Capitolo 7 - Parte 2/2

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Aishia con tenerezza mi prese le mani, in seguito guardandomi negli occhi mi domandò: "Come mai me lo hai chiesto?"

Cosa potevo dirle, adesso? Forse era meglio riferirle la verità. Stringendo appena le sue mani piccole e delicate, mi arrivò alla mente un frammento dei suoi pensieri: <<Ora sono certa che anche lui ha un ciondolo identico al mio.>>

A quelle parole rimasi impietrito a guardarla. Come faceva a sapere che avevo un ciondolo a goccia identico al suo? Possibile che Aishia aveva dei poteri magici come i miei? Guardandola perplesso tentai di scogliere la presa che avevo su di lei. Probabilmente era proprio quello il legame che dava vita ai suoi poteri, proprio come accadeva a me, con un singolo tocco.

Aishia, strinse ancora di più le mie mani, guardandomi con occhi sinceri: "Hai davvero un ciondolo uguale al mio, quindi. Non sono l'unica ad aver ascoltato i tuoi pensieri sinceri nei miei confronti in tutto questo tempo".

Concluse quelle parole lei mi sorrise. Quindi sapeva tutto a riguardo di ciò che ero, lo aveva sempre saputo. Perché questa cosa mi trasmetteva un briciolo di preoccupazione? Forse perché nessuno sapeva dei miei veri poteri, almeno fino a quel momento. Rilassai il mio corpo che era diventato leggermente teso dalle parole di Aishia.

Non distogliendo i miei occhi da lei: "Sì è così. Anche io per tutto questo tempo, quando c'era l'occasione ho sentito i pensieri puri che ascoltavi dentro di me. Questo vuol dire che entrambi siamo speciali, non è forse così?"

"E' proprio così, è sono felice di aver incontrato qualcuno come me".

"Quando hai capito che io ero come te?" Le domandai.

"La prima volta che ci siamo incontrati. Quando mi hai sfiorato le mani sorridendomi, lì anche io ho sentito i tuoi sentimenti sinceri nei miei confronti, come tu hai ascoltato i miei. E' stato sorprendente sapere che non ero l'unica ad avere queste doti soprannaturali. La cosa bizzarra e che entrambi abbiamo lo stesso potere. Questo vuol dire che siamo legati per la vita, qualsiasi cosa ci accadrà noi ci rincontreremo sempre".

"Dici sul serio? Come fai a saperlo?" Domandai con curiosità.

"Mia mamma mi ha sempre detto che avrei trovato la persona più cara della mia vita tramite i miei stessi poteri. Perché in questo mondo ci sono solo due creature con un solo potere particolare e questi due sono legati per la vita".

Rimasi sorpreso da quelle parole non ne sapevo assolutamente niente di quella storia. Questo voleva dire che anche la madre si Aishia aveva un potere particolare.

Prima che pensassi ad altro, lei mi rispose: "Già è così, mia mamma ha lo stesso potere di mio padre, quello curativo".

"Mi hai letto di nuovo nel pensiero".

"Sì, perché tu non lo stai facendo con me?" Mi chiese.

"Beh, in realtà adesso no. Ma sono felice delle parole che mi hai detto, non pensavo ci fosse una profezia del genere non avendo mai conosciuto i miei genitori".

Aishia mi guardò dispiaciuta, poi abbracciandomi forte a lei: "Anche se non li hai mai conosciuti, posso dirti per certo che noi due siamo legati dal nostro potere. E poi non sei solo, ci sono qui io".

Sorrisi apertamente alle sue parole dolci: "Grazie, sono contento di averti incontrata. Lo stesso vale per me, io ci sarò sempre per te ricordalo, va bene?"

"Certo che sì, sai che anche io non ti lascerò mai. Quindi ricordalo anche tu".

Entrambi ci scambiammo un sorriso dolce, intanto che le nostre mani si stringevano per non lasciarci. Eravamo come una cosa sola in quel momento, la pensavamo entrambi allo stesso modo e sia io che lei volevamo esserci e stare insieme per molto tempo. Anche se eravamo lontani, con il nostro cuore potevamo essere vicini, bastava un semplice pensiero dei momenti passati insieme o di ciò che ci rappresentava.

Quel pomeriggio scoprii qualcosa di davvero importante, che non ero solo, potevo avere un appoggio in più e qualcuno con cui parlare delle mie doti soprannaturali. Sapevo per certo di non dover affrontare più le cose da solo ma con qualcuno che mi capisse davvero e questo lo avevo compreso in quei due anni che avevo conosciuto Aishia, finché non la vidi più dopo essere stato adottato dalla mia famiglia attuale. Lì avevo alla mente i suoi ricordi, pensando che fossero solo dei sogni, qualcosa che mi veniva in testa soltanto quando dormivo.

Non erano solo sogni in realtà, ma cose che avevo vissuto per davvero e che non venivano alla mente quando ero cosciente, ma solo quando i miei occhi si chiudevano andando in un altro spazio con la mente. Perché tutto questo? Anche se non sapevo il motivo, ora ero certo di poter ricordare. Appena aprirò gli occhi ricorderò tutto, proprio così.

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Riaprii gli occhi ritrovandomi disteso su un letto comodo e caldo. Mi guardai per un momento intorno, vedendo un po' confuso di essere nella mia stanza. Come ci ero arrivato lì? Sentivo un grande mal di testa, come se qualcuno l'avesse martellata o qualcosa del genere.

Portando la mia mano destra sulla fronte, spalancai appena gli occhi ricordando quel sogno che avevo fatto, ora mi era tutto più chiaro. Come avevo fatto a dimenticare quella bambina? Lei era stata tutto per me negli ultimi anni trascorsi in quel orfanotrofio. E io l'avevo dimenticata, come se non fosse stato niente di speciale per me. Ora dove poteva trovarsi? Non sapevo neanche come cercarla, o forse un modo c'era. Andare direttamente alla casa dove abitava da bambina, sicuramente si trovava ancora lì. Dovevo tentare, qual'era più il suo nome?

Riflettendoci su un attimo: "Era Aishia. Scusa se ti ho dimenticata, ti ritroverò sicuramente".

Aishia sicuramente poteva anche aiutarmi a salvare Eiron, aveva i miei stessi poteri magari poteva saperne di più di me essendo cresciuta con i suoi veri genitori.

A quel pensiero mi alzai di scatto provando delle forti vertigini. Rimanendo seduto sul letto, strinsi la mia mano sulla fronte cercando in qualche modo di trovare sollievo. Perché stavo così male? Possibile che c'entrava qualcosa con Eiron? Forse davvero gli avevano fatto qualcosa che non lo faceva stare molto bene.

Sentii dei passi avvicinarsi velocemente a me: "Ehi, Alastair. Che ti succede?"

Spostando la mia visuale verso sinistra, vidi davanti a me il volto di Zack preoccupato per le mie condizioni. Le sue mani erano poggiate sul fianco del letto, intanto che i suoi occhi non smettevano un attimo di guardarmi. Ora sapevo com'ero arrivato nella mia stanza, grazie a mio fratello che mi aveva soccorso. A questo punto mi porsi un'unica domanda. Da quanto tempo ero sdraiato su quel letto?

La tigre alataKde žijí příběhy. Začni objevovat