Capitolo 40

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"Buongiorno gente" urla Elisa squarciando l'aria come un raggio di sole mentre entra nella casetta blu accompagnata da Veronica a Rudy.
"Ciao Eli" risposi io mentre masticavo un biscotto ai cereali.
"Adesso prepariamo tutto l'occorrente per un pic nic in campagna che raggiungeremo con un mezzo speciale " disse Elisa tirando fuori dalle buste della spesa ingredienti vari.
"Io e le ragazze prepariamo l'insalata di riso, mentre Rudy con i due ragazzi preparano i panini, credo che siano in grado di farlo mentre Veronica prepara per voi una piccola sorpresa" disse mentre la maestra Peparini uscì dalla casetta con un sorriso sulle labbra.
"Con cosa condiamo il riso" domandai riempiendo la pentola per far bollire l'acqua.
"Uova, tonno, piselli, olive e würstel" mi risponde Elisa preparando i condimenti.
"Per i panini?" domanda Rudy leggermente in difficoltà.
"Prendete due fette di pane e le farcite con gli ingredienti che vi ha dato Elisa" rispose Federica.
"Che ingredienti?" domanda Riccardo grattandosi la testa.
"Che incapaci, sospirai recandomi verso di loro per mostrargli come condire un panino, prendete due fette di pane, le poggiate sul tagliere e li farcite e voila" dissi mostrando loro il panino appena preparato con mascarpone e salmone.
"Preparatene altri tre così, tre al tonno e tre vegetariani per noi ballerini" dissi incartando il panino riponendolo nel cestino di vimini.
"Certo che ha un bel caratterino la tua fidanzata" sentii sussurrare Rudy rivolto verso Riccardo che annuì rivolgendomi un sorriso malizioso.
"Ragazzi preparatevi" esclama Elisa chiudendo il contenitore con l'insalata riponendolo nel cestino.
"Arriviamo" urliamo in coro io, Vittoria e Federica.
Preparai il borsone inserendo al suo interno top e pantaloncini della divisa da ballerina.
"Giuly tu lo porti i pantaloncini sportivi?" mi domanda Vittoria.
"Si" risposi chiudendo il borsone e poggiandolo sulla spalla.
Uscimmo dalle camere da letto e trovammo i ragazzi ad aspettarci sul divano.
"Dammi il borsone amore" mi disse Riccardo prendendo il borsone appeso sulla spalla.
"Grazie amore" dissi baciandolo.
Diedi una leggera gomitata ad Andreas che si riprese immediatamente.
"Fede te lo porto io il borsone" disse ripetendo la stessa azione di Riccardo.
Lei era arrossita.
"Grazie" rispose con le gote rosse.
"A questo punto dallo a me il borsone Vittoria" disse Rudy facendoci scoppiare a ridere.
"Grazie" disse lei.
"Tra tutte queste coppiette tu sei rimasta da sola" disse Veronica indicandoci.
"Ma io e Andreas non stiamo insieme" ammise Federica con le gote ancora arrossate.
"Ancora per poco" ammise la coreografa strizzando l'occhio ad Andreas, anche lui altrettanto imbarazzato.
"Finito il circolo del romanticismo, fece Rudy, andiamo" disse facendoci cenno di uscire
dalla casetta.
"Ecco qui il nostro mezzo di trasporto" disse Elisa mostrandoci un bellissimo risciò a otto posti verde e giallo parcheggiato sulla strada davanti la casetta.

"Ecco qui il nostro mezzo di trasporto" disse Elisa mostrandoci un bellissimo risciò a otto posti verde e giallo parcheggiato sulla strada davanti la casetta

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Guardandolo mi venne un tuffo al cuore ricordando un pomeriggio che forse non avrei mai voluto ricordare.
Il pomeriggio prima che i miei annunciassero il divorzio, Irene ci portò a fare una gita a Roma in risciò. Ricordo che con lo zucchero filato in mano, mentre pedalavo e vedevo la città di Roma, ero la bambina più felice del mondo.
Ma questa felicità fu interrotta il pomeriggio seguente quando ritornammo nella nostra casetta a Prato, e i nostri genitori annunciarono il loro divorzio e poco tempo dopo il suo fidanzamento con Irene.
Quel pomeriggio persi mio padre e quella che credevo una delle donne più buone del mondo.
Ho sempre associato i risciò alla felicità immediata, che può svanire per un nonnulla.
"Tutto apposto?" mi domandò Riccardo circondando le mie spalle con un braccio.
Sorrisi dolcemente. Non ero pronta per raccontare a lui come erano andati veramente i fatti. Non ero pronta. Non potevo.
"Si si, risposi, saliamo?" domandai sorridendo.
"Certo amore" disse lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Noi cantanti siamo fuori forma, affermano Riccardo e Federica, tocca quindi a voi ballerini pedalare".
"Non si é mai visto che il fidanzato lasci pedalare la sua fidanzata" ammisi.
"Non se la fidanzata é una ballerina" disse lui baciandomi sulla guancia.
"Venite mie belle" disse Andreas porgendo le sue mani a me e Vittoria.
"Andreas vai a quel paese" disse Vittoria dopo che lui le ha lasciato un bacio sulla guancia; mi girai verso Federica con gli occhi lucidi,
"Avanti andiamo io, Riccardo e Vittoria, dietro Elisa, Rudy e Veronica e per ultimi Andreas e Federica" dissi cercando di far in modo che possano diventare al più presto una coppia.
"Mi sento a disagio a non fare niente mentre due ragazze lavorano" disse Riccardo.
"Ti cedo volentieri il mio posto " feci io.
"Ma alla fine neanche troppo" disse lui sistemandosi in maniera ancora più comoda e rilassante.
"Sei uno stronzo lo sai?" dissi rivolgendogli questo reale quesito.
"Uno stronzo che ti ama" disse baciandomi.
Non potevo resistergli. E mi lasciai andare.
Le nostre lingue eseguivano una danza perfettamente equilibrata. Passionale.
Amorevole. Emozionante. Magica.
"Giulia stiamo andando a sbattere" urla Vittoria riportandomi alla realtà.
Staccai velocemente ma pur sempre di malavoglia le mie labbra dalle sue concentrando la mia attenzione sull'evitare quel lampione.
"Se non stai attenta giuro che ti ammazzo" urla Andreas da dietro.
"Zitto che se lo prendiamo in pieno ci facciamo male sono noi tre davanti" dissi.
"Fai in modo che non accada" disse Vittoria.
Continuammo a pedalare e concentrai la mia attenzione sul strada anche se non era facile con Riccardo che mi lasciava una serie di bacini sulle braccia scoperte.
"Riccardo se muoio a causa delle tue effusioni ti vengo a cercare da morta" gli urla Vittoria prendendolo per un orecchio.
"Ahia ahia" si lamentò lui mentre Vittoria lo tirava su usando come mezzo l'orecchio.
"Finalmente siamo arrivati" urlò Elisa indicando una distesa verde con piccole chiazze dispersive di colore che ricordavano un quadro di Van Gogh.
"Che bello" disse Vittoria scendendo dal risciò e affiancandomi.
Scegliemmo un punto della distesa e preparammo tutto.
La tovaglia a scacchi bianchi e rossi era perfettamente adagiata sul prato mentre Elisa apriva il cestino di vimini.
"Abbiamo insalata di riso e panini vari, esclamò lei, sui panini non vi assicuro niente perché sono stati realizzati dai ragazzi" disse lei guardando Andreas, Rudy e Riccardo.
"Elisa per cortesia, disse Rudy, i nostri panini sono meravigliosi" ammise lui prendendone uno e assaggiandolo.
"Sono opere culinarie di inestimabile livello" ammise lui dopo l'assaggio.
"Sono panini" gli ricordò Veronica mangiando il riso.
"Sono comunque difficili da prepare" rispose lui.
Il pranzo continuò all'insegna del divertimento e delle risate.
"Giulia ti va di farci vedere qualche passo di ginnastica ritmica o di danza acrobatica?" domanda ad un certo punto Veronica.
"Ma certo" dissi io alzandomi in piedi e togliendo le scarpe.
Eseguì alcuni salti tra cui un full out e vari esercizi di contorsionismo.
"Stupenda" disse Veronica.
"Grazie" dissi finendo di mangiare il mio panino vegetariano.
"Balliamo ragazze?" ci domanda Andreas.
"Provate la corale" urla Veronica.
Iniziammo a ballare west side story con tutto l'amore e la spensieratezza possibile.
Eravamo un bel trio. Ci completavamo a vicenda. E la nostra affinità nella vita reale si notava anche quando ballavamo.
Il duetto con Andreas su Maria era la parte che preferivo in tutta la coreografia.
Un applauso esplose al termine della coreografia.
"Siete un trio fantastico, urla Veronica, se Giuliano sarebbe presente vi avrebbe fatto i complimenti. Precisi. Armoniosi.
E il duetto era perfetto. Sembrava trovarmi veramente a guardare Tony e Maria mentre si innamoravano per la prima volta nell'UPPER WEST SIDE. Se la eseguite in questo modo anche davanti a Giuliano, questa settimana non ha scuse per farvi i complimenti e renderla schierabile. Vedi che serviva portarli qua" disse Veronica rivolta a Rudy.
"In realtà il vero motivo per cui vi abbiamo portato qua é un altro: vogliamo conoscervi meglio in maniera più approfondita; parlateci di voi, di dove siete nati e di come per chi la musica e per chi il ballo siano entrate a far parte della vostra vita".
"Io sono nata a Torino da una famiglia che mi ha sempre sostenuta ed amata.
La danza é entrata a far parte della mia vita che avevo undici anni. Fino ad allora avevo praticato pallavolo per sei anni, e il mio sogno all'epoca era di diventare una pallavolista.
Mi sono innamorata di questo mondo al saggio di danza della mia migliore amica di allora,
e da quel momento cambiò tutto.
Iniziai a praticare danza classica, moderna e contemporanea. Ma il fisico é sempre stato il mio tallone d'Achille.
Nella mia ingenuità credevo che non mangiando sarei riuscita a dimagrire e a diventare una ballerina migliore, ma non fu così. I chili scendevano sì, ma il mio fisico ne risentiva. Ma a me di questo non importava.
Finché un giorno non svenni a causa di un calo fisico a livello nutrizionale.
Iniziai un percorso da uno psicologo che mi fece capire che se avrei continuato questo stile di vita non sarei durata a lungo.
Mi fece apprezzare me stessa ed il mio fisico, rendendomi la persona che sono.
Devo tutto a lui" disse Vittoria con gli occhi lucidi.
"Io sono nata a Prato da due genitori molto diversi: mia madre era la persona più coraggiosa e affettuosa che io abbia mai conosciuto, mentre mio padre era fissato con il suo brillante lavoro da avvocato e ha sempre voluto che i suoi figli seguissero le sue orme.
La ginnastica ritmica é stata per anni la mia unica ragione di vita. Ho iniziato a tre anni e descrivevi i pomeriggi che passavo ad allenarmi come "i più belli del mondo" anche se tornavo a casa distrutta.
Con il passare degli anni gli allenamenti si moltiplicarono ed erano sempre più duri,
ma la ginnastica continuava ad essere la mia unica ragione.
Mi dava pace, tranquillità e quel poco di rigore che bastava.
Alcuni dei momenti più belli della mia vita li ho vissuti indossando un body aderente e un attrezzo nelle mani.
Era tutto perfetto. E questo cielo perfettamente sereno fu squarciato da un nuvolone nero: la malattia di mio fratello minore Mattia.
Io avevo dieci anni e lui sette, gli fu diagnosticato un tumore al fegato molto grave.
E da lì feci un brutto calo. E si notava anche nella ginnastica, tant'è che la mia allenatrice mi consigliò in corso di danza acrobatica per sciogliermi meglio. E questa sua idea funzionò molto; le differenze si notavano anche nella ginnastica, ma qualcosa dentro di me era cambiato. Volevo ballare. E decisi di lasciare la ginnastica. Fu il giorno più brutto della mia vita, abbandonare la sala dove ero cresciuta.
Iniziai a ballare, e in poco tempo studiavo classico, moderno, contemporaneo e show dance. Ballare mi rendeva libera. Mi sfogavo. Esprimevo i miei sentimenti. Mi sentivo felice.
La danza riusciva a tirare fuori il meglio di me.
Mi sono innamorata della danza, rendendola la parte migliore di me.
Ma purtroppo non riuscivo a convincere tutti con la mia danza. A mio padre non é mai andato a genio il fatto che ballassi.
Mi ripeteva che stavo buttando la mia vita per un qualcosa di stupido, che ero il fallimento della sua vita e che non sarei diventata niente.
Ma io non ci ho mai creduto. Ed ora sto combattendo sia per me stessa che per dimostrare a lui che io riuscirò a realizzare questo sogno" dissi io con le lacrime mentre Riccardo mi abbracciava.
"Io sono nato in Germania ma poi mi sono trasferito in Italia. Sono nato in una famiglia non facile da gestire, i miei genitori litigavano spesso e mio fratello era autistico.
Per anni mi sono rifugiato nell'alcol e nell'essere un pò quel ragazzo rivoluzionario.
La danza mi ha letteralmente salvato la vita.
Mi ha donato qualcosa per cui lottare.
Lo scorso anno ero la persona più felice del mondo. Stavo realizzando il mio sogno.
Avevo incontrato persone meravigliose che mi sono entrate nel cuore: Elodie, Sergio, Lele, Chiara, Gabri, Michele, Cristiano, Alessio e Patrizio. Eravamo una cosa sola. Già mi immaginavo al serale con loro.
Ma quel maledetto infortunio ha rovinato questo sogno. Ricordo le lacrime amare e la disperazione nel momento in cui Stefano mi ha confessato l'amaro notizia.
Ricordo di essere tornato in sala relax con gli occhi lucidi. Ricordo Chiara che appena entrai mi guardò con lo sguardo triste e le lacrime. Aveva capito tutto. Ricordo che i corse incontro e mi abbracciò.  Mi sussurró una frase che mi portò sempre dentro: non abbandonare questo sogno, sei il migliore e già pregustavo lo stare in casetta insieme. Non ti devi arrendere.
Sei un combattente. Combatti. E il prossimo anno voglio vederti indossare questa maglia blu un'altra volta perché te lo meriti.
Ricorda che io ci sono sempre. Mi sei entrato nel cuore.
Quelle parole per me furono il mio unico appiglio per sei mesi. Mi davano forza.
E mi fecero ricominciare daccapo.
Quando mi ripresentai fu stranissimo.
Avevo già compiuto questo percorso, e troppi ricordi mi percorrevano la mente.
Ricordo il primo giorno di prove, appena entrammo in sala per il discorso dei professionisti, ero la persona più felice del mondo nel riabbracciarli uno per uno.
Ho combattuto e sono arrivato qui.
E devo ringraziare Veronica che ha sempre creduto in me, J-Ax e Nek che mi hanno definito la loro tigre, e mi sono state vicino nella riabilitazione, Chiara e Michele che sono state le persone con cui ho legato di più.
A Giuliano che ha creduto un'altra volta in me.
E ad Elisa che mi ha voluto nella mia squadra, facendomi indossare per la seconda volta questa maglia" disse Andreas.
"Sono nato a Milano e lì sono cresciuto.
Mia madre non ha mai creduto in me e nel fatto che sarei diventato un'artista.
Sono cresciuto nella consapevolezza di voler diventare un cantante e di non aver l'appoggio di mia madre.
Erano tutti lì a farmi i complimenti ma quando c'era da investire su di me tutto si ritiravano.
Tante volte ho provato sei mia in cameretta, credendo di non poter far altro che cantare nella mia cameretta. Ho avuto una normale adolescenza; andavi a ballare il sabato sera ed uscivo con gli amici.
Amici é stata la svolta. Ho realizzato tutti i miei sogni, e ho trovato qualcuno che crede in me. Grazie" disse Riccardo. Mi accoccolai al suo fianco e mi strinse i fianchi.
"Sono nata a Roma da una famiglia che ha sempre amato e sostenuto sia me che mia sorella. La musica ha sempre fatto parte della mia vita. Mi rifugiavo nella mia stanza  cantando le canzoni di Lucio Dalla, Ligabue, Tiziano Ferro e di Rihanna.
La prima persona che ha creduto in me era il mio migliore amico Luca.
Fu il primo che ha dodici anni mi disse: "Tu diventerai una cantante, ed io sarò con te in tournée, girerò con te il mondo e ti tranquillizzerò prima di un concerto. Ci sarò sempre per te".
Purtroppo questa promessa lui non l'ha mantenuta. Mi ha lasciato sola. Ed adesso non c'è più nessuno che crede in me nello steso mood in cui lo faceva lui.
Ricordo il pomeriggio in cui gli é stato  diagnosticato un tumore al cervello é stato il più brutto della mia vita.
Avevo capito che ci sarebbero state pochissime possibilità che lui ce la facesse.
Quando se n'è andato non avevo più forza e voglia di fare nulla. Non cantavo più.
Fino a quando sua madre mi consegnò una lettera che aveva scritto lui quando le possibilità erano pochissime.
In questa lettera diceva che ero la persona più importante della sua vita. Che conoscerti ed essere stato il mio migliore amico era stato la migliore cosa che lui potesse desiderare.
Mi disse di realizzare tutti i miei sogni, ed anche che mi aveva iscritta ai provini di Amici.
Mi scriveva di realizzare il mio sogno; e che lui sarà sempre con me e farà tutte le cose che mi aveva promesso di fare anche se fisicamente non é con me.
Io sono qui principalmente per lui" disse Federica piangendo come un neonato.
"Ragazzi, disse Elisa asciugandosi le lacrime, da oggi voglio inaugurare una nuova fase. Voglio essere come una guida per voi, verso la realizzazione del vostro sogno. Io credo in voi"

Hello!!!
Ecco un altro capitolo molto emozionante.
Fatemi sapere cosa pensate degli #andreica.

Kisses💋

True love |Giuliardo|{IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora