|Capitolo 18|

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Dopo essere rimasto immobile a fissare il vuoto, scendo anche io nella hall. Le mamme stanno parlando, mentre Harry, lì accanto, scruta il suo cellulare con un espressione seria. Mi passo le dita tra la frangia, prima di avvicinarmi titubante al trio. Il riccio ghigna appena mi vede (cosa che volevo accuratamente evitare, ma visto che sono sfigato eccoci qui).

"Allora ragazzi, io ed Anne andremo a vedere una sorgente prendendo la funevia, ma se volete andare a sciare potrete visitarla anche dopo" dice mia madre entusiata, è parecchio emozionata per questo viaggio. Sono l'unico che si sente a disagio?

"Io e Louis andiamo prima a fare un po' di snowboard, ti va bene?" dice voltandosi verso di me. Io annuisco rosso per l'intensità del suo sguardo, che ogni volta mi fa agitare. Mi possono sudare le mani in un posto dove ci sono due metri di neve?

"Perfetto, allora ci incontriamo di nuovo qui per l'ora di pranzo" concluse mia madre prendendo i suoi guanti da sopra il bancone, per poi darmi un bacio sulla fronte ed andare via con la sua amica.

Harry mi guarda con un sorrisetto furbo "pronto?" mi chiede.

Rispondo con tutta sincerità balbettando in modo confuso che non ho mai fatto sport sulla neve. A malapena giocavo a pallone. Il riccio mi circonda con un braccio le spalle, mandandomi mille scariche elettriche giù per la schiena, dicendo che non mi devo preoccupare perchè lui sarà lì per questo. Immagino già la scena. Spero solo ci sia un ospedale nei dintorni.

Ci avviamo fuori dall'hotel, dove noleggiamo un gatto delle nevi. Guardo quel mezzo un po' scettico, tanto da attirare l'attenzione di Harry su di me.

"Cos'è? Hai paura?" mi pone la domanda con espressione perplessa. Mi passo la mano inguantata sulla fronte per spostare qualche ciuffo di capelli.

"N-no" dico, la mia poca sicurezza deve essere trapelata in quanto mi chiede se sono sicuro. Io annuisco senza pensarci, non voglio apparire più sfigato di quello che già sono.

"Guarda che non c'è nulla di male ad avere paura" continua lui guardandomi con sospetto. Affino il mio sguardo come a dire 'ancora?' ed il messaggio, a quanto pare, viene recepito visto che Harry dice "Okay, okay" alzando le mani in aria.

Quando saliamo mi aggancio alla sua schiena come se non ci fosse un domani e, nemmeno tutte le bellissime sensazioni che sto provando aggrappato a lui, distolgono il mio cervello da quell'unico pensiero: Sto per morire.

Styles sistema i piedi sui pedali e mette in moto l'affare. Il borbottio che esce fuori dal motore mi fa stringere ancora di più a quella fascia di muscoli che è la schiena del ragazzo riccio, mormorando preghiere strane e una cantilena di "non morirai, vedrai Louis. Il massimo che può succedere è ribaltarci tra la foschia verde e diventare dei dispersi". Una risata da parte del più grande mi fa scuotere il petto e il cuore.

"Io non ho paura Styles. Pft. che scherzi? Io sono Louis la sicurezza in persona Tomlinson" mi scimmiotta quel cavernicolo, meritandosi una più che dovuta sberla sulla spalla.

" 'Sta zitto e parti" borbotto infastidito.

"Aggressivo...mmh...eccitante" ghigna il suo riflesso attraverso lo specchietto.

"Parti" grido esausto. Via il dente, via il dolore.

"Ai suoi ordini, principessa"

"E non chiamarmi principessa!"

Harry, di tutta risposta, si mette a ridere. Inutile dire che un sorrisino compiaciuto spunta anche a me.

***

La pista bianca esprime così tanta tranquillità, che quasi mi dimentico della corsa appena fatta. Harry è un pazzo spericolato! Dico io, ma chi gli da il permesso di guidare?!

The Dirty Blood Wings |Larry Stylinson|Where stories live. Discover now