7. La battaglia di Thora

4.4K 261 23
                                    

Dopo due mesi di solitudine, l'accampamento dell'Esercito Libero vicino a Thora fu un pugno in faccia.

La confusione degli ordini gridati, delle armi che si scontravano, dei fabbri che affilavano lame e riparavano armature colpirono Myrindar con tutta la loro violenza, mentre lei e Jahrien si facevano accompagnare da una sentinella fino dal comandante.

Passarono tra le tende impolverate dei soldati, tra i rintocchi sgraziati dei martelli dei carpentieri che riparavano le macchine d'assedio, tra il clangore di armi e armature luccicanti che echeggiava ovunque. Vedeva lampi rosso e oro delle divise dell'Esercito Libero, lampi argentei di metallo tra la polvere della pianura, scorci di torri e mura della città assediata.

Quel caos le rimbombava nella testa e la distraeva, i suoi occhi inseguivano i movimenti rapidi e sicuri delle persone intorno a lei. Guardò Jahrien. Sembrava a suo agio, per niente disorientato. Sì, in fondo doveva aver calcato così tanti campi di battaglia da esserci ormai abituato.

Il ragazzo incrociò il suo sguardo spaesato e sorrise, scuotendo la testa. Myrindar si sentì fuori luogo.

Il padiglione di Alshain era soltanto una tenda, in tutto e per tutto uguale alle altre, se non fosse stato per lo stendardo rosso e dorato appeso fuori. Si sentivano voci provenire dall'interno.

La sentinella che li aveva accompagnati fin lì fece cenno ai due ragazzi di aspettare ed entrò. Seguirono brevi frasi che i due non sentirono, poi il soldato uscì e disse loro di entrare. Myrindar seguì Jahrien all'interno.

Alshain era seduto su uno sgabello accanto a un tavolino ingombro di rapporti, documenti e mappe. Il comandante sollevò lo sguardo sui due nuovi arrivati e congedò i tre ufficiali già presenti nella tenda, che uscirono guardando la ragazza con curiosità e velato disprezzo. Myrindar abbassò gli occhi, a disagio.

Sapeva che le donne combattenti erano molto rare, nei Regni dell'Ovest. Aveva sentito leggende su guerriere micidiali provenienti dall'Est, ma sapeva che quasi sicuramente erano solo, appunto, leggende. Senza contare il fatto che lei dimostrava quindici anni scarsi.

«Apprezzo che tu abbia finalmente scelto di combattere, Myrindar» cominciò Alshain, guardandola con sufficienza.

«La mia opinione non è cambiata, comandante. Non userò il mio potere in una guerra» rispose lei, sollevando la testa. «Combatterò con una spada e un pugnale. Sarò pari a tutti gli uomini su quel campo di battaglia. Anche se sono nemici che vogliono uccidermi, non userò il potere del Kratheda.»

Alshain strinse gli occhi di ghiaccio in uno sguardo affilato e minaccioso.

«Bene. Non sprecherò altro tempo con te. È la tua vita, in fondo. A me basta che tu non faccia uccidere guerrieri più abili di te per questo tuo capriccio.»

Si rivolse a Jahrien, senza degnarla più di un'occhiata.

«Sarete sotto il comando del capitano Eghrel. Lui vi darà tutte le istruzioni per stanotte. Potete andare.»

E con questo considerò chiuso il discorso e tornò a studiare le sue mappe.


***


Il capitano in questione era un uomo sui trentacinque anni dalla pelle ambrata e i lineamenti spigolosi tipici di Amikar, che li accolse con uno sguardo stupito ma senza fare commenti, il che lo rese immediatamente simpatico a Myrindar. Assegnò loro una tenda dove dormire e li aggiornò sulla situazione.

Erano accampati sotto Thora da più di una settimana. In quel tempo avevano attaccato tre volte la città, e ogni battaglia era durata sempre di più: erano certi che Thora sarebbe presto capitolata.

Aleestrya [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora