|Capitolo 11|

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E anche questo weekend è arrivato, come passa veloce il tempo? Tra meno di un mese è anche il mio compleanno, non che me ne importi molto. È sempre stato, e rimarrà, un giorno comune, per me e chi mi circonda. Non me ne curo, non voglio nemmeno gli auguri, tanto alla fine va tutto male lo stesso.

Tra meno di due ore Bryan sarà qui e io sto ancora poltrendo nel letto. Se non ci fosse questa confusione, saprei già cosa fare, mentre, invece, mi ritrovo qui a faticare per trascinarmi nel bagno, per essere per lo meno presentabile, cosa davvero ardua tra l'altro. Perchè in realtà, l'unico stato in cui io posso essere, è quello orribile.

Mi lavo tranquillamente sotto il getto dell'acqua, togliendo la schiuma in eccesso. Poi uscendo infilo il mio accapatoio e, piazzandomi difronte allo specchio, cerco di sistemare i capelli ribelli aka i serpenti di medusa.

Il fatto che io non so dove mi porta, mi fa avere una crisi nervosa, come mi devo vestire? Come un barbone, ovvero come ogni giorno, barbone livello avanzato, cioè un paio di jeans carini o barbone livello supremo, giacca elegante? Opto per il livello avanzato.

Infilo i jeans ed una maglia a righe, metto le mie vans, per poi andare di sotto e afferare il mio cappotto. Un quarto d'ora dopo il campanello inizia a suonare e io, agitato come al solito, per prendere le chiavi mi graffio il dorso della mano. Come se fosse normale, è solo un appuntamento, con un ragazzo fantastico..

Io per tranquillizzarmi sono davvero un asso!

Apro la porta sorridendo al ragazzo avanti a me.

"Ehy Lou" mi saluta baciandomi la mano, possibile arrossire anche su essa ?

"Oi" dico titubante, cosa dovrei fare? Baciargli anche io la mano?

Non faccio in tempo a realizzare che già mi sta aprendo lo sportello della sua auto, con un sorriso mi invita ad entrare, e così, ringraziando lo faccio.

"Sei bellissimo sta sera" dice dolcemente distogliendo lo sguardo dalla strada per qualche secondo.

"G-grazie" balbetto arrossito, per fortuna che è buio qui dentro.

Dopo dei minuti lunghissimi, usciamo dall'abitacolo, e se non sbaglio ci troviamo in un parcheggio di un ristorante molto carino all'esterno.

"Mi hanno detto che si mangia bene, volevo provare, spero non ti dispiaccia" mi distrae Bry affiancandomi, mi ero perso ad osservare la grande scritta al neon "The Ship", uno strano nome per un locale, forse si mangia del pesce?

"Andiamo" mi prende la mano, in volto un sorriso stupendo, e certe volte vorrei che alcuni momenti durassero l'eternità.

Ci fanno accomodare in un tavolino vicino ad una grande vetrata, e lo spettacolo al di fuori è magnifico. Forse ho capito il significato del nome, appena osservi ti ritrovi un manto d'acqua dolce che ti riflette, un lago enorme dove la luna si specchia affascinante.

Sorrido tra me e me, sono le piccole cose, a volte, a renderti felice.

"Ne sono rimasto incantato anche io, non ci avevo fatto caso" mi comunica il moro guardando anche lui il panorama.

"Sai, è d-davvero be-bellissimo qui" dico abassando lo sguardo sul graffio di poco prima "Grazie Bry, di tutto" sussurro.

"Ehy Louis" mi richiama facendomi alzare lo sguardo "sono io quello che ti deve ringraziare, sul serio, sei una persona speciale, fantastica" mi prende il dorso della mano, iniziando a fare dei cerchi immaginari su di esso.

Dopo la cena, abbiamo deciso di andare ad una festa di paese che si trovava a poco tempo da qui.

Abbiamo mangiato lo zucchero filato, preso le caramelle, fatto la ruota panoramica. È stato tutto fantastico.

Ora ci troviamo su di un ponte a dare le noccioline alle papere, non so se le possono mangiare, ma a noi non vanno più, perciò, perchè non tentare?

Bry posa un braccio sulla mia vita avvicinandomi a lui, anche se sto morendo dall'imbarazzo, cerco di fare qualcosa di carino; così mi rannicchio di più sulla sua persona, e restiamo in questa posizione per non so quanto tempo, guardiamo il fiume che passa indiscreto sotto di noi, il rumore delle correnti. Sembra di essere in un film, con i grilli che cantano ed il vento che ci costringere a stringerci uno fra le braccia dell'altro ed è proprio in quel momento che accade: lui mi guarda sorridendo, mi sfiora la guancia con il pollice freddo, guarda i miei occhi azzurri con dipendenza. Poi si avvicina cautamente, come se avesse paura di rovinare ogni cosa, vicino, sempre di più. Infine chiude la pece con le sue palpebre e mi ruba le labbra in un bacio, non aggiunge nient'altro se non uno scontrarsi di morbida carne rosa.

E poi, come in ogni favola che si rispetti, il momento magico finisce, e porta con se il rossore sulle mie guance.

"Ti va di giocare? Potrei prenderti un peluche" mi domanda dolcemente Bryan con un piccolo sorriso.

Annuisco non riuscendo a parlare dopo l'accaduto. È stato fantastico ovviamente, ma è come se nel mio cervello ci fosse qualcos'altro che fa la lotta per prendere il posto e farmi pensare ad altro. Il problema è che sono incoscio su cosa potrebbe mai essere. E pure so di saperlo benissimo, so cos'è, so chi è, ma non riesco a tirarlo fuori dal buio della sua tana.

Mi avvicino al moro che ha già pagato per tirare delle palline in delle bocce piene d'acqua. Cerco di fare il tifo, cercando di non essere imbarazzante.

Alla fine Bry vince un coniglietto di peluche di medie dimenzioni. È davvero carino, ha le macchioline bianche e nere con il musino rosa, fa tanta tenerezza, lo adoro.

"Grazie mille" ringrazio il ragazzo continuando a fissare la creaturina di pezza.

"Nulla piccolo nano" dice ridendo, mentre scompiglia il mio ciuffo.
Mi aggiungo anche io alla sua risata, e tra uno schiamazzo e una linguaccia, siamo arrivati alla sua macchina.

Raggiungiamo casa mia in una mezz'oretta, mi sono quasi addormentato lungo il viaggio. Bry mi accompagna alla porta, ma appena giriamo l'angolo troviamo un uomo, o meglio un ragazzo steso davanti al portoncino.

Io mi avvicino pauroso al ragazzo inerme, lo giro cautamente, è Harry.

Diamine.

Sembra ubriaco. Un'altra volta.

"Chi è?" chiede il moro dietro di me.

"Tranquillo, l-lo conosco. È il f-figlio di una a-amica di famiglia" rispondo rassicurato.

Sul volto di Bryan si forma una smorfia poco convinta.

"Puoi and-are, non ti proccupare, s-starò bene" affermo

"Loueh dove sei statooooo" ride il riccio, bene ora si è anche svegliato "sai ho aspettato tutta la sera, c'era sempre quella gallina, l'hai vista? Pensavo ti avesse rubato" si lamenta.
Poi con uno scatto mi strattona addosso a lui abbracciandomi.

Bry mi tira subito fuori "Non ti lascio con lui" fulmina l'ubriaco con lo sguardo.

"Fidati, è solo un po' frastornato" sugerisco titubante.

"Louis promettimi che chiami, a qualsiasi ora, se c'è qualche problema" mi fa promettere; così l'accontento e annuisco.

"Louis promettimi gnegnegne" scimmiotta Harry, sono nei guai.
"Louis ma chi è questo? Puzza di capra" ride il riccio "dai andiamo che ho sonno, non riuscivo a dormire." sbadiglia "Ti do anche la mia maglia come pigiama ma ora entriamo" reclama il riccio.

"Cosa?!" chiede Bryan, la bocca aperta dallo stupore.

"È solo ubriaco" cerco di calmarlo "Vai a casa Bryan, sul serio. Ci vediamo domani" e per la prima volta in tutta la mia vita il mio tono si fa autoritario, lo sguardo serio. Non avrei mai pensato di riuscirci, soprattutto per uno come...uno come Harry Styles.

The Dirty Blood Wings |Larry Stylinson|Donde viven las historias. Descúbrelo ahora