Capitolo 16: La Finale (parte due) 最終

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Prima che la ragazza riuscisse ad avvicinarsi, Nelly, assieme al nostro allenatore, prese da parte Mark e gli sussurrò alcune parole e dall'espressione di Mark capii che finalmente, grazie a mia sorella, era riuscita a scoprire la verità su suo nonno.
Inolya alzò le mani in segno di innocenza e si avvicinò a noi.
Mi guardò sorridendo e continuò ad avanzare. Era proprio piccola, i suoi lunghi capelli erano sproporzionati rispetto alla sua altezza.
I suoi occhi riflettevano lo sguardo di colui che aveva rovinato la vita a Mark e a me.
-E tu saresti? - l'apostrofò Kevin.
-So che ora mi odierete, ma prima fatemi spiegare. E comunque - si rivolse a me-ciao, Nadhia. Ci rincontriamo. Sono felice tu stia bene.
-Ci rincontriamo? - chiese Nelly, confusa.
-Già - dissi io, sarcasticamente.
-Ma io..so chi sei.. - disse Jude.
-E io so chi siete tutti voi. - replicò Inolya, con la sua solita, apparente serenità.
-Si può sapere cosa sta succedendo? - chiese Mark, ancora sconvolto.
-Vi spiegherò tutto.
-Ora basta, Inolya! Puoi ingannare gli altri ma non me! Chiaro? Se hai qualcosa contro di me, non mettere in mezzo loro! - strillai, sbigottita.
Inolya si toccò un graffio sulla sua guancia, mentre Seymour Hillman restava in silenzio, come suo solito.
-Sediamoci. C'è molto da dire.
Ci sedemmo tutti in quell'enorme stadio deserto.
Inolya prese un respiro mentre le si imporporò il viso. Era una ragazza molto timida, ma nonostante questo continuavo ad odiarla, per il solo fatto di essere complice di quell'essere.
-So chi siete tutti voi...perché vi osservavo, su ordine di mio padre.
-E chi è tuo padre? - domandò Erik.
-Io sono Inolya Dark..mio padre è..Rey Dark.
Dopo aver pronunciato queste parole, un silenzio generale calò sui ragazzi.
-D-dark..- balbettò Jude, insicuro come mai lo avevo visto.
-C'era da immaginarselo - disse Nelly, calcolatrice come sempre.
-S-si..ma..io non sto più dalla sua parte..non da quando ho visto ciò che voleva fare di Nadhia e di-di noi..è lungo da spiegare..
La zittii.
-Non ce n'è bisogno, tranquilla Inolya. Ho già capito tutto.
La guardai e compresi ciò che doveva aver passato. Era semplicemente una bambina ingenua (un po'stupida, come avevo già dedotto) che non sapeva di chi fidarsi e che aveva avuto sempre bisogno di qualcuno che la aiutasse a vivere. Ora però quella bambina si era trasformata in una ragazza capace di prendere decisioni e di saper discernere il bene dal male.
Arrossì e io le misi una mano sulla spalla.
-Sei perdonata.
Inolya mi sorrise.
Il sorriso di cui si è innamorato anche Byron..
Distolsi lo sguardo e Mark, recuperato il suo solito entusiasmo, la fece sentire a suo agio.
-Bene, allora credo che possiamo ricominciare, ragazzi. Negli occhi di Inolya si legge la sincerità e noi dobbiamo fare in modo di vincere questa partita!
-Vi voglio aiutare anche io..vi svelerò ciò che so.-disse Inolya dolcemente.
Alcuni sbuffarono, non credevano alle parole di Inolya. Altri invece, come Mark, Nathan e Erik l'avevano già integrata nel gruppo.
Io le osservai il viso. Era solcato da una piccola cicatrice, sembrava recente.
Non capivo nemmeno come ero riuscita a perdonare quella che ritenevo stupida.
Ah no, lo è ancora per me.
Lei incrociò il mio sguardo e sorrise timidamente.
-Mi dispiace, Nadhia..
Nelly aveva già capito ma non disse nulla.
Io sospirai.
-Tranquilla, Inolya.
Chissà che storia aveva alle spalle, con un padre come Dark.
Mentre Inolya cercava di spiegare delle strategie di gioco tipiche della Zeus ai ragazzi, Nathan mi si fece da presso:
-Hei Dhia, tutto bene?
Io sorrisi.
-Sì, tutto bene.
-Sappi che su di me puoi sempre contare - disse sorridendo.
Lo ringraziai, Nathan era uno di quei pochi amici che non si impicciavano degli affari degli altri se questi ultimi non volevano.
Lui arrossì e poi disse che mi avrebbe parlato, dopo la partita.
Io annuii, un po'sospettosa.
-Noto che vi state divertendo, cara Raimon!
Inolya si bloccò con le mani a mezz'aria e guardò in alto.
Io mi voltai lentamente.
Rey Dark.
-E cosi ci rincontriamo, Nadhia.
-Qualunque cosa tu voglia, non mettere in mezzo loro! - urlai, disperata.
-Per me conta solo la vittoria, come sempre. E vincerò su di te, su di voi, su quella pazza di mia di mia figlia e dimostrerò a tutti chi sono io! - disse con un ghigno.
Mark iniziò a gridare frasi piene di sdegno verso l'uomo che aveva rovinato la vita della figlia, di Byron, di Axel e di non so quanti altri. Avremmo conquistato la vittoria alla nostra maniera. Avevo imparato a conoscere i ragazzi e in mezzo a loro avevo ritrovato l'amicizia, quella più vera. Lo stadio iniziava già a riempirsi.
I ragazzi si andarono a preparare e Mark indossò i guanti di suo nonno. Le manager ed io ci sedemmo in panchina assieme ad Inolya che stava piangendo.
-Inolya?
-Scusate è che...è tutta colpa mia.
-Colpa tua?
-Si..quello stupido di mio padre..
Decidemmo di lasciarla andare a farsi una passeggiata. Non poté fare mezzo passo che entrarono.
Non potevano essere umani. Non potevano, c'era qualcosa di sovrannaturale che fu avvertito da tutti, da noi, dal pubblico sugli spalti. Captai una presenza in mezzo a quelle creature.
Era lui, era il mio dio.
Byron era in prima fila, con il suo ghigno stampato sulla faccia e con una tunica che risaltava i suoi muscoli scolpiti come divisa. Era perfetto, al contrario mio. Mi si gelò il sangue.
Girai la testa. Eravamo pronti.
Byron rise contro di noi e lo vidi asciugare delle perle sulla guancia di Inolya e prenderla con sé.
Erano lacrime, non perle.
Le prese la mano e le diede un bacio casto.
Mi bloccai e da quel momento lasciai che un senso di vuoto mi pervadesse.
Tornai a sedermi, ma sentivo che mancava qualcosa.
Il mio cuore.

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