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Quando Jonny si spostò di lato incontrai lo sguardo furente di J.
-Puddin non stavamo facendo niente di male. Mi ha aiutato perché mi sentivo male.- dissi velocemente per evitare che J potesse avere ogni possibile considerazione, ma facendo l'esatto opposto.
-Oh, non ti preoccupare. Ho solo seguito Frost. Un uomo che prende al balcone di un nightclub un bicchiere d'acqua non si vede tutti i giorni.-disse.
I suoi occhi erano fissi su Jonny, che stava immobile. Io alternavo lo sguardo su entrambi, non sapendo cosa fare.
-Lo sai Harley che non sono un uomo che ama le conclusioni affrettate.- disse girando intorno a Frost,mantenendo una certa distanza, per arrivare difronte a me. Sapevamo entrambi che non era assolutamente vero. Bastava contraddirlo e il malcapitato si trovava con una pallottola in testa. Non era proprio il genere di uomo pacato ed era una cosa per cui andavo pazza.

Era così impulsivo, forse troppo.

Mi guardò, senza far trapelare nessuna emozione dai suoi occhi.
-Andiamo. È stato un piacere rivederti Frost.- disse prendendomi da un braccio e trascinandomi fuori dal bagno. Non ero completamente stabile perché ero ancora un po' scossa da cosa mi era successo prima.
Prima di uscire totalmente dalla mia visuale, Frost sussurro qualcosa. Dal labiale riuscii a capire quello che stava dicendo. Attenta. Se fossi stata attenta fin dal principio, non mi troverei qui, in un locale malfamato e con i capelli rosa e blu.

Riuscii comunque a tener il passo di J mentre attraversavamo il club, anche se la mia testa era da tutt'altra parte e il mio cervello non controllava i movimenti del mio corpo. Quasi mi lanciò dentro alla macchina non appena aprii la mia portiera. Andò dalla sua parte non appena la richiusi e,salito sulla Lamborghini, mise subito in moto. Non disse una parola ed io feci altrettanto. I nostri sguardi non si incrociarono neanche una volta lungo il tragitto. I miei occhi impegnati a guardarmi le mani e i suoi a guardare la strada.

Arrivammo nel sotterraneo del grattacielo. Scesi dalla macchina e prima di essere completamente fuori, J tirò un pugno al volante. Non era un buon segno. Lo aspettai accanto alla macchina, ma quando lo vidi uscire con occhi pieni di ira iniziai a sentirmi a disagio.

Quando arrivò ad un passo da me, anch'io iniziai a camminare verso l'ascensore, ma la sua mano mi prese per l'avambraccio facendo scontrare la mia schiena con la carrozzeria metallizzata della macchina. Lo guardai negli occhi diventati rossi.
-Adesso mi dici che cosa è successo tra te e Frost. La verità.- ringhiò. Era infuriato per una cosa che non era mai successa. Non avevo fatto niente con Frost.
-Non ti ho mentito. Mi sono sentita male e sono andata nel bagno. Jonny passava di lì e mi ha aiutata. È stato gentile perché mi ha preso un bicchiere d'acqua per farmi sentire meglio.- dissi con tono pacato. Non servì a niente il mio temperamento, perché mi tirò uno schiaffo in piena guancia.
-Harley, sai mentire bene. Sono stato un ottimo maestro. Adesso dimmi la verità o finirà male. Per te.- disse spingendomi un'altra volta contro la macchina. Io lo guardai incredula.
-È questa la verità. Non ti ho mentito, non lo farei mai. Te lo posso ripetere tutte le volte che vuoi. Cosa credi sia successo?-dissi cercando di rimanere calma, fallendo per il male alla guancia, che continuava a pulsare.
-Tu e Frost nella stessa stanza, incontrati per sbaglio. Tu pochi giorni prima al porto, dove lavora Frost. Non sono un deficiente.- disse stringendo la presa sul mio braccio. I suoi anelli mi scavavano nella carne ed l'avambraccio diventava sempre più rosso.
-Non ho fatto niente. Sai che sono solo tua.- dissi sperando di migliorare la situazione.
Lui sbuffò ed allentò la presa.
-Stavi male.- disse riflettendo.
-Allora andiamo a dormire.-
Non mi piaceva per niente il suo cambio improvviso di umore, ma non me lo feci ripetere due volte e chiamai l'ascensore.
-Oh, no piccola Harley. Non voglio dormire nel letto con te se sei malata.- disse muovendo l'indice a destra e a sinistra.
-Dormirò sul divano?- domandai.
-No, dormiresti troppo male. Ci tengo alla tua salute. Seguimi.- disse. Lo seguii di pochi passi fin quando non aprì la porta di uno sgabuzzino. Indietreggiai, ma lui fu più veloce di me e mi prese per un braccio tirandomi verso di lui. Mi scontrai con il suo petto e subito dopo mi spinse dentro al piccolo e buio stanzino.
Non feci il tempo di protestare che sentii il rumore delle chiavi nella serratura. Iniziai a tirar colpi e pugni alla porta di metallo.
-Non puoi lasciarmi qui.- gridai. Non c'era più speranza, era già andato via. Smisi di gridare solo dopo un paio minuti, anche se sapevo che non sarebbe sceso a riprendermi fino al mattino, se non dopo.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora