Erano passati otto mesi da quel giorno.
Salvatore aveva accettato la scelta di Emily.
Emily era incinta di due gemelle.
Stefano era ancora in coma.

Era il primo ottobre.
La sveglia nella stanza di Emily continuava a risuonare.
La ragazza si alzò di malavoglia, andò in bagno e si fece una doccia.
Una volta finito, si guardò allo specchio.
Aveva gli occhi stanchi.
Non vedeva l'ora che le due creaturine che aveva in corpo nascessero.
Mentre si guardava allo specchio le sembrò come se Stefano fosse accanto a lei in quel preciso momento.
Ma naturalmente non era vero.
Si vestì, mise lo zaino in spalla, salutò Salvatore e andò a scuola.
Aveva una pancia abnorme.
Varcò il cancello della scuola e andò subito in classe per non farsi noare da nessuno.
Dopo poco la classe iniziò a riempirsi, poi entrò la professoressa e iniziò la lezione.

***

Erano quesi le due.
Ad Emily venne un forte mal di pancia.
"Professoressa? Posso andare in bagno?"
"No. Stiamo per uscire Cinquegrana."
"Professoressa devo andare in bagno."
"Non m'interressa."
"Professoressa la può fare andare in bagno per favore?" Chiese uno dei compagni della ragazza.
"Sei il suo avvocato?"
"Emily alzati e vai in bagno." Disse Sara.
"Cinquegrana ci provi e la sospendo."
"E mi sospenda professoressa." Emily uscì di corsa dalla classe e andò in bagno.
Appena entro in quella specie di cambina le si ruppero le acque.
"Oh merda." Disse prendendo il cellulare per chiamare Salvatore.
"Pronto?"
"Sal.. vienimi.. a.. prende.. ora.." Disse fra respiri affannosi.
"Che succede?"
"Mi.. si.. sono.. rotte.. le.. acque.."
"COSA?! STO VENENDO!" Disse il ragazzo per poi chiudere la chiamata.
La ragazza tornò in classe massaggiandosi la pancia.
"Cinquegrana lei è sospesa per quindici giorni." Informò Emily.
"Tanto non verrò a scuola per molto più tempo."
"Perchè?"
"Perchè sto partorendo professoressa. Okay? Bene." Disse la ragazza sedendosi sulla sedia.
"Signorina Cinquegrana la smetta."
"Professoressa ma è davvero rincoglionita?" Disse un compagno della ragazza avvicinandosi alla mora per poi prenderle la mano.
"Ferrari moderi il linguaggio!" Sbraitò la donna.
"Eh si vabbè."
In pochi secondi tutta la classe accerchiò la ragazza.
Un bidello entrò in classe.
"Cinquegrana deve uscire."
I compagni di classe della ragazza l'aiutarono a mettersi il giubbotto.
"No, Cinquegrana, lei non scende." Disse decisa la professoressa.
"Professoressa, vuole che dò alla luce le mie due figlie qua dentro?"
"La smette con sta cavolata?"
"Professoressa, per favo- PORCA PUTTANA FATE SALIRE MIO FRATELLO!" Urlò la ragazza colpita da un forte mal di pancia.
"CINQUEGRANA!"
"PROFESSORESSA SE NE VADA A FANCULO VA!"
Un ragazzo uscì dalla porta e dopo pochissimi secondi tornò con Salvatore.
"OH SANTO GESU'! EMILY MUOVITI, ALZA IL CULO DALLA SEDIA E ANDIAMO IN OSPEDALE! NON HO INTENZIONE DI FARTI PARTORIRE IN MACCHINA!"

Salvatore aveva preso la patente solo per quell'evenienza.

Il ragazzo prese Emily in braccio e fece per uscire ma la professoressa di matematica lo fermò.

"Ma è davvero incinta?"
"NOOO PER FINTA." Disse ironico il ragazzo per poi precipitarsi all'uscita.
Mise Emily distesa sui sedili posteriori.
"Allora Emily, pensa a cose felici. Unicorni che vomitano arcobaleni.."
"SALAVATORE COSI' NON AIUTI! MUOVITI CHE SENNO TI PARTORISCO IN MACCHINA."

Cinque minuti dopo si ritrovarono in ospedale.
I medici portarono Emily in sala travaglio.
Salvatore invece andò da Stefano.

"Stefano. Se davvero mi stai sentendo. Emily è in sala travaglio. Sta per dare alla luce due bambine. Vorrebbe che in questo momento ci fossi tu accanto a lei. So che impossibbile.. ma potresti.. provare.. a svegliarti..? No ma che dico.. lascia stare Stefano. Fa come se non ti avessi detto niente."

In realtà Stefano, sapeva come svegliarsi.
Ma non l'aveva mai fatto.

Cliccò un bottone infondo alla piscina con il trampolino e si ritrovò in una stanza completamente nera.
Poi c'era un uomo vestito di bianco in lontananza.
Si avvicinò a quell'uomo.
"EHI TU! DOVE SONO?" Urlò Stefano.
"Sei nella vita e nella morte. Sei nella via di mezzo."
"e perché sono qui?"
"Sai benissimo perché sei qui, Stefano.  Hai due scelte davanti. La vita o la morte. Nessuna delle due sarà facile, ti avverto. Anzi, probabilmente sono sullo stesso piano. Vivrai anni difficili, duri e veramente complimenti. Potrebbe succedere di tutto. A te, alle tue figlie, ad Emily. So che tu sei un ragazzo forte e determinato, ma certe cos sono davvero difficili, e complicate. Ti senti davvero pronto a vivere? A vivere da padre?"

Stefano guardò quell'uomo.
Era parecchio combattuto.
Era certo del fatto che volesse vivere, che volesse passare ogni singolo minuto del suo tempo con Emily e con le sue bambine, ma le parole di quell'uomo lo fecero spaventare e non poco.
Aveva paura di star male, ma ciò non gli avrebbe impedito di vivere la sua vita, con le persone che più amava.

"io voglio vivere, voglio vedere le mie figlie nascere e voglio invecchiare Emily. Voglio stare con i miei amici e passare il resto dei miei giorni con loro."

Dopo questa frase, si trovò sul lettino dell'ospedale nel quale aveva passato nove mesi della sua esistenza.
Era parecchio indolenzito e non riusciva praticamente a muoversi, ma era felice.
Davvero felice.

Dopo diverse ore dal suo risveglio, si trovava con tutte le persone che amava, comprese le Beatrice e Serena.
Erano così belle.
Si girò a guardare la sua innamorata e le diede un bacio sulle labbra, un bacio pieno d'amore e dato con il cuore.

"ti amo." Disse il ragazzo, sorridendo.
"ti amo anche io." rispose la ragazza, poggiando la fronte sulla sua.

Save Me. - Stefano Lepri (In Revisione)Where stories live. Discover now