Capitolo 4: Una nuova alleata

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Durante tutto il viaggio Sophia era rimasta seduta accanto a Roy, tenendo sotto costante controllo il livello di energia nel suo braccio metallico. Il viaggio era tranquillo, quasi troppo silenzioso, nessuno parlava, solo il rapido e sordo suono della nave ogni tanto spezzava quel silenzio. Utis era rimasto in cabina di comando a monitorare il tragitto, come per evitare lo sguardo sofferente della ragazza.

Continui pensieri tormentarono la mente dell' uomo - Non posso perdere anche lui, in passato ho esitato, ma ora farò il possibile. Ci ha salvato la vita a costo della sua, senza nemmeno pensarci due volte, se esiste un modo lo troverò - pensò tra se e se, sbattendo velocemente le dita dal nervoso.

La porta scorrevole della stanza si apriva, mentre la ragazza entrava con lo sguardo basso nella cabina.

- Come sta? - chiese lui, con un nodo in gola.

Sophia restò a fissarlo, poi voltò lo sguardo verso l' esterno della nave - Non riprende conoscenza e l' energia sta terminando - rispose con tono secco e la voce rauca, come per trattenere il dolore.

Utis le indicò la poltrona accanto alla sua - Siediti pure, abbiamo ancora quasi un ora prima di arrivare - disse - Non hai chiesto nulla, questo è nuovo per un umana come te, eppure non fai domande - aggiunse, perplesso.

- Subito dopo la mia cattura sono stata messa in una cella assieme ad altri alieni, mi sono svegliata tra loro, ma non avevo paura, i loro volti erano più spaventati del mio. Mi hanno raccontato quello che era successo, mentre ci hanno portati su quel pianeta come servi, ma durante il viaggio ho potuto vedere quelle macchine, quelle cose, restavano immobili sulla nave, nessuno fiatava, nessuno si muoveva - raccontò lei, sedendosi.

- Il commercio di schiavi è secondo solo a quello del pneuma e stranamente sono sempre loro a governarlo - replicò l' uomo, guardando il monitor nel pannello di comando.

Sophia allungò il collo per vedere - Siamo vicini, vero? Quello è il pianeta dove stiamo andando - indicando il monitor.

- Sei molto sveglia per essere una specie di rango tre - ridacchiò lui, annuendo.

- Rango tre? Esiste una scala per ogni specie? - domandò, incuriosita dall' argomento.

Utis si schiarì la voce - Si, esistono cinque ranghi in cui sono divise le varie specie note, le più primitive, come insetti e animali semplici sono di rango cinque. Immagino tu abbia visto i gorag nell' arena? Quelli sono di rango quattro. Poi ci sono quelle di rango tre, già senzienti, ma senza la conoscenza della vita fuori dal proprio mondo, come voi umani. I rango due sono le specie evolute a livello intellettuale, con capacità fisiche e conoscenze elevate al punto da poter sottomettere i ranghi inferiori senza troppa fatica. Infine ci sono i ranghi uno, nessuno ne ha mai visti, si dice che l' alto consiglio sia composto da specie di quel rango, ma non avendo testimonianze non possiamo dirlo con certezza, si racconta che possiedono capacità superiori a qualsiasi altro, eoni di evoluzione li hanno resi quasi perfetti - raccontò, attirando l' attenzione della ragazza.

Sophia restò ad ascoltarlo per tutto il tempo, facendo tesoro delle nozioni apprese in quel poco tempo. Galattica viaggiò senza problemi fino a pochi passi dall' orbita predestinata, fermandosi davanti ad essa.

- Destinazione raggiunta, presenza di tre stelle gemelle, pianeta con elevata presenza di pneuma, situata a duecento metri sotto la superficie. Temperatura compresa tra cinquanta e settanta gradi nelle ore diurne, munirsi di protezioni idonee - spiegò con voce fredda e calcolatrice Galattica.

Utis si infilò una grande tuta rossa, indicandone un altra appena alla parete - Indossala, dobbiamo scendere a cercare il pneuma cristallizzato per Roy - spiegò, infilando anche un piccolo casco integrale.

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