La fine di un'era: エピローグ

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IL GIORNO DOPO

-> Dalle ultime pagine del diario di Nadhìa Raimon al suo tredicesimo anno di età.
Nelly chiuse la porta di casa ed io scivolai lungo di essa. Mio padre e lei erano usciti, non mi avevano detto né il perché né dove andavano.
Ormai mi ero rassegnata, non potevo più sperare di valere qualcosa per quella famiglia che mi ritrovavo.
Ero sempre stata scartata.
Fin da piccola, mia sorella veniva sempre scelta per la sua bravura ed io no. A mia sorella mio padre batteva le mani, a me no, si limitava a darmi qualche incoraggiamento. E se avessi avuto una madre?
Anno dopo anno, mi resi conto che ero così insicura da risultare quasi inutile agli occhi della società, perciò iniziai a cambiare, a valorizzare i miei capelli rosa e a truccare i miei occhi azzurri. Il risultato fu che apparivo sempre più sicura di me stessa.
Già, avete capito bene. Sembravo. Ogni minima sconfitta serviva a farmi ritornare l'autostima sotto i piedi. Come è successo con Caleb e Kazumi. Ero così preoccupata di apparire, di piacere a mio padre, di eguagliare mia sorella, che avevo sotterrato nel posto più remoto del mio cervello la mia debolezza, che dopo l'incontro con Byron aveva cominciato a riemergere.
A volte mi veniva da piangere, al solo pensare che tutto il lavoro che avevo fatto era solo servito a peggiorarmi. Ero così esausta, così stanca a forza di lavorare su me stessa, che nemmeno mi rendevo conto che questo processo mi stava deturpando.
Mi alzai per andare in camera mia e fu solo allora che notai la porta della stanza di sicurezza aperta.
Entrai e mi sedetti lì, magari trovavo qualcosa da fare.
Vi erano diversi schermi ed in ognuno di essi delle riprese dei vari ambienti della tenuta Raimon. C'erano le registrazioni di ieri e c'erano anche quelle di questa mattina. Cliccai su una di esse, a caso. Estrassi proprio quella dove c'erano mio padre e Nelly che parlavano, questa mattina, tanto per cambiare.
Ascoltai bene le loro parole.
C'erano anche un'altra persona, sembrava un'avvocato.

"Ho predisposto un grande futuro per lei. È la mia primogenita, è la più intelligente, porterà notevoli frutti alla nostra missione.
Te la senti, Nelly?
"Papà, ma Nadhia? Lo deve venire a sapere.
"Quando verrà il momento."
Rimasi lì ad origliare.
Papà mi aveva escluso. Perché? Io avevo delle potenzialità. Non ero un'ochetta senza cervello.
"Non ne ha le qualità,pensa troppo ai vestiti e alla bellezza ed è molto immatura."

Chiusi la registrazione ed uscii lentamente dalla stanza. Le lacrime iniziarono a sgorgare senza che me ne rendessi conto. Cominciai a correre verso la mia camera e mi catapultai verso il cestino, infilando le mani alla ricerca di quel fantomatico bigliettino che mi era stato detto di evitare.
Dopo quell'ennesima offesa alla mia persona, decisi che avrei dimostrato il mio valore.
Avrei accettato l'offerta di Rey Dark.
Avrei fatto della vendetta lo strumento necessario per dimostrare a tutto il mondo, a Caleb, a Kazumi, a mio padre e soprattutto a me stessa che non ero una fallita. Io non lo ero. E non lo sarei mai stata.
Presi il telefono e chiamai quel numero.
E poi? Ciò che è successo dopo? Cosa significò quella chiamata?
Fu solo la fine di un'era, troppo falsa, troppo insulsa, che mi aveva distrutta passo dopo passo.
Quel mostriciattolo da tempo soppresso dentro di me prevalse sulla sofferenza per essere stata nuovamente scartata.
Il fine giustifica i mezzi, dopotutto. E a voi, non è mai capitato? Di essere talmente disposti a cambiare per apparir di fronte agli occhi degli altri migliore e a non capire che forse erano gli occhi degli altri che dovevano cambiare prospettiva? Avrei dimostrato tutto questo con l'aiuto di Dark, avrei dimostrato che loro avevano sbagliato visuale.
Io non volevo essere sbagliata.
E non lo sarei stata.
Io volevo il potere ed ero disposta a tutto.

ғɪɴᴇ: ᴜʟᴛɪᴍᴇ ᴘᴀʀᴏʟᴇ sᴄʀɪᴛᴛᴇ sᴜ ǫᴜᴇsᴛᴏ ᴅɪᴀʀɪᴏ, ᴀʙʙᴀɴᴅᴏɴᴀᴛᴏ ɴᴇʟʟᴀ ᴍɪᴀ sᴛᴀɴᴢᴀ, sᴄʀɪᴛᴛᴇ ɪʟ 14 ᴀᴘʀɪʟᴇ ᴅᴇʟ sᴜᴅᴅᴇᴛᴛᴏ ᴀɴɴᴏ.

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