«Fermo! Chiamo qualcuno, non ti muovere.»

Ma è come se lei non avesse parlato, perché lui non le dà il minimo ascolto. Ha già messo fuori la gamba e con la schiena si è alzato.

Allora Lyn è costretta a raggirare il letto, calpestando le pantofole sul pavimento e buttandole sotto la rete del materasso. In un attimo si ritrova al suo fianco.

«Zayn ..»

Ti prego, ti farai male.

Appoggia la mano sulla sua, collegata alla flebo che, gocciolina dopo gocciolina, sta per finire. La tiene lì, ferma.

Basta quello per farli scattare, entrambi, ma soprattutto lui. Perché finalmente, qualcuno, al di là dei medici e delle infermiere, lo sta toccando. E anche se quello è un tocco leggero, delicato, incerto .. È ugualmente bello sentirlo. È bello sentire Lyn di nuovo sulla sua pelle.

È bello provare, qualsiasi cosa sia, la sensazione che gli prende ancora allo stomaco quando lei è nei paraggi.

Zayn inizia a guardarla in modo strano. Zayn sembra essere preso da quegli occhi così preoccupati, velati di lacrime. Zayn sente meno male, improvvisamente. E sono tutte queste piccole cose, messe insieme, a far perdere la testa anche a Lyn.

Perché le è parso di sentire le sue dita stringerle la mano, tirandola. E non per allontanarsi. L'avvicinava verso di lui. E allora niente e nessuno la può fermare, adesso, neppure l'angoscia di fargli fisicamente del male.

Sta trattenendo il fiato.

Con tutta la delicatezza che ha in corpo, sistema il suo ginocchio sul letto. Lo copre con il lenzuolo, che tende fino al suo stomaco, fasciato dalla solita maglia a maniche corte bianca.

«Chiamo l'infermiera.» ma non ti lascio, sussurra con un filo di voce, guardando le loro mani ancora l'una sull'altra.

All'improvviso non ha più bisogno di richiudersi in bagno, Zayn. Non vuole scappare da lei. L'inquietudine, se così si può definire, com'è arrivata se n'è anche andata.

«No.»

Lyn si fa più vicina, come se quella risposta, quel semplice no, e la presa che non la lascia andare avessero un altro significato. Una richiesta tacita.

Ancora una volta, nel silenzio si dicono tutto.

Le cosce toccano il lenzuolo bianco e la coperta azzurrina.

«America .. Dov'è?»

Lo sguardo cade impercettibilmente sulla parte di letto libera, al lato del suo corpo.

«A casa. Con tua sorella.» risponde, prima di decidersi ad alzare il ginocchio e appoggiarlo sul materasso.

Zayn alza il braccio, come se la invitasse a non fermarsi e farsi avanti. Non perde ogni sua minima mossa e lo stesso fa Lyn, pronta a indietreggiare qualora quegli occhi color cioccolato glielo chiedessero.

«Quanto mi sono perso di lei?» biascica con la gola secca, vedendola salire completamente sul letto.

Lyn si tira indietro i capelli, alla bel e meglio, e poi si sdraia al suo fianco. Sta attenta a non stargli troppo addosso.

Scuote la testa, la vista si offusca ma fa di tutto per trattenere le lacrime.

Insicura, gli appoggia l'altra mano sul petto, lì, sul cuore. Batte. Batte per me, pensa in quel momento di debolezza.

Lui non si scosta. La continua a guardare e con il pensiero le dice di farsi ancora più vicina. Due secondi dopo, Lyn è su di lui.

«Niente, non hai perso niente. Ho filmato tutto, come promesso. Andrà tutto bene, adesso va tutto bene.» biascica contro il suo collo, ispirando dopo tanto tempo – troppo – il suo odore.

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