Chapter 25: Making Promises

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"Hai seriamente appena chiamato Michael spinacino?" Domando, guardando basita Ellie che arrossisce leggermente, nascondendo il sorriso imbarazzato dietro alla mela rossa come le sue guance.
"Beh, che c'è? È un nome carino! Ma che ne sai tu di relazioni..." borbotta, addentando la mela con energia quasi a sottolineare il suo punto, facendomi scoppiare a ridere.
Ellie è un vero e proprio personaggio a sè, con la sua aura da ragazza tranquilla e studiosa sotto la quale nasconde un sarcasmo che mal si mescola con la sua timidezza.
Uguale a me, ma allo stesso tempo il mio esatto opposto.
"Ma sentitela! La grande esperta in amore!" La punzecchio, puntandole contro la forchetta sporca di sugo, quando ricevo un'occhiataccia da una ragazza mai vista prima che mi passa accanto con il suo vassoio, facendomi alzare gli occhi al cielo.
Giusto, a scuola rimango la nuova troietta di Luke Hemmings.
Che persone che ci sono al mondo.
"È che... Adesso che ho Michael mi sento cosí...".
"Libera?" Azzardo, facendola annuire vigorosamente mentre morde nuovamente la mela, facendomi arricciare il naso.
Come può piacere un frutto cosí insipido?
Sono più per i frutti dolci, ed il mio nome è davvero una garanzia.
"Esatto, libera! Non ho timore di dire che io lo chiamo spinacino e che lui mi chiama quattr'occhi perchè è una cosa dolce" continua, guardando le mie lasagne con voglia ma, scema com'è, è convinta di dover dimagrire.
E per questo io mi dedico alle lasagne e lei alla frutta più disgustosa del pianeta.
Sorrido, scuotendo tra me e me la testa, guardando attorno, solo per vedere gli occhi di fin troppi studenti su di me mentre mormorano, mi osservano, mi lanciano sgaurdi schifati.
Sto per dire qualcosa di cui mi potrei pentire quando qualcuno si siede accanto a me e questo qualcuno si rivela essere una delle persone più misteriose che ci siano in questa scuola, ma anche una delle più leali che conosca.
Anche se conoscere non è esattamente il termine più azzeccato.
Ashton Irwin, in bandana rossa e vestiti neri, sorride a me ed Ellie prima di sporgersi verso il mio vassoio, rubandomi senza dire niente il latte al cioccolato.
"Hey! Hai un pranzo davanti a te, perchè prendi il mio?" Domando con tono infantile, imbrociandomi quasi perchè stamattina non ho avuto tempo di fare colazione, quando lui sorride, facendo comparire due profonde fossette.
"Perchè Luke mi ha chiesto di assicurarmi che stessi bene, visto che ha la detenzione durante la pausa pranzo, ed io sono una persona più che vorace" ribatte, bucando il cartone del latte prima di prenderne un sorso sotto il mio sguardo scettico.
"Puoi dire al biondo scemo che non ho bisogno di un angelo protettore, soprattutto non di uno che mi ruba il latte al cioccolato" borbotto, decidendo di lasciar perdere il latte e concentrarmi sul pacchetto di patatine davanti a me.
La salute prima di tutto.
"Ammettilo che mi adori... E Luke è stato chiaro, non vuole che nessuno ti dia fastidio" conclude Ashton, e quasi per beffarmi si avvicina, rubandomi una patatina.
"Ma non sai proprio mangiare il tuo pranzo e lasciare in pace il mio?" Sbotto, cingendo il mio vassoio con le braccia come se fossero le mura di un castello, facendo scoppiare a ridere Ellie davanti a noi.
"Sembrate fratello e sorella" sorride, scuotendo la testa tra sè e sè.
Per carità di Dio, la cosa più vicino a un fratello che abbia mai avuto è quel coso di Calum, e preferirei mille volte Ashton a lui.
Sto per ribattere quando il mio cellulare vibra sul vassoio, richiamando l'attenzione generale, ma sono svelta a toglierlo dagli occhi voraci di Ellie e Ashton.
"Fatevi i fattacci vostri, comare. Stai diventando come il tuo ragazzo, El, e non è un complimento", e con quelle parole, lasciando il vassoio sul tavolo e seguita dagli occhi di tutti esco dalla mensa per rifugiarmi in corridoio, ma non appena faccio per aprire il messaggio due mani sui miei fianchi mi spingono a girarmi.
"Luke, santa Madonna! Annunciati invece di farmi prendere questi infarti, altrimenti invece che a casa andiamo all'ospedale" sbuffo, allontanandomi dalla parte abitata di qualche passo, solo per essere seguita da Luke con un sorriso malizioso.
"Che ne diresti di andarcene?" Propone, sistemandosi lo zaino sulle spalle, zaino in cui il 'cattivo ragazzo' nasconde i suoi fumetti, e a quelle parole inarco un sopracciglio.
"Andarcene? Sei fuori? Abbiamo ancora due ore di lezione".
"Appunto, saltiamole. Ce ne andiamo e stasera per le sette di sera sarai di nuovo a casa, promesso".
Osservo il biondo per qualche secondo, cercando di decidere se fidarmi o meno, prima di alzare in aria il mignolino.
"Promettilo".
E con un bacio e una pinky promise lasciamo Ashton, Ellie e la scuola, pronti a dimenticarcene fino a domani.

Never Again || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora