capitolo due

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Si svegliò nel suo lettino. Il sole illuminava la camerette dipinta di viola, che nell'insieme creavano dei giochi armoniosi di luce. Si alzò con le ossa doloranti. Era stordita. Si diresse a passi lenti verso la porta bianca in legno. Una volta raggiunta, disse:
<<Mamma?>>
Nessuna risposta arrivò dalla piccola casa.
Scese le scale ricoperte dalla moquette rossa. Con le mani che tremavano si toccò la testa. Aveva delle emicranie assurde, come se qualcuno le avesse trapanato il cervello tutta la notte.
<<Mamma?>> Ripeté mentre si addentrava nella cucina.
Il suo telefono squillò. Si drizzarono i peli sulle braccia senza un apparente motivo. Osservò la finestra, poi ritornò con lo sguardo fisso a quel telefono.
Prese il telefono. Fece dei respiri profondi ed infine rispose.
<<P-Pronto?>>
<<Ciao Beth.>> Pronunciò una voce tetra e oscura.
<<Con chi parlo?>>
<<Io sono chiunque tu desideri.>>
<<C-Chi sei?>>
La voce non rispose. Si sentiva solo il respiro affannoso.
<<Dimmi il tuo nome.>> insistì Beth impaurita.
<<Vedo che insisti tanto nel voler sapere il mio nome. Tu vuoi sapere! Vuoi sempre sapere! Ma in realtà questa tua curiosità è dovuta al fatto che tu non sai mai niente, sei sempre all'oscuro di tutto. Dunque cara Beth, io non ti dirò il mio nome, ma in compenso ti dirò dove si trovano i tuoi amici adesso.>>
<<C-Cosa c'entrano i miei amici?>> balbettò Beth come se stesse andando in tilt.
<<Loro sono qui. Insieme a me.>>
<<Rory, per favore! Dimmi che sei tu! Se questo è uno scherzo sappi che è di cattivo gusto.>>
<<Come preferisci che li uccida? Squartati? O magari con la testa infilata nel microonde?>>
<<Smettila!>> Esclamò quasi in lacrime.
<<Riconosci queste voci?>>
Dal telefono si sentirono delle urla. Quelle urla appartenevano a Tara, ad Amy e a Rory. Quelle urla li avrebbe riconosciuti anche tra centomila urla di estranei in una piazza affollata.
<<No!>> Urlò Beth. <<Lasciali andare! Ti prego!>>
L' uomo rise alle suppliche della ragazza, poi aggiunse:
<<Ti farò tre domande. Se rispondi esattamente loro vivranno, se invece sbaglierai verranno uccisi. Semplice, no?>>
<<C-Cosa vuoi? Perché a noi? Perché?>> Scoppiò in lacrime.
<<Perché mi andava di farlo.>>
La ragazza non rispose. Il pianto le impedì di parlare.
<<Beth, su…Non piangere. Andiamo Beth! È dannatamente divertente.>>
<<Ti prego…>>
<<Sei fottutamente noiosa. Ti farò la prima domanda. Apri le orecchie, non ripeterò una seconda volta. Beth, so che ami i film horror, beh…Sei fortunata, queste domande appartengono proprio a questa categoria. Allora: Come si chiama la bambina che uccide uscendo da un televisore?>>
<<Ti prego!>>
<<Andiamo, è divertente.>>
<<Samara!>> Ripose insicura. <<Si, Si…Samara! Samara!>>
<<Lo vedi che sei bravissima? Andiamo con la seconda domanda…>>
<<Basta! Ti prego!>> Singhiozzò in lacrime.
<<Qual è il film che vede protagonisti due fantasmi rancorosi di una madre e un figlio?>>
<<Ju-On?>>
<<Me lo stai chiedendo o è la risposta?>>
<<È la risposta. Ju-On!>>
<<Wow! Sei strepitosa. Continua così. Manca l'ultima domanda: Come si chiamava la bambina del film che ha terrorizzato il mondo?>>
<<Regan! Regan Macneil!>>
<<Brava Beth. Sei stata molto brava. Per oggi hai evitato spargimenti di sangue...Ma solo per oggi hai vinto tu. I tuoi amici verranno liberati.>>
<<Ti prego! Non tornare mai più nelle nostre vite. Noi non andremo alla polizia. Lasciaci andare! Ti prego!>>
<<Beth, io e te siamo destinati. Da adesso in poi sono entrato nella tua vita. Pensi davvero che le domande di cui conoscevi le risposte siano una cosa casuale?>>
La linea cadde. Beth restò col telefono nell'orecchio per un bel po' di secondi. Era scossa e impaurita. Si avvicinò alla finestra e vide un uomo in piedi di fronte a casa sua. Era vestito con un cappotto marrone. La osservava come quel barbagianni la sera precedente. Ammiccò un sorriso, poi si voltò e se ne andò, lasciando Beth ancora più impaurita di prima. 

Scream 2 - Dentro l'ignotoWhere stories live. Discover now