Capitolo 1: L' inizio

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Il cielo era limpido, il tramonto brillava della sua splendente luce sui tetti delle case. La gente camminava tra le vie della città come piccole formiche laboriose, concentrate sulle loro vite, mentre qualcuno bussava alla porta della ferramenta.

- Ci sei? - una voce femminile.

Roy guardò con la coda dell' occhio - Si - rispose.

La ragazza sulla porta era Sophia, l' unica amica che aveva, aveva gli occhi come smeraldi, di una insolita tonalità di verde che li faceva quasi brillare, portava i capelli corvini legati in una lunga coda, era per metà straniera e la sua pelle era leggermente più pallida degli altri, senza però togliere bellezza al suo volto.

- Non vedi che ormai è notte? - ridacchiò lei, indicando il cielo.

- Non ci avevo fatto caso - replicò il ragazzo appoggiando il cacciavite sul bancone di lavoro, infilandosi poi la giacca.

Uscì dal negozio, senza nemmeno salutare il suo datore di lavoro, con lo sguardo basso, mentre lei lo seguì sorridente.

- Lo sai che ti sta solo sfruttando? Lavori tutto il giorno per una misera mancia - disse Sophia, cercando di guardarlo negli occhi.

Roy voltò la testa verso l' alto - Non ho molta scelta, almeno con questo lavoro posso sopravvivere - con tono secco.

Camminarono tra le strade illuminate fino ai margini del vecchio parco abbandonato, lui spostò una trave, aprendo uno spiraglio per entrare, seguito a ruota dalla ragazza.

- Ti piacerà di certo quello che ti ho portato - sorrise lei, indicando la baracca davanti a loro.

Quella era la dimora di Roy, costruita con ferraglia e travi di legno. Sophia era solita portare parte della cena a lui, lo faceva da sempre, conoscendolo da tutta la vita.

Lui si lasciò sfuggire un leggero sorriso entrando - Ancora oggi non capisco perchè fai tutto questo per me - sospirò.

Sophia lo sorpassò, sedendosi per prima su delle vecchie sedie - Perchè so cosa vuol dire non avere nessuno che si prende cura di te e io mi sono promessa di farlo con te - invitandolo a sedersi anche lui.

Il ragazzo divorò tutto il pasto in fretta, sotto gli occhi felici di lei - Tua madre è bravissima in cucina, questa volta però si è superata - borbottò, con la bocca piena.

- Infatti questa volta non l' ha preparato mia mamma, sono stata io - ridacchiò Sophia.

Roy si fermò un attimo a fissarla, deglutendo il boccone - Si vede che hai proprio preso da lei, è buonissimo - si complimentò.

Restarono come solito a parlare fino a sera tardi, Sophia continuò a raccontare una storia iniziata anni prima, parlava di una principessa in pericolo e del suo eroe che attraversava molti luoghi per ritrovarla. Il tempo passò in fretta e nessuno dei due notò le luci fuori dalla baracca.

- Aspetta - esclamò lui, mettendole un dito davanti la bocca.

La ragazza restò in silenzio, perplessa dal suo gesto.

Roy si avvicinò alla porta - Non siamo soli, qualcuno è entrato nel parco - disse, spionando fuori.

- Forse sono venuti a finire di demolire il parco, dalle luci potrebbero essere le macchine per spianare la terra, dobbiamo uscire e avvisarli che siamo qui - gridò Sophia, uscendo di corsa, agitando le braccia.

Lui la seguì a ruota - Aspetta! - urlò.

Le luci non provenivano dalle macchine, qualcosa in cielo ruotava sopra di loro, accecati dalla forte luce non potevano vedere nitidamente.

Il risveglio dei guardianiWhere stories live. Discover now