L'uomo cominciò ad armeggiare con i lacci del corsetto e l'Elfa si ritrasse schifata. Non poteva aspettare ancora. In un moto d'orgoglio liberò le braccia da sotto il petto di Temeh, e prima che i suoi riflessi insonnoliti dall'alcol lo allarmassero e lui si accingesse a bloccarla, gli afferrò la testa e la sollevò, incrociando i suoi occhi annebbiati e confusi.

Senza perdere un istante, Keeryahel rilasciò la magia: un lampo di luce argentea si sprigionò dalle sue mani e circondò la testa di Temeh. I suoi occhi si spensero e si chiusero nel sonno magico, il suo corpo si afflosciò contro la ragazza con tutto il peso.

L'Elfa spinse con tutta la sua forza l'uomo da sé, facendolo rotolare scomposto tra le coperte. Respirando affannosamente, Keeryahel si alzò: tremava, dovette sorreggersi alla parete per non cadere. Restò ferma, la schiena appoggiata contro il muro e il corsetto mezzo slacciato, con i nastri che pendevano disfatti intorno alla vita.

Un po' alla volta normalizzò il respiro, e sulle sue labbra apparve un sorriso. Aveva vinto, ce l'aveva fatta. Ora doveva parlare con Anser, ma era molto più tranquilla.

Sistemò alla bell'e meglio il corsetto, senza però stringerlo all'impossibile, in modo che la coprisse; estese le sue percezioni al circondario, avvertendo due presenze. Una era Ellana, nel piano inferiore della casa che cucinava per la cena, la mente un'unica matassa di pensieri intrecciati, tra preoccupazione, angoscia e rabbia. L'altra persona era fuori dalla casa da qualche parte, Keeryahel era sicura di averla incontrata prima ma non avrebbe saputo dire dove. Senza perdere tempo, la ragazza uscì dalla stanza, aprì la porta del corridoio che Temeh aveva lasciato semichiusa e si avventurò a passo felpato giù dalle scale. I folti tappeti, dalle fantasie geometriche e colorate, le permettevano di essere silenziosa; alla sua destra, finite le scale, si apriva una stanza annebbiata dal vapore entro cui Ellana si muoveva sicura.

Le si avvicinò da un lato ma la donna non se ne accorse finché Keeryahel non le sfiorò una spalla; a quel punto Ellana cacciò uno strillo soffocato e quasi rovesciò la pentola colma d'acqua bollente che teneva in mano.

«Cailis, sei tu!» esclamò, gli occhi grandi dallo stupore e il respiro accelerato. «Credevo fosse uno di quegli animali con chissà che richiesta... ma» si bloccò, realizzando chi aveva davanti. Buttò un'occhiata fuori dalla finestra, oltre la quale si vedeva un cielo dai colori smorzati dal quale il sole era appena tramontato «come mai sei qui... ora? Temeh non ha...»

«Era ubriaco» tagliò corto lei, evitando di sbilanciarsi. «Appena arrivato in camera è crollato addormentato. Devo parlare con Anser, ora che ne ho l'occasione.»

Ellana si guardò intorno in apprensione.

«Non posso farti uscire, per cui gli dirò di entrare da una delle finestre sul retro» sussurrò. «Torna alla stanza della tinozza e apri finestra e imposte.»

Keeryahel obbedì senza pensarci due volte. Non sapeva per quanto tempo l'incantesimo si sarebbe mantenuto: il fatto che Temeh fosse ubriaco l'aiutava, ma non poteva permettersi perdite di tempo.

Sovrappensiero, seduta sulla tinozza rovesciata in modo da avere sotto controllo sia la porta che la finestra, si accorse dell'arrivo di una persona solo quando colse un movimento all'esterno con la coda dell'occhio. Dandosi della stupida scattò in piedi ed estese le sue percezioni.

L'Elfa si rese conto che la presenza che si stava arrampicando sul davanzale era la stessa che aveva percepito dopo aver addormentato Temeh. Dunque Anser stava tenendo sotto controllo la casa già da un po'.

Bene.

La presenza si materializzò in un uomo ammantato e vestito con gli abiti scuri di chi non vuole essere individuato nell'oscurità del crepuscolo. Accucciato sul davanzale della finestra le ricordava un lupo a caccia, sul punto di balzare addosso alla preda.

Prima che Keeryahel potesse proferire parola, lo sconosciuto entrò e chiuse nuovamente le imposte e la finestra, sprofondando la stanza nelle tenebre. Se prima la tenue luce blu della sera filtrava nella stanza, ora l'oscurità era fitta. Keeryahel avvertì un brivido lungo la schiena.

Non aveva acceso la lampada perché dall'esterno non si capisse dov'era, provocando sospetti, ma ora si trovava chiusa in una stanza immersa nelle tenebre con uno sconosciuto. Allungò la mano verso la lampada e la accese con una scintillina magica, sperando che l'uomo non facesse caso al dettaglio. La luce irregolare della lampada si posò dorata sulla stanza e sulla sagoma dello sconosciuto. Era davvero alto, ma non massiccio come Temeh: aveva il fisico asciutto di un giovane, le braccia che spuntavano dalle maniche erano un fascio di muscoli nervosi.

«Sei tu Anser?» chiese la ragazza a bassa voce.

Lui annuì e tolse il cappuccio con un gesto lento, probabilmente per non allarmarla.

Keeryahel dovette trattenere un'espressione di sorpresa. Ricordava i lineamenti spigolosi, la mascella pronunciata, gli zigomi alti di quel volto, ricordava gli occhi scuri coperti da ciuffi di selvaggi capelli corvini in parte trattenuti in una coda: quel ragazzo era la sentinella che li aveva accolti alla spiaggia, prima che arrivasse Temeh con i suoi uomini a catturarli.

Dunque era lui Anser.

«Io sono Keeryahel» gli rispose, tendendo una mano. Decise che con lui era meglio rischiare ed essere sincera. «Non credo di avere molto tempo prima che Temeh si svegli.»

Il ragazzo annuì. «Sarò breve, allora. Ellana mi ha parlato di te, ha detto che sosterresti un'insurrezione.»

La fissò di sbieco come per chiedere conferma.

«Io e i miei compagni la sosterremo» rispose, decisa. «Ma i miei compagni non potranno fare nulla finché sono in prigione. E inoltre» riprese prima che il giovane cominciasse a parlare «ricorda che abbattere Temeh non è la nostra priorità, né ciò per cui siamo qui. Quello che sta accadendo nei Regni dell'Ovest non può aspettare.»

Anser ascoltò senza battere ciglio o mostrare alcuna emozione. Non era uno sprovveduto, notò l'Elfa. Sembrava del tutto certo di quello che faceva.

«Torg è mio padre» disse, fissandola da sotto quel ciuffo di capelli mossi. «Sono certo che se ha fatto credere di essere morto a Temeh e a me per quattordici anni ci sia un motivo serio, e se ora ha deciso di sprecare tutto questo per aiutarvi a trovare il talismano dev'esserci una ragione.»

Si interruppe il tempo necessario a prendere un respiro profondo, poi si volse a fissarla negli occhi. Le sue iridi nere erano infiammate di determinazione.

«Il talismano di cui ha parlato la tua amica è uno dei tesori più preziosi di Temeh. Lo rubò a mio padre quando tentò di ucciderlo... e ora, a quanto ne so, lo tiene in un luogo segreto della sua stanza.»

Keeryahel sentì il cuore accelerare. Forse una soluzione c'era.

«A molti in città farebbe comodo che Temeh cadesse. Ho parlato con alcuni di loro, e siamo pronti. Domani, se il cielo lo permette, lui e alcuni dei suoi partiranno per una razzia; a quel punto libererò i prigionieri e prenderemo il controllo del porto. Sfruttando il caos, tu dovrai frugare la stanza per trovare il gioiello, raggiungerai i tuoi compagni sulla spiaggia e ve ne andrete pressoché inosservati.»

L'Elfa annuì e non rispose. Era un buon piano, ma lo stesso distrusse il suo entusiasmo in briciole e le causò un brivido lungo la schiena: fino all'ultimo aveva sperato che Anser le consentisse di andarsene dalle grinfie di Temeh, e invece non era stato così.

«Ce la farai a sopravvivere un altro giorno?» le chiese Anser, lo sguardo intenso puntato sui suoi occhi.

Keeryahel deglutì, ma si fece coraggio e annuì ancora. Questa volta il sogno magico avrebbe fatto credere a Temeh qualsiasi cosa avesse voluto fare di lei, ma era riuscita a lanciare l'incantesimo per miracolo. Cosa sarebbe successo se Temeh fosse stato un po' meno ubriaco e lei non fosse stata in grado di usare quella magia?

«Mi dispiace» riprese Anser, e sembrava davvero rattristato «ma credo che non ci sia altro modo.»

«Lo so» sussurrò lei mentre il giovane apriva le imposte e spariva nel buio, dopo averle gettato un'ultima occhiata. «Ce la farò» promise a se stessa.

Aleestrya [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora