|Capitolo 4|

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Sono appena arrivato al punto d'incontro, riesco a vedere Bryan che si avvicina da lontano, alzo la mano e lo saluto.

"Ehy Lou" dice sorridendomi, divento rosso ma ricambio il gesto.

"Allora andiamo! Conosco un'ottima bekery qui vicino" annuisco e lui mi scompiglia i capelli sorridendo.

Arriviamo al negozio e devo dire che è veramente carino; le pareti panna con due righe grige che passano nel mezzo orizzontalmente, su di una parete c'è anche una frase bellissima: 'Even if i have the wings dirty of blood, one day i will fly to you'. L'arredamento è grigio e bianco, con tante forme di cuori.

"Ti piace?" mi chiede il moro accanto a me.

"S-si, molto." dico in un sussurro.

"Mi fa piacere" sorride.

Subito dopo ci accomodiamo ad un tavolo ed iniziamo a parlare, io più che altro ascoltavo, mi piaceva molto di più.

"Cosa posso portarvi?" il camerire interrompe la nostra chiacchierata, pronto con il taqquino per prendere la nostra, o meglio la sua, ordinazione.

"Due cornetti, uno con la crema ed uno con il cioccolato, grazie" dice gentilmente Bryan.

Il cameriere posa davanti a noi i cornetti qualche minuto dopo, il mio amico poi mette quello con la cioccolata davanti a me, lo guardo confuso..Io non l'ho ordinato.

"Sapevo già non avresti ordinato nulla, quindi sono andato su qualcosa di semplice, infondo a chi non piace la cioccolata? Mangia tutto e non fare complimenti, lo devi finire o mi offendo." mi dice sorridendo dolcemente. Io non voglio offenderlo ma ha veramente troppi grassi per me. Come farò poi con Harry? Ha proprio ragione, mangio sempre.

Un po' titubante prendo il primo morso, è una delizia! Lo mangio tutto, anche se me ne pento un secondo dopo, era buonissimo.

"Buono vero?" ridacchia "Sei tutto sporco Louis" continua ridere mentre io mi faccio tutto rosso, che imbarazzo.

Bryan prende un tavagliolo e mi pulisce l'angolo della bocca delicatamente, nemmeno fossi fatto di vetro. Sono più rosso di prima e riprendo a respirare solo dopo che si è spostato.

Sono rientrato ora a casa, devo dire che mi sono divertito un mondo, non ho mai fatto nulla di così carino o divertente..

Non ne ho mai avuta occasione, mai avuto il motivo..

Dentro di me so che non merito nulla di questo.

Mi sono anche dimenticato di Harry, non del tutto ma quasi. Spero si sia ripreso da oggi pomeriggio. L'ho visto così strano, come se non fosse lui. Che si ricordasse la scorsa notte? Stava progettando qualcosa per farmela pagare?
Spero tanto di no..

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Sono passati quattro giorni dall'uscita con Bryan, ieri abbiamo di nuovo pranzato insieme, è proprio un caro ragazzo.

Sto aspettando Harry per il secondo lavoro insieme, oggi dobbiamo riposare tutti i libri della biblioteca fuori posto. Ma lui come al solito è in ritardo, non so perchè aspetto, tanto dovrò fare tutto da solo un'altra volta.
Tiro su le maniche della mia felpa ed inizio a mettere i libri, sui tavoli, negli appositi ripiani.

"Vedo che hai capito al volo il concetto, Tomlinson. Ci vorrà un po' ma potrai diventare perlomeno decente se continui così" Harry fa la sua comparsa due ore dopo.

Suona strano che il riccio creda in me, o almeno crede che io possa diventare decente. Abbasso lo sguardo, ho una malinconia strana ogni volta che sto con lui, ogni volta i miei stessi complessi mentali. Non mi amerà mai. A malapena può sopportare di vedermi nella sua stessa stanza..
Merda non dovevo piangere.
Mi nascondo dietro uno scaffale e cerco di calmarmi, non voglio senta i miei singhiozzi, per poi prendermi in giro, nel fine di farmi stare con una voragine nel petto.
Dopo aver ripreso il controllo delle mie emozioni, torno a lavoro.

C'è un libro che va messo in un ripiano veramente troppo alto per me, ho paura di chiedere ad Harry, prendo un sedia e ci salgo sopra. Mi sbilancio un po' troppo per riporre il libro ma, con la mia solita sfiga, cado a terra sbattendo la testa all'angolo del tavolo. Mi devo fare sempre male, Dio che dolore.
Il riccio corre dove sono ed appena vede la scena sbuffa scocciato.

"Pensavo avessi rotto qualcosa moccioso"

Mi gira la testa fortemente, ho dato una bella botta, alcune volte mi si annebbia la vista. Porto una mano alla testa e per fortuna non esce sangue.
Mi tiro su lentamente, sotto lo sguardo del più grande che osserva senza dir nulla. Chiudo gli occhi, ed ora il dolore aumenta, piccole lacrime silenziose iniziano a bagnare le mie guance imporporate.

"Io me ne vado, già ti odio normalmente, figuriamoci quando piangi, checca del cazzo." gira i tacchi e se ne va.

Ora il dolore al cuore si aggiunge più prepotente che mai.

Mi odia.

Lui mi odia.

Odia.

Io credo di non poter più respirare.

C'è chi dice che essere odiati sia meglio di essere ignorati.
Ma io non lo credo più di tanto ora come ora.

Mi metto a singhiozzare più forte. Sapevo che piano piano mi illudevo, ma sentirselo dire fa molto più male. Lo dimostrava tutti i giorni, infondo le cose che mi fa può dedicarle solo ad uno che odia, ma sapete, la speranza è sempre l'ultima a morire.

Mi alzo ancora frastornato dalla caduta e da quella parola uscita poco fa dalle sue bellissime labbra. Perchè devo amarlo, se lui mi odia? Scuoto la testa, basta.

Me ne ritorno a casa, ne ho avuto abbastanza per oggi.

Quando entro in casa, ovviamente, c'è il silenzio più totale. Vado nella mia stanza a riposare un po', le mie giornate scolastiche sono sempre così faticose.

Mi risveglio qualche ora dopo con meno dolore in testa, l'altra situazione meglio non aprirne il discorso.
Afferro il cellulare sul comodino e vedo che c'è un messaggio:

Da Bryan

'Ehy Lou, tutto ok? Oggi non sei venuto a pranzo'

Non avevo avvisato il moro, che stupido che sono.
Spero non si sia arrabbiato.

Per Bryan

'Ehy scusami Bry, sono tornato a casa prima, avevo mal di testa. Xx'

Blocco il telefono sospirando. Ho bisogno di una passeggiata, già so dove andare, metto le scarpe ed esco di casa.

Arrivato mi arrampico sul tetto e mi siedo, osservo il panorama fantastico che mi si presenta. I colori che prevalgono sono soprattutto il verde ed il blu, come i prati, come il mare, come gli alberi, come il cielo.

Mi odiava sul serio.

The Dirty Blood Wings |Larry Stylinson|Where stories live. Discover now