Capitolo 1: Byron Love 亜風炉照美

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𝒱𝑜𝓁𝓊𝓂𝑒 𝒰𝓃𝑜: 𝒩𝒶𝒹𝒽𝒾𝒶

𝕯𝖎𝖆𝖗𝖎𝖔 𝖉𝖎 𝕹𝖆𝖉𝖍𝖎𝖆 𝕽𝖆𝖎𝖒𝖔𝖓, 13 𝖆𝖓𝖓𝖎: 𝖎𝖓𝖉𝖎𝖗𝖎𝖟𝖟𝖆𝖙𝖔 𝖆𝖎 𝖗𝖆𝖌𝖆𝖟𝖟𝖎 𝖉𝖊𝖑𝖑𝖆 𝕽𝖆𝖎𝖒𝖔𝖓 𝕵𝖚𝖓𝖎𝖔𝖗 𝕳𝖎𝖌𝖍

-Stanno parlando di te, Dhia.
-Lasciali fare.
Non mi sono ancora presentata, però. Mi chiamo Nadhia Raimon. Il mio cognome, volete sapere? Beh, avete indovinato. Sono la nipote del fondatore della Raimon, la figlia del suo amministratore delegato nonché sorella minore di Nelly Raimon, presidentessa del consiglio studentesco e la manager principale della sua squadra di calcio.
Mi ero appena iscritta alla scuola dove mio padre. era naturalmente una persona di grande rilievo. Raccomandazione? Direi di no. Amavo il programma didattico di quell'istituto e le offerte ricreative che proponeva.
Sono sempre stata una tipa tosta, sicura di me e appassionata di moda. Penserete sia stata una di quelle bamboline che vanno in giro tutte truccate, con lo sguardo che trucida chiunque tenti di parlare con loro.
Ma assolutamente no!
Io non mi vestivo sempre elegante ma sapevo trovare lo stile anche in un paio di pantaloni a vita alta e delle semplici Nike. Ammetto che sono un po' ossessionata dai vestiti firmati, ma questo non vuol dire nulla, no?
Ho i capelli rosa tendente al rossiccio, molto più chiari di quelli di mia sorella, e gli occhi azzurri. Abbiamo le stesse espressioni facciali ma per quanto riguarda il fenotipo non ci somigliamo affatto. Io sono molto simile a mia madre. Quindi potevo affermare con certezza di non essere una Barbie!
In quel periodo, durante i primi mesi della nuova scuola, avevo notato un lento ma irreversibile distaccamento del mio solito gruppetto di amici delle elementari da me e un'intensificata malizia dei commenti da parte non solo dei miei compagni di classe, ma anche del mio trio di vecchie amiche, con le quali non stavo più avendo nulla a che fare. Era una cosa su cui,purtroppo, stavo soffrendo parecchio.
Mormoravano che mi sentissi Dio sceso in terra, che fossi troppo vanitosa, che parlassi in modo strano.
Ammetto di avere la r moscia, un tono di voce alto, una camminata sicura e sprezzante. Eppure, sono sempre stata socievole ed estroversa con chiunque ne avessi la possibilità.
Lo giuro, sembrava non mi fosse mai importato di nessuno e invece questa volta era il contrario. Evidentemente era perché mi dovevo ancora abituare al nuovo ambiente, o no?
-Nelly, tu come ti sei trovata in classe il tuo primo anno qui alla Raimon?
Io e mia sorella eravamo sedute vicino al muretto d'entrata della scuola e stavamo proprio affrontando questo argomento.
-Un po'come te. Sono sempre stata una ragazza molto precisa, lo sai.
Ovvio che lo so, stupidina. Sei mia sorella maggiore.
-Ma mi sono trovata bene, nonostante le piccolezze che coinvolgono come al solito gli studenti.
-Io non ci riesco. Mi ritengono antipatica ed altezzosa.
-Con il tempo passerà, vedrai. Secondo me hai bisogno di un po'di amicizie maschili, anche se so che sei già popolare tra i ragazzi.- aggiunse, con un tono fra l'indispettito ed il divertito, suscitandomi una risatina. Ripresi poi a parlarle, arricciandomi una lunga ciocca di capelli rosati.
-Sì, hai ragione, in classe mia sono quasi tutte ragazze! Che noia!

-Ehi, Nadhia!
-Ciao!
Era appena passata una mia compagna di classe, Mei, che mi aveva salutata con un sorriso timido.
-Ti ha salutato. Vedi che è solo una tua impressione?
-Mh, sarà, ma a parlare dietro sono bravi tutti!
Nelly scosse la testa, in un silenzioso rimprovero sulla mia imperitura mancanza di fiducia verso gli altri. Ma perché poi avrebbe dovuto rimproverare me se lei stessa era la campionessa della diffidenza?
Suonò la campanella di inizio delle lezioni all'interno dell'atrio e risuonò per tutto il cortile esterno,richiamando gli alunni che si stavano attardando fuori per la ragioni più disparate. Nelly raccolse la sua cartellina e si mise dubito dritta e composta, da vera membra del Consiglio, e mi indirizzò con un impercettibile cenno del mento verso il grande fulmine scolpito sopra l'ingresso della nostra scuola. Con un sospiro, mi tirai la borsa su una spalla e mi avviai verso la 1B, salutando mia sorella che invece andava in 2A. Entrata in aula, raggiunsi il banco che da qualche settimana era il mio, ignorando con una fitta al cuore la mia vecchia migliore amica, Kazumi, che saltellava a sedersi accanto alle sue nuove compagne di uscite.
Estrassi con cura maniacale gli oggetti che solitamente usavo per la scuola, soffermandomi a torturare la mia penna rosa con un ricco e morbido pompom sulla sua estremità, consapevole che il silenzio che c'era attorno a me sarebbe sceso ancora di più una volta arrivato il professore. Invece, i miei compagni di classe si ammutolirono non soltanto perché era giunto l'insegnante di matematica generale, ma anche per la figura che lo accompagnava. Io mi feci di gran lunga più attenta, accavallando le gambe strette nelle parigine della divisa scolastica.
-Ragazzi, oggi avremo un nuovo studente qui con noi, Vi presento Byron Love, campione giovanile del Football Frontier!
Il ragazzo biondo dagli occhi di fuoco che avevo visto più volte in televisione fece qualche passo in avanti, scrutando l'aula con un sorrisetto sardonico sul volto ed ammiccando alle ragazze che trillavano di gioia alla sua presenza. Era davvero colui che diceva di essere, un giocatore formidabile dal talento straordinario che l'anno precedente si era messo in mostra come partecipante più giovane del campionato nazionale delle scuole medie inferiori e superiori del Giappone.
Con passo strascicato arrancò a sedersi vicino a me dato che era l'unico posto libero, essendo io totalmente esclusa dalla vita della classe. Ironia della sorte, pensai, nell'osservare le mie compagne stringere i denti per la gelosia. Decisi comunque di accogliere il nuovo arrivato nel migliore dei modi, sapendo benissimo cosa volesse dire ritrovarsi sola per la propria fama o popolarità.
-Piacere, io sono Nadhia!
Il ragazzo si voltò, come se prima non mi avesse notato, e mi studiò dall'alto in basso, causandomi un immenso fastidio. Schioccò le labbra, evidentemente abituato ad avere interlocutori che pendevano anche solo per una semplice parola dalla sua persona, rivelandosi un tipo provocatorio e quasi arrogante.
-Bryon. Sei veramente molto carina.
Si stravaccò sulla sedia scomoda del banchetto che sostava accanto al mio, continuando a fissarmi con aria inaspettatamente confusa. Aspettai che proseguisse, capendo che il ragazzo con cui stavo avendo a che fare era stato cresciuto esattamente come me: educato ad avere l'ultima e la prima voce in capitolo e ad essere costantemente al centro dell'attenzione degli altri.
- Sai, mi ricordi qualcuno che ho conosciuto agli incontri del Football Frontier con le delegazioni delle altre scuole. Non mi pare però che la Raimon l'anno scorso fosse qualificata.- concluse, com un piccolo ghigno sarcastico che si apriva sul suo viso dai tratti di porcellana delicati e squisitamente perfetti. Non riuscivo a comprendere dove volesse arrivare con quelle sue dichiarazioni e decisi di tentare per un'opzione.
-Sono la sorella minore di Nelly Raimon.
-Ah, ecco come si chiamava quella bellezza! Nelly! La mia prima cotta!
Lo guardai strabuzzando i miei occhi azzurri, piuttosto stranita. Questa era nuova e curiosa, avrei dovuto riferirla subito a mia sorella, anche se era più probabile che lei lo sapesse già.
Anche lui aveva un modo di fare piuttosto altezzoso e, avrei osato dire, da buffone etichettato.
Una delle ragazze ignorate da Byron al suo ingresso, notandoci chiacchierare ed invidiosa per non essere stata considerata, strinse i pugni all'angolo del mio campo visivo. Era una delle fedelissime di Kazumi, che invece sedeva in silenzio comportandosi come se io non esistessi.
-Guardateli, la coppia perfetta! Due super principini!
Non sembrò ottenere l'effetto desiderato perché il resto della classe era più impegnato a cercare di ottenere l'autografo di Byron o il suo numero di cellulare.
- Zitta, idiota, sei solo invidiosa.- replicai io duramente, senza risparmiarmi sui termini usati.
-Le persone sono sempre state invidiose di me.
-Non parlavo con te, Byron. E poi qui forse sei tu il vero altezzoso, fra noi due, se vogliamo dirla tutta.
-Su di te non girano voci migliori.
Sbiancai per quel che potevo, deglutendo un fiotto di saliva amara.
-Mi hai sentita nominare?
-Sei abbastanza popolare nelle giovanili, infatti Nadhia mi era già un nome familiare.
Feci spallucce e presi in mano il mio iPhone 6s rosa che si intonava con la mia chioma voluminosa (si, amo il rosa) e mi specchiai, aggiustandomi i capelli.
Byron mi guardò attentamente, allungando le gambe toniche e snelle davanti a sé.
-Poi dicono che sono io quello arrogante.
E scoppiò in una risata.

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