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Come la settimana precedente, Ed e i suoi amici erano seduti sui divanetti a chiacchierare. Quando mi videro in lontananza si sbracciarono per salutarmi, facendomi segno di raggiungerli.
"Ce l'hai fatta ad arrivare eh", disse in modo scherzoso il mio amico.
"Mi sembrava strano che non mi avessi rotto le palle", mi lamentai, lasciandomi cadere nel posto accanto al suo.
"Ormai dovresti conoscermi, no?", mi fece l'occhiolino, mentre mi mordicchiavo il labbro inferiore per la frustrazione.
Rimanemmo lì seduti a chiacchierare per qualche minuto, per poi essere raggiunti da Matt e la troia bionda, che non perse tempo a sedersi su di lui.
La cosa mi innervosiva, avrei voluto prenderla per i capelli e sbatterle la testa contro il pavimento, ma mi limitai a fare un profondo sospiro girandomi dall'altra parte, dove incontrai lo sguardo caloroso di Zack.
"Chi non muore si rivede, eh", scherzó, sorridendomi fin troppo dolcemente. Non avevo nulla contro di lui, anzi, ma non volevo incasinarmi in una relazione. Dovevo concentrarmi sul college adesso.
"A quanto pare si", ridacchiai accennando un sorriso.
Un istante dopo partì 'Shape of you' di Ed Sheeran, il cantate preferito mio e di Ed. Ci girammo nello stesso istante a guardarci e in meno di due secondi eravamo al centro della pista a ballare, se si parlava di Ed Sheeran, potevo provare a lasciarmi andare. Tutti gli altri ci seguirono e iniziammo una danza impacciata e sgraziata.
Al ritornello della canzone Zack mi avvolse i fianchi, attirandomi a se e iniziando ad ondeggire. Cercai di sembrare a mio agio, ma l'imbarazzo stava avendo la meglio. Peccato che quel momento non duró a lungo, poiché nel momento in cui sentii scorrere le sue mani verso il mio sedere, qualcuno mi prese per le spalle e mi spinse indietro, facendomi cadere per terra. Nel momento in cui alzai la testa, vidi Matt, che sovrastava Zack, mentre lo prendeva a pugni in faccia.
Mi alzai in piedi traballando e Ed venne subito a darmi una mano, sostenendomi per le spalle.
"Tutto ok?", annuii, portandomi una mano sulla testa, che mi pulsava, dopo la botta che avevo preso.
In quel momento sentii un urlo provenire dalla bocca di Zack e una cascata di sangue inizió a scrosciare dal suo naso.
"Farmati! Matt fermati!", urlai prendendolo per le spalle, come prima aveva fatto lui con me. Mi diede una gomitata nella pancia per allontanarmi e mi ritrovai di nuovo a terra, accovacciata su me stessa, mentre mi tenevo le mani avvolte intorno al corpo.
Quando ebbi la forza di aprire gli occhi la rissa era finita e Matthew aveva gli occhi sgranati, mentre mi guardava.
"Scusami Juliet, non volevo. Ti giuro non l'ho fatto apposta, se avessi saputo che eri tu..", si scusó e provó ad aiutarmi, quando provai a rimettermi in piedi, ma io lo scansai.
"Stai lontano", sussurrai con voce debole, un groppo in gola mi impediva di parlare normalmente.
"Juliet io..",
"Zitto", portai una mano in avanti per fargli tenere una distanza di sicurezza.
"Non dire più niente, hai fatto già abbastanza. Cos'è sei geloso?", una risata roca e agghiacciante lasció le mie labbra.
"Sei geloso di una puttana? Tu stesso mi hai definito così, no?", dissi con un filo di voce.
"Non azzardarti mai più ad avvicinarti a me, hai capito?", mi girai in fretta, mentre le lacrime iniziavano a rigarmi il viso e corsi fuori, sulle scale sul retro.

Rimasi a fissare l'oceano, mentre una marea di pensieri facevano battaglia nella mia testa.
Sentii dei passi cauti avvicinarsi alla mia postazione e mi girai in tempo per notare la chioma rossa di Viky che mi fissava.
"Posso sedermi?", chiese con tono indeciso, quasi impaurito. Annuii lentamente per poi riportare lo sguardo dove era prima.
"Io emh.. credevo che potessi avere voglia di parlare con qualcuno", mi girai lentamente verso di lei, notando che mi stava già fissando, con sguardo sincero e comprensivo.
Sospirai lentamente scuotendo la testa, "Se devo essere sincera non saprei cosa dirti, non sto capendo nulla neanche io", appoggiai la testa contro le ginocchia, che avevo portato al petto.
"Magari potremmo partire dal principio. Cosa c'è tra te e Matthew?", chiese appoggiandomi una mano sulla spalla con tono incoraggiante.
Un profondo lamento lasció le mie labbra.
"Non ne ho idea ok? Quando eravamo piccoli ha provato a baciarmi, ma io l'ho respinto e da lì abbiamo iniziato a odiarci, finché la settimana scorsa mi ha baciata sul bancone della mia cucina", sputai tutto in un fiato. Non sapevo perché le stessi raccontando tutto, probabilmente avevo solo bisogno di liberarmi, di parlare con qualcuno di tutta quella faccenda.
"Ok allora le cose sono un po' più complicate di quanto pensassi", ridacchió appena, per alleggerire l'atmosfera.
"E tu cosa provi per lui?", alzai nuovamente lo sguardo, ma quando incrociai il suo riportai il mio sulle mani che erano appoggiate sulle ginocchia.
"Non ne ho idea, ho sempre creduto di odiarlo, perché lui odiava me. Ma ora non ci capisco più niente". Mormorai tenendo lo sguardo basso.
"Beh, è evidente che lui per te provi qualcosa, altrimenti non avrebbe picchiato Zack. Ora bisogna capire una cosa, quando ti ha baciata, cosa hai provato?", mi incalzò Vicky.
"Emh.. beh è stato bello, credo", dissi con un filo di voce, facendo fatica ad ammettere ad alta voce quello che provavo nei confronti di quel dissennatore succhia anime.
"Ok, quindi se tu piaci a lui e lui piace a te, qual'è il problema?",
"Il problema è che io non voglio avere nulla a che fare con lui. Sai come mi ha chiamata prima di baciarmi? 'Puttana'! E io non voglio essere una delle tante idiote che si porta a letto!", il tono della voce mi sfuggì di mano e non riuscii più a sussurrare come avevamo fatto per tutto il tempo.
"Ok, calmati. Ho capito la situazione", disse in tono tranquillo e deciso.
"Vuoi che ti porti a casa?", mi chiese gentilmente accennandomi un sorriso.
"Te ne sarei grata, ma credo che tu preferisca restare con Ed", mormorai timidamente, per non sembrare troppo sfrontata.
"Non importa, credo che tu abbia più bisogno, in questo momento", alzó appena le spalle, facendomi un sorriso dolce.
"Se stai cercando di arrivare al mio migliore amico grazie a me, beh complimenti, ci stai riuscendo", ridacchiai alzandomi in piedi.
"Touchè", ridacchió lei facendomi un occhiolino, per poi dirigersi verso la macchina, facendomi strada.

A Stolen KissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora