3. È un tipo

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Mi stiracchiai, alzandomi a sedere scomposta sul letto, cacciando un profondo sbadiglio prima di stropicciarmi gli occhi, che scoprii ancora truccati con il mascara strisciato sul dorso della mia mano destra. Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, per poi tirarmi giù controvoglia dal mio comodo letto ad una piazza e mezzo. Finii per rimirare la mia faccia pallida ed assonnata allo specchio che costituiva la doppia anta del mio armadio, posto subito accanto al letto.

I miei lunghi capelli castani erano diventati più mossi del dovuto e due ciocche ribelli erano finite davanti al mio occhio destro. Soffiai scocciata per farle spostare, fallendo miseramente.

Durante il sonnellino pomeridiano - sonnellino durato tre ore buone - il correttore aveva deciso di abbandonare le mie occhiaie ed in quel momento mi ritrovavo le mie amate ombre violacee sotto gli occhi, più evidenti che mai.

Sbuffai una seconda volta, decidendo di sistemare la mia massa di capelli informe in una coda alta. Tornai a sedere sul letto, non prima di aver recuperato il mio portatile dalla scrivania ed il cellulare dal comodino.

Mentre aspettavo che il PC si accendesse, mi stupii ben poco di trovare circa quattrocento messaggi non letti provenienti dal gruppo Whatsapp della 5D. Chissà perché avevano deciso di scannarsi quel giorno.

Ogni scusa era buona per intavolare una discussione sul gruppo: dalle interrogazioni del giorno seguente per cui nessuno era preparato, agli esercizi di matematica che riuscivano a risolvere in pochi e che gli altri cercavano disperatamente di copiare con la scusa di controllare dalle foto dei primi perché non gli fossero riusciti.

Scorsi velocemente la chat notando che l'argomento di quel giorno era l'interrogazione di latino dell'indomani. Lasciai perdere di scrivere la mia opinione - come facevo la maggior parte delle volte quando l'argomento non richiedeva la mia attenzione.

Oltre al fatto che fossi nuova e che a nessuno interessasse il mio parere, la Rugani aveva ben deciso di interrogarmi per prima in entrambe le sue materie - sia italiano che, appunto, latino - il secondo mercoledì di scuola, con la scusa di dover testare la mia preparazione generale visto che ero "un nuovo membro della sua classe". Il sette che ottenni in latino mi teneva al sicuro da possibili interrogazioni per almeno un mese o, comunque, finché non avesse finito il primo giro.

Notai con ben poco stupore che, oltre a me, solo Michele non era intervenuto nella conversazione benché fosse online, come accadeva quasi sempre. Infatti la Rugani aveva ben deciso di chiamare anche lui "a farmi compagnia" all'interrogazione di latino; Michele non si era tirato indietro - benché sapesse poco e niente - ed era riuscito a strappare un sei meno alla professoressa più tirata di voti dell'intera scuola.

Da quando la mia barbara figura durante la ricreazione di quel lunedì aveva fatto il giro della scuola, ogni volta che passavo per i corridoi gli occhi finivano tutti su di me.

Accedendo su Facebook notai le decine di richieste di amicizia che, anche quel giorno, andarono ad unirsi al cumulo che mi arrivava giornalmente da quella funesta giornata. Ero diventata il nuovo fenomeno da baraccone del Liceo Scientifico Alessandro Volta.

Sbuffai, lasciandole stare al loro posto e sobbalzai quando il trillo del mio cellulare mi avvisò di aver ricevuto un messaggio su Whatsapp.

Quando aprii di nuovo l'applicazione mi battei teatralmente una mano sulla fronte, affrettandomi al PC per avviare Skype.

Una delle mie migliori amiche, Vanessa, mi aveva ricordato che avevamo concordato per quell'ora una videochiamata che, però, ancora non poteva iniziare, visto il mio mancato accesso su Skype.

Non appena finii per essere online, accettai la chiamata che arrivò, notando il led luminoso che si accendeva in corrispondenza della webcam.

Sullo schermo apparvero, un po' sgranate, le figure delle mie due migliori amiche, rimaste a Roma.

Can You Chase Me? |Mike Bird|Where stories live. Discover now