THE WORST DAY

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Era un giorno come un altro nel mondo comune, oserei dire che se non fosse stato per le ombre di quei maledetti demoni che svolazzavano ovunque, ci si sarebbe potuti anche rilassare, magari una bella passeggiata di domenica mattina, magari in villa, ma quel giorno non era affatto come un altro. Ricordo che mia madre fece cadere un piatto mentre rispondeva al citofono.

"Mamma? Successo qualcosa? Chi è?" Chiesi preoccupato, mentre la sua faccia diventava fredda come il ghiaccio e sudava freddo. "Andate nelle vostre stanze!" Disse indicando me e mia sorella. Noi eseguimmo subito ciò che ci chiese anche se restai a spiare dall'occhiello della porta per capire, vidi una figura maschile alta, ma non troppo, circa 1.80 m, capelli scuri con un lungo cappotto beige. "Chiara, chi è quello?" Chiara controllò ma non rispose, era troppo piccola per ricordare di quel tipo forse? Mentre domandavo tra me e me chi fosse, partì una voce dalla cucina:"Chiara, Antonio, venite un attimo per favore, c'è una persona che vuole vedervi." Fu una delle scelte peggiori che potesse compiere mia madre, cambiò tutto di lì a poco.

Il signore ci accolse con un sorriso e disse: "Cavolo quanto sono cresciuti." Il tutto ridendo. "Meglio se non parlo." Rispose mamma, che continuò: "Anto, Chiara, non so se ve ne ricordate ancora, visto che eravate molto piccoli all'epoca, ma questo signore si chiama Lino, è vostro padre." Si gelò il sangue, avevamo sentito spesso dei racconti su quell'uomo che tutto era tranne un padre. Un signore che decise di lasciare tutto e tutti, quando noi eravamo piccoli per vivere spensieratamente, tra donne e viaggi. Mia madre lo trovò a letto con altre signore negli anni e questo lo portò alla separazione, lui non si fece più sentire da allora, ma cosa lo portava a tornare proprio in quel momento?

"Certo che si ricordano di me, quanti anni sono passati sei... mh no... sono sette, se non erro. Suvvia ora è passato, io sono qui, venite ad abbracciarmi" Io e Chiara ci guardammo disorientati. "Non forzarli, non ti fai vedere per anni e fai come se non fosse successo niente, secondo te come dovrebbero reagire?" "Non è grave, alla fine sono qui adesso. E non rinfacciarmi le cose." Continuarono a discutere per alcuni minuti al termine dei quali decisero di riaprire i rapporti tra noi e lui, ma già avevo capito che tipo di persona fosse, subdola e sicuramente con un qualche piano sotto, altrimenti non si sarebbe mai presentato.

"Comunque ho sentito che è possibile avere dei buoni dallo stato per i bambini, perché non li usiamo per dei viaggi per loro?" Disse con aria presuntuosa. "Lo sapevo che ti sei presentato qui solo per i soldi, dopo tutto quello che ti sei preso...noi già abbiamo problemi economici, ora ti ci metti anche tu." Rispose mamma.

"Io lo faccio per loro, ci tengo a farli vivere bene e soprattutto ho il diritto di vederli, altrimenti ti faccio causa."

"E tu vorresti riavvicinarli così dopo tanti anni senza sapere niente di loro? Non farmi ridere, meglio se te ne vai, così come sei venuto, altrimenti ti caccio io."

"Io farò come ho detto, passo giovedì a prenderli, meglio che scendano altrimenti prepara i soldi per il tribunale."

"Vattene"

Detto ciò, decise finalmente di andarsene dalla nostra casa, con molta calma, ma se ne andò almeno.

"Voi potete fare ciò che volete, non vi preoccupate per me." La abbracciammo e scoppiò in lacrime.

Quel giorno così comune, un giorno come un altro fu senza dubbio il giorno in cui mi sentii più come un bambino, più umano... Ma io non lo ero e dovevo accettarlo, o avrei procurato fin troppi problemi.

Quel giorno non accadde più niente tranne che un evento strano. Erano circa le 18 quando un fragore mi colse impreparato. Era buio, ma da lontano, e ripeto veramente molto lontano percepivo un bagliore blu elettrico quasi verso il bianco. Non accadde più nulla e arrivò la notte.

ORE 22.00 EVADO INTERNUM IMPERATOR






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