era passata dalla vittima alla carnefice in un istante. Per tutto quel tempo si era fatta sottomettere. Addirittura si sentì stupida ad aver provato compassione per la madre morta. Lo meritava! I cattivi meritano di morire.
Dopo poco, spuntò il signore dal cappotto marrone che Beth e i suoi amici tanto aspettavano. Aveva sfondato la porta e si era precipitato di corsa verso la cucina. Di colpo urlò:
<<Beth!>>
Aveva una siringa dal liquido verde in mano.
<<Getta quella siringa!>> Intimò la ragazza. <<Non mi drogherai...Non più.>>
Dall porta ormai rotta entrarono altre persone. C'era Elsa, c'erano i genitori di Amy, Rory e Tara…C'era persino il sindaco. Tutto il paesino si era riunito nella casa della ragazza.
<<Cos'è questa storia?>> Chiese Beth confusa. <<Cosa ci fanno loro qui?>>
<<Beth, vuoi sapere la verità?>> Disse l'uomo dal cappotto marrone. <<Vuoi sapere proprio tutto?>>
<<Si, lo voglio.>>
<<Bene, ma sappi che morirai.>>
<<Preferisco morire che vivere nella bugia.>>
<<Beth…Tua madre…Lei non meritava la morte. Tutto ciò che ha fatto l'ha fatto per te!>>
<<Cancellarmi la memoria ti sembra una cosa che fa ogni genitore?>> Pronunciò Beth rancorosa.
<<No, ma tu ne avevi bisogno...Tutto iniziò nel lontano Maggio del 2010. Tu e i tuoi amici stavate tornando da una pizzeria. Ti ricordi quando loro se ne andarono in macchina e lasciarono te a casa?>>
<<Si…È accaduto ieri.>> Enunciò Beth confusa.
<<No, Beth…Oggi è Giugno…Giugno del 2017.>>
<<Mi prendi in giro? È impossibile. Ricordo quel giorno perfettamente. Non è possibile che siano passati sette anni.>>
<<Beth…Quella sera mentre i tuoi amici tornavano a casa, morirono in un incidente stradale. Pioveva. Le strade erano bagnate. Secondo una ricostruzione delle telecamere i tuoi amici si sono schiantati contro un camion per evitare un uccello notturno.>>
<<Il barbagianni!>> Pensò Beth tra sé e sé. <<È impossibile! Loro sono qui.>>
<<Beth…Li vedi solo tu.>> Aggiunse l'uomo.
Beth spaventata e confusa guardò i genitori di Amy, poi aggiunse:
<<Signori Pound, è vero? Amy è morta?>>
<<Si cara…>> Disse la madre di Amy con gli occhi lucidi. <<Lei è morta sette anni fa in quell'incidente. Vorrei che fosse un sogno, piccola, ma non lo è. Tu hai dimenticato, ma noi no…Noi viviamo ogni giorno con il ricordo di quella tragica sera, e maledizione! Quel ricordo ci lacera l'anima.>>
Beth indietreggiò. Non capiva ancora.
I tre amici smisero di parlare. Stavano provando le stesse emozioni di Beth, perché loro erano parte di lei…Erano parte del suo cervello.
<<Tua madre era venuta da me tre giorni dopo l'incidente.>> Pronunciò l'uomo dal cappotto marrone. <<Mi raccontò che quando avevi appreso la notizia, qualcosa in te era cambiato. Mi parlava dei tuoi occhi…Diceva che fossero vuoti. Io non le credetti..Solo quando vidi di persona i tuoi occhi costatai che la storiella che mi aveva raccontato fosse tutta vera. Insieme cercammo una soluzione ai tuoi problemi, ma l'unica cosa possibile era che tu assumessi degli antidepressivi. Ciò non funzionò, anzi, la cosa peggiorò. Iniziasti a vedere i tuoi amici morti. Noi abbiamo provato in tutti i modi a farti capire che loro non esistessero, ma tu peggioravi sempre di più, finché con tua madre abbiamo scelto una via drastica: Cancellarti la memoria. Non era una soluzione facile, ma con ciò tua madre poteva rivederti sorridere. Tutti i tuoi ricordi si cancellarono, tranne uno…Il ricordo di quella sera alla pizzeria. Fino ad oggi non mi so spiegare perché quel ricordo rimase... Forse perché era un ricordo a te caro o forse perché era stata la causa della tua insanità mentale. Le visioni dei tuoi amici riniziarono a spuntare. Ti ricordavi di loro "grazie" a quel ricordo non cancellato. Con tua madre non c'era altra soluzione che assecondarti e farti credere che loro fossero vivi. Tutto il paesino è qui per dirti quanto ti vuole bene. Tu hai fatto molto per loro e loro ti hanno ripagato assecondandoti in ogni istante, fingendo di vedere i tuoi amici…Per ben 7 anni loro ti hanno sostenuta e aiutata a non ricordare quella traumatica sera.>>
<<Quindi ho ucciso io mia madre? Non…Non è stata Amy?>> Domandò Beth con la voce rotta dal pianto.
<<No, Beth. Mi dispiace.>>
<<Perché non mi avete detto prima la verità?>>
<<Perché tua madre non lo permetteva. La verità… questa verità, porta alla morte. Con tua madre abbiamo cercato in tutti i modi di non farti ricordare, ma quella voce che ti parlava al telefono non lo permetteva...Ti faceva ermergere in tutti i modi la verità sotto forma di incubi.>>
<<Chi era la voce?>> Disse Beth.
<<Non è nient'altro che la tua coscienza, che ti faceva ricordava la tua vita passata. Purtroppo la coscienza ha avuto sempre la meglio. Ti voleva far ricordare attraverso le immagini dei tuoi amici morti, ma ogni singola volta che tu eri ad un passo da ricordare, intervenivo io a resettarti il cervello.>>
<<Dottor...>>
<<Dottor Ennio.>> La interruppe. <<Sono un psichiatra.>>
<<Se la verità mi avrebbe ucciso, perché non sto morendo?>>
<<Tu stai già morendo. Hai del sangue che scende dal naso. Ormai manca poco.>>
<<Ma io…Io…Io…Io…>>
Beth andò in tilt come un robot. La madre di Amy la raggiunse. Beth cadde a terra sotto il suo peso.
<<Arrivederci Beth.>> Disse il dottore mentre usciva dalla stanza amareggiato. Aveva scelto la strada della verità e lui rispettava ciò, ma si sentiva deluso in quanto non era riuscito a farle vivere una vita felice.
<<Piccola.>> Esclamò la signora Pound mentre la sorreggeva. <<Adesso puoi raggiungere Amy, Rory e Tara. Loro sono in paradiso che ti aspettano. Va da loro e abbracciali.>>
Beth sorrise, aveva lo sguardo fisso sul tetto.
<<Loro…>> Sputò del sangue dalla piccola bocca. <<Loro sono con m…>>>
Poi spirò il suo ultimo respiro.
I cittadini la circondarono e iniziarono a cantare per lei la sua canzone preferita. Tutti conoscevano tutti e tutti si conoscevano bene.
Due giorni dopo di veglia, fu fatto il funerale insieme alla signora Carey. La ragazza fu seppellita insieme ai suoi tre amici. Il sindaco, non volle ricordare Beth come la ragazza che aveva ucciso sua madre, ma come una ragazza dolce e problematica, per questo fece scolpire una statua in bronzo dei quattro ragazzi in una piazza. Nella pergamena della statua c'era una foto che raffigurava i quattro l'ultima sera che furono insieme in quella pizzeria.
Adesso i quattro ragazzi riposavano in pace. Finalmente avevano trovato la serenità in questo caotico mondo di pazzi.

Scrivete una piccola recensione finale, e fatemi sapere soprattutto se è stata di vostro gradimento.

Yayımlanan bölümlerin sonuna geldiniz.

⏰ Son güncelleme: Jun 06, 2017 ⏰

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