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Dopo due ore di suppliche, riuscii a convincere J di farmi uscire dal suo palazzo per fare una passeggiata. La scusa era stata quella di voler vedere com'era cambiata Gotham durante la mia assenza. Non mi era permesso varcare la soglia oltre al quartiere de Joker, ma questo non era un problema. Avevo due ore di libertà.

Appena uscii dal portone del grattacielo la brezza primaverile mi accarezzò le guance facendomi sorridere. Finalmente il freddo invernale aveva lasciato spazio alla primavera. Iniziai ad incamminarmi verso la costa, guardandomi intorno. Era tutto uguale, case scure lasciate cadere a pezzi intervallate da case tutto sommato in buona condizione, tale da poterci vivere.
Gli scagnozzi del Joker mi guadavano per pochi secondi quando passavo vicino a loro, per poi ritornare alla loro routine quotidiana.

Dopo qualche minuto, il porto distava un isolato da dove mi trovavo, riuscivo ad intravvedere una nave mercantile. Aumentai il passo e mi ritrovai davanti ai capannoni che venivano usati come magazzini.

Dalla nave ormeggiata uscivano uomini sudati con sulle spalle sacchi e scatole dalla media grandezza. Portavano tutta la merce nel capannone più vicino alla nave, formando una catena umana. Poteva essere qualsiasi prodotto, alimentare, vestiario, armi, droga, non importava, gli uomini con fatica scaricavamo tutto il contenuto dell'imbarcazione.

Un uomo con la pelle abbronzata controllava gli uomini, gridando di sbrigarsi. Guardavo la scena inerme, perdendomi nell'osservazione.
-Muovetevi, portate tutto dentro da Frost.- gridò l'uomo dalla pelle ambrata. Dovevo entrare dentro il capannone.

Silenziosamente mi avviai verso la grande entrata del magazzino. Seguii la fila di uomini intenti a portare la merce da quello che doveva essere Jonny.
Nessuno mi chiese niente. Andai quindi più avanti. Ero abbastanza vicino da osservarlo. Non era in smoking come il solito. Non indossava scarpe costose e lucidate perfettamente. Indossava un paio di jeans ed una semplice maglietta. La barba più lunga rispetto al solito gli dava un aspetto più rustico. Non mi notò, perché stava accuratamente leggendo un foglio ch teneva nelle mani. Alzò la testa e guardò un uomo a cui era caduto un sacco.
-Ehi, tu! Sbrigati a raccoglierlo e spera che non si sia rovinato.- lo sgridò. Stava per ritornare a leggere, quando il suo sguardo incontrò il mio.

Mi avvicinai esitando. Dalle sue labbra uscì un sussurro non definito. Gli sorrisi e in risposta lui piegò il foglio che aveva in mano e camminò velocemente verso di me. Stavo per alzare la mano per salutarlo quando mi prese bruscamente dal braccio e mi trascinò lontano da tutti, dietro ad un gruppo di casse in legno, sufficienti a coprirci.
-Sono felice anche io di vederti.- dissi scherzando, ma lui non ride alla mia battuta.
-Harley, che ci fai qui?- mi chiese. -Stavo facendo una passeggiata e sono arrivata al porto.- risposi sorridendo, ma ancora una volta Jonny rimase immobile.
-Non in quel senso. Perché sei nel quartiere del Joker?- disse.
-Perché vivo con lui, mi sembra ovvio.- risposi facendo una smorfia con la bocca. Lui allora si mise una mano nei capelli.
-Sei ritornata da lui.- disse rassegnato, facendo scendere la mano dai capelli al viso.
-Mi ha salvata. Sarei morta se non fosse stato per lui.- mi giustificai.
-Poi tu mi hai detto che mi cercava ed adesso siamo di nuovo insieme. Io ho lui e lui ha me.-
Mi guardò per qualche secondo, con quello sguardo che un padre dà alla figlia per consolarla.
-Perché secondo te lui ti ama.- disse sussurrando, ma questa volta lo sentii benissimo.
-Secondo te questo è amore.- continuò avvicinandosi.
-Jonny, dimmi solo quello che ha fatto durante la mia assenza. È l'unica cosa che ti chiedo.- dissi lamentandomi.

Sbuffò, ma subito dopo iniziò a parlare. -Ti rivoleva al suo fianco. Questo lo mise contro a molti suoi soci, perché la cosa più importante da terminare era la ricerca in ogni sobborgo di Gotham per ritrovarti, non gli affari con loro. Lo ammetto, l'ho ostacolato, ma non se n'è reso conto. Era troppo accecato dalla rabbia.- fece una breve pausa incrociando le braccia al petto e guardandosi intorno.
-Quindi ci tiene a me, vedi?- gli dissi alzando la voce. Lui mi disse di abbassare la voce e continuò a parlare, dopo aver controllato la zona, attento a non essere spiato.

-Si dice che ci vogliano tre settimane per essere completamente ossessionati da una persona. Quando era ancora all'Arkham, il piano iniziale era quello di farti fuori appena fosse riuscito ad evadere. Tu però gli stavi addosso, lo vedevi ogni giorno. Disse che ti aveva risparmiato perché potevi essere utile. Non sto dicendo che tu sia inutile, ma lui era ossessionato da te Harley e lo è ancora. Ti ha trasformato rendendoti più simile a lui, in modo da tenerti in pugno. Non è amore. È solo un altro tassello che compone la sua pazzia. Ti vede come un oggetto di sua proprietà, non come una persona.-

Provai a interromperlo, ma aveva subito ricominciato a parlare.
-Ha scoperto che sapevo dove ti trovavi, Harley. Era totalmente fuori di testa quella sera, più del solito. Mi ha allontanato da lui e soprattutto da te, confinandomi nell'area portuale. Ma adesso che sei ritornata io non cambio idea. Tu staresti meglio senza di lui. Ritorneresti normale. Ritorneresti alla tua vita!- disse alzando il tono. Mi avvicinai ancora di più.
-È lui la mia vita. Non so da dove iniziare senza di lui. Non ho più niente, non posso più ritornare indietro e non voglio.- gridai.
-Ti ha totalmente fritto il cervello a furia di farti l'elettroshock. Ti sei dimenticata di tutte le volte in cui hai pianto e gridato di dolore per colpa sua? Di quante volte ti ha picchiato?- alzò ancora il tono.
-Smettila!- gridai.
Jonny era l'unico che mi aveva visto piangere. Non volevo che i ricordi riaffiorassero, non ancora.
-Mi ricordo tutte le volte in cui ti ho visto in fin di vita, tutte le volte che ho dovuto chiamare il medico per medicarti le ferite troppo spesse. E lui cosa faceva? Se ne andava, oppure ti guardava indifferente. Mi ricordo perfettamente quella volta in cui ti ha quasi strozzato. Se dovesse succedere di nuovo, adesso che io non ci sono. Adesso che non posso togliere le sue mani dal tuo collo. Adesso che sei da sola, come farai se dovesse succedere di nuovo?-continuò ad urlarmi in faccia.
-Smettila Jonny!- gridai ancora.
-Il suo cuore è marcio, non marcire con lui.- disse.
Mi avvicinai al suo orecchio e gli sussurrai -Io sono già marcia.-
Lo guardai negli occhi per poi distogliere lo sguardo.

Me ne andai, voltandogli le spalle. Quello che aveva detto mi aveva ferito. Avevo perso l'unico amico che pensavo di avere. Uscii velocemente dal capannone, mi allontanai dal porto. Non riuscivo più a trattenere le lacrime. I ricordi si erano appropriati della mia mente.

Non mi avrebbe più picchiata, ne ero sicura. Allora perché le lacrime continuavano a bagnare le mie guance? Ero diventata troppo debole. Dov'era la vecchia Harley? Quella che se riceveva un colpo ricambiava con un colpo forte il doppio? Ovviamente Joker non faceva parte di questa regola. Io subivo e stavo in silenzio, crollando solo quando nessuno mi vedeva. Non piangevo in mezzo alla strada. Non piangevo per alcune parole dette da un uomo.

Forse la ragione per cui piangevo era che una piccola parte di me, seppur la più piccola, sapeva che Jonny aveva detto la triste verità.

•La famigerata Harley Quinn non sarebbe morta per colpa di uno scontro con il governo o tra rivali, ma sarebbe morta per le mani venose del Joker stette sul suo collo che le avrebbero tolto l'ultimo respiro.•

Velocemente mi asciugai le lacrime, ritrovandomi le dita sporche di matita nera. Dovevo ritornare in casa. Mi incamminai, provando a non crollare di nuovo.

Quando arrivai non trovai nessuno all'ingresso. Salii le scale e guardai la porta dello studio di J. Mi avvicinai senza fare rumore, per poi bussare un paio di volte alla porta.
-Non adesso Harley.- disse ad alta voce dall'interno della stanza.
Sospirai e andai in camera. Dovevo trovare qualcosa da fare, qualcosa in grado di distrarmi dai miei pensieri. Decisi di recarmi in armeria. Finii tre caricatori, colpendo il muro bicolore.
Tirai fuori dalla maglietta la collana con il ciondolo a J e la osservai, per poi rinchiuderla nel pugno.

Ero la sua regina, il re non uccide la sua regina.

• ROTTEN •  {Harley & Joker}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora