Chapter 13: Socializing

5.4K 462 39
                                    

"Detesto la matematica, detesto questi grafici del tubo, detesto la mia insegnante, detesto la mia vita e voglio gli Oreo!" Sbotto gettando la testa sul libro di matematica su cui sono china da ben cinque ore, rassegnata al fatto di avere una preparazione orribile che mi costerá una bella F.
Se ci fosse mia madre, probabilmente sarebbe già pronta ad un glorioso discorso su come io creda poco nelle mie capacitá e mi autodemoralizzi, ma visto che sono sola sono libera di darmi della capra felicemente e di cominciare a dire il rosario perchè mi servirà davvero tanto.
Dio, Diuzzo, almeno una D, dai.
Sospiro, alzando la testa dal libro per guardare fuori dalla finestra della mia camera, notando che ormai è buio e anche Luke, in camera sua, ha acceso la luce ed è impegnato a scrivere qualcosa alla scrivania.
Magari proprio la storia che non vuole raccontarmi.
Cosa puó aver mai fatto di così male da non essere rivelato? E soprattutto perchè neanche Michael il Viscido Poco Viscido me l'ha raccontato?
Senza rendermene consciamente conto comincio a tamburellare la matita contro la finestra, sovrappensiero, sentendo basse le note di I See Fire, lasciandomi trasportare dalla musica.
Credo che Ed Sheeran sia l'unico artista che posso ascoltare studiando, altrimenti finirei per distrarmi in continuazione.
All'improvviso percepisco un movimento dall'altra parte della finestra, e guardando più attentamente noto il biondo impegnato a farmi gesti incomprensibile.
Vuole uno sturalavandino?
Molly ha fatto la cacca sul suo tappeto?
Dopo qualche secondo sbuffa, prendendo il cellulare, e dopo qualche secondo lo schermo del mio si illumina, rivelando proprio una sua chiamata.
"Anche tu in difficoltá con matematica, thè alla pesca?".
Dio, dammi la forza di non prenderlo a pugni nelle palle.
"Chiamami in quel modo ancora una volto e ti do fuoco. E non direi esattamente difficoltá, sono più rassegnata del fatto che il greco antico è più semplice" sospiro, scuotendo la testa, e riesco sia a vedere che a sentire Luke ridere.
"Non è poi così difficile, le funzioni trigonometriche sono un vero schifo. Vuoi una mano?".
"Cosa vuoi in cambio, mollusco?".
"La cena e magari un po' di dolcezza, Princess Peach".
"Vada per la cena" cedo, rendendomi conto di quanto sia disperata solo in quel momento, cedendo alla proposta di Luke.
Un tempo mi sarei fatta espellere piuttosto che trascorrere delle ore con lui. Sto diventando gentile, e la cosa mi fa rabbrividire.
Ma i veri brividi mi vengono due ore dopo quando, tra una fetta di pizza surgelata ed una parabola, mi ritrovo quasi a stare bene in compagnia di Hemmings.
Quasi.
"Luke" lo richiamo dopo qualche secondo di silenzio, e lui alza la testa, osservandomi con le sopracciglia aggrottate.
Prendo un respiro profondo, ricominciando a giocherellare con la matita, prima di fare nuovamente la domanda: "qual è la storia tra te e Ian?".
Come ieri mattina, Luke si irrigidisce, la sua espressio diventa gelida, ed in men che non si dica si alza, chiudendo di scatto il libro.
"Smettila di chiederlo, Peach! Non sono cose che ti riguardano".
"E invece sì che mi riguardano, visto che per quella storia ci stavo per andare di mezzo io!".
"Allora perchè non mi ignori come hai detto che avresti fatto?".
"Perchè...".
La voce mi muore in gola mentre osservo Luke prendere lo zaino ed i libri pronto ad andarsene, ed all'improvviso lo seguo, non sapendo nemmeno io cosa dirgli, ma non riuscendo a lasciarlo andare in quel modo.
Istintivamente lo afferro per un polso, facendolo girare verso di me, e facendo cadere per terra i libri mi avvicino a lui, facendo scontrare le nostre labbra.
Oh maledizione. Non di nuovo.
E stavolta non posso neanche dare la colpa all'alcol.
Il bacio è quasi febbrile, Luke mi stringe a sè, mi tocca con forza e con delicatezza, prendendomi poi in braccio per mettermi a sedere sul tavolo, e cedendo ormai completamente avvolgo le braccia attorno al suo collo e le gambe attorno alla sua vita, facendolo quasi sdraiare su di me sul tavolo, non smettendo neanche per un secondo di baciarlo.
È sbagliato, così tremendamente sbagliato, così dannatamente sbagliato, ma per qualche strana ragione non riesco, proprio non riesco a smettere, ad interrompere questo bacio che comincia a diventare qualcosa di più quando le sue mani si infilano sotto la mia maglia, toccando seducenti i miei fianchi, finchè il suo cellulare non squilla, facendoci staccare e realizzare.
È impossibile mantenere una promessa per me e Luke.

Never Again || Luke Hemmings Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora