Remember

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Saltellava allegramente. Un mazzo di fiori in mano.

Erano i fiori più belli che aveva visto. Li aveva scelti con la massima cura. Li aveva abbinati al meglio e li portava facendo attenzione a non rovinare il magnifico bouquet.

Avrebbe potuto prendere l'autobus. O l'automobile. Ma aveva preferito andare a piedi, attraversando le viuzze. Finì per attraversare un boschetto ed uscì dalla strada principale.

In alcuni tratti non vi era nemmeno un sentiero. Era terreno erboso o addirittura fangoso, dato che aveva piovuto pochi giorni prima.

Ma non se ne preoccupava. Continuava a camminare allegramente, spedito verso la sua meta.

Uscì dal centro città e si ritrovò nella periferia. Gli edifici si facevano sempre più radi, sempre meno moderni. Quei pochi che c'erano erano abbastanza vecchi. Alcune erano cascine dismesse, altri appartamenti di almeno cinquant'anni prima, quando ci fu un boom della popolazione.

Più camminava e più la natura e la storia sembravano invadere il paesaggio. Vi erano alcuni campi e dei resti di magnifiche civiltà, ormai sparite.

Il giovane sorrideva alla vista di quel paesaggio. E si mise a canticchiare. Si ricordava quando, da piccolo, giocava in quei bellissimi campi. Quanto si divertiva. Quanto era innocente.

Ogni tanto controllava che il bouquet non si fosse rovinato, o che qualche fiore non fosse scivolato via. Dopodichè ridacchiava soddisfatto e continuava a camminare, canticchiando quel motivetto familiare.

Non incontrava nessuno sulla sua strada. Soltanto alcuni animali selvatici o qualche cane randagio.

Vi era un fresco venticello.
Riusciva a sentirsi in pace col mondo. Felice e beato.
Il suo canticchiare si trasformò in un cantare vero e proprio.

《Disegna un cerchio, ecco la Terra~》saltellava e rideva mentre stava per raggiungere la sua meta.

Arrivò a dei resti romani. Sembrava essere un qualche tempio, ma non ne aveva chiari ricordi. Gli avevano soltanto raccontato che era meraviglioso e maestoso, così come la civiltà che lo costruì.
Le colonne erano distrutte e vi erano grossi pezzi di esse sul terreno. Così come alcuni resti di pilastri e statue.
Sembrava un puzzle che aspettava di essere assemblato. Al quale però, sfortunatamente, mancavano alcuni pezzi.

Saltellò fino a dietro un albero molto vecchio. Concluse la canzone e si guardò intorno.

Spostò lo sguardo ai piedi dell'albero. Il suo vivace sorriso si attenuò, il suo volto si fece apprensivo.

Prese un profondo respiro e si sedette sulla soffice erba.

《Ehy, è da un po' che non vengo qui, vero, Nonno Roma?》chiese allegramente, nonostante, in fondo, si sentisse un po' colpevole.

Silenzio.

Il ragazzo dai capelli castani sospirò. 《Ve, mi dispiace tanto. Ma Ludwig ha deciso di fare degli allenamenti nuovi. E incredibilmente stancanti, nonostante io provi ad evitarli》continuò.

《Però so che Lovi era passato qui non molto tempo fa. Quindi sono sicuro che non ti sarai sentito troppo solo》esclamò, rallegrando il tono di voce e spostando lo sguardo dall'erba ai fiori che teneva.

《Oh, vero! Mi sono messo anche a raccogliere questi fiori!》affermò sistemandoli. 《Ho trovato anche dei fiori che non vedevo da un po'. Ne avrei presi di più, ma...》giocherellava con alcuni steli, 《mi sembrava un peccato. Voglio che rimangano lì per essere ammirati anche da altre persone》.

Diede un'ultima sistemata al bouquet e lo poggiò accanto ad un piccolo monumento in granito, in parte a dei fiori che crescevano lì.
《Oh, vedo che Lovi ha deciso di metterti dei fiori vicino》sorrise, allontanandosi un poco per osservare meglio, come se fosse un quadro.

Corrucciò le sopracciglia e si avvicinò al granito. Dietro al piccolo monumento trovò un pezzo di carta ingiallito, abbastanza ben nascosto.
Lo aprì con cura e vide che era un disegno.

Fatto abbastanza male, come da un bambino. Osservò il disegno per un po', notando delle scritte in quello che sembrava latino. Il giovane non riuscì a decifrarle dato che erano state scritte molto male e, da quel poco che capiva, era scritto anche scorrettamente.

Gli vennero alle mente alcuni ricordi. Ridacchiò e riposò il biglietto dove l'aveva trovato.

Fissò il granito per alcuni secondi, dopodichè sospirò e decise di appoggiarsi al tronco dell'albero, accanto al piccolo monumento.

Osservò il paesaggio e inspirò appieno l'aria di campagna.
Stette in silenzio.

Poi iniziò a raccontare di ciò che era successo di recente, come stessero suo fratello e gli altri, degli allenamenti che doveva fare, ma che evitava il più possibile, dei suoi nuovi amici, fece anche delle domande, ma l'unica risposta che riceveva era il silenzio.

Parlò per un po', osservando il cielo e ricordando i bei momenti passati.
Iniziava a sentirsi assonnato, le palpebre farsi pesanti.

Ridacchiò lievemente, 《È una bellissima giornata, non è vero? Ha un che di Rinascimentale...》mormorò, socchiudendo gli occhi.

Iniziò a canticchiare, con voce flebile ed assonnata.
《La, la, la, la, lappalia~》canticchiò il motivetto di quella canzoncina familiare, fino a che non s'addormentò, un beato sorriso in volto.

《Ohi, Italia》sentì una voce autoritaria chiamarlo.
Rispose con un mugolio.
La voce sospirò. 《Mein gott... Feli》riprovò a chiamarlo, scuotendogli la spalla.
Il ragazzo aprì gli occhi e sbadigliò.
Appena riconobbe il biondo poco distante da sè sorrise e lo salutò.
《Ve, ciao, Ludwig~ Come sei arrivato qui?》gli chiese, ricordandosi di essere ancora all'albero.
Il tedesco diede uno sguardo all'erba, dopodichè lo riportò sull'italiano. 《Ti sei dileguato prima di finire l'allenamento dicendo che saresti andato in campagna》si fermò un attimo.
《Sono semplicemente uscito dalla città ed ho avuto fortuna》concluse.
Si sentì un abbaio e un cane sgusciò fra le gambe di Ludwig, avvicinandosi all'italiano, che lo accarezzò allegramente.

《Bene, direi che ora di andare. Si è fatto tardi》affermò il tedesco, iniziando ad avviarsi. Il castano annuì allegramente e iniziò a seguirlo.
《Ve, vero, vero. Volevo farti provare una ricetta tipica del posto, poi, Ludwig》canticchiò.
Il biondo si stupì un poco, ma sorrise leggermente e ringraziò, 《E domani dovrai rifare l'allenamento che oggi non hai finito...》disse assertivo.
L'italiano si fermò qualche secondo e si lamentò, mentre il tedesco continuava a camminare, ignorandone le proteste.

Il castano si girò verso l'albero, ormai distante. Sorrise 《Ci vediamo la prossima volta, Nonno Roma》mormorò.

《Ohi, Italia! Perchè ti sei fermato? Ti si è slacciata la scarpa?》Ludwig chiamò il ragazzo.
《Eh? No, no. Tutto a posto, Ludwig~》rispose prontamente, affrettando il passo e raggiungendo il tedesco.

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