Capitolo 12: L'eroe e il pirata

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Galattica procedeva sulla rotta impostata da Sophia attraverso i sistemi, passando accanto ai vari mondi persi nell'immensità. I due nuovi innamorati consumavano lontani da occhi indiscreti, chiusi nella camera, mentre gli altri si riposavano seduti in cucina. Solo Neranda iniziava a farsi domande, notando l'assenza prolungata degli altri, fermata con ogni mezzo da Noma a conoscenza dei fatti.

- Posso capire la stanchezza, ma qui sé la prendono comoda - esclamò la ignidia alzandosi dallo sgabello.

- Non credo sia il caso di disturbarli - replicò lui, fermandola per una mano.

Neranda lo guardò coi suoi occhi brillanti - Cosa ti prende ora? Tu sai qualcosa! - avvicinandosi faccia a faccia.

L'eolite alzò le mani in segno di resa - Assolutamente no! - cercando di sviare il discorso.

Lei sapeva come farlo parlare, sedendosi in braccio a lui. Noma sudava freddo, cercando di distogliere lo sguardo dal corpo della ignidia, cercando di non pensare alle sue mani che li accarezzavano i lunghi capelli argentati.

- Forza, l'ho capito quando hai guardato prima, tu sai qualcosa - continuando ad accarezzargli i capelli.

- M-mi dispiace, m-ma non so nulla - balbettò lui.

Neranda si alzò lentamente - Va bene, vuol dire che andrò a vedere - camminando sinuosamente verso la porta, muovendo la coda a ritmo col corpo.

La porta della cucina si era aperta, i ragazzi erano entrambi li davanti, entrando come nulla in cucina.

Roy si prese una bevanda dalla cella frigo, passandone una anche alla ragazza, appena seduta al tavolo.

- Voi due dormite troppo anche per degli esseri umani - esclamò Neranda avvicinandosi ai due.

I sensi della ignidia era più sviluppati di quelli di un cane e riusciva a fiutare i loro odori mescolati, capendo all'istante quello che era successo.

- Tutto qui? Potevi dirmelo Noma - esclamò lei, sorridendo di gusto.

I due ragazzi la guardavano sbalorditi.

- Cosa poteva dirti? - domandò Sophia, guardando poi l'eolite con sguardo assassino.

Neranda li abbracciò entrambi per la testa - Potevate farvi una doccia prima, così è stato anche troppo facile! - guardandoli con malizia.

La ragazza si alzò di colpo, liberandosi dal suo abbraccio - Cosa? Come? - visibilmente imbarazzata.

- Adesso non sei più tanto pura mia cara - continuò a sghignazzare la ignidia.

Solo Roy non dava troppo peso alla cosa, continuando a bere senza nemmeno guardare la sua amica scarlatta scherzare con Sophia.

- Allerta, allerta, nave sopra di noi, allontanarsi per evitare collisione - la voce di Galattica.

Tutti si fiondarono nella cabina di comando, mentre Sophia controllò i sensori - Abbiamo una nave a meno di un metro sopra di noi, così rischiamo di sbattere contro! - governando lei la nave manualmente.

- Sono loro? - domandò Roy, cercando di vederla attraverso i vetri laterali.

- No, sembra diversa - replicò la ragazza attivando i comandi - Ora usiamo il balzo, così le diamo un bel distacco - aggiunse, scattando nell'iperspazio.

La Galattica balzava nel rapido cosmo, ma l'altra nave era ancora sopra di loro, si credeva impossibile viaggiare allo stesso tempo nell'iperspazio, nemmeno Utis lo credeva fattibile. Ogni manovra era impossibile, se cambiavano rotta l'uscita del balzo poteva essere in qualsiasi punto dell'universo, persino in un buco nero o peggio sulla superficie di una stella. Potevano solo seguire l'altra nave, ancora quasi a contatto con loro.

Il risveglio dei guardianiWhere stories live. Discover now