Capitolo 7: L' ultimo dei guardiani

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L' alba era prossima, Neranda e Utis erano già svegli, fermi sulle loro porte a fissarsi, aspettando gli altri due. La gente era tornata a rianimare la città, voci e suoni riempivano le strade, accompagnate dal leggero canticchiare di piccoli uccellini, che volavano tra le abitazioni.

- Quei due dormono troppo - esclamò la ignidia, afferrando la maniglia della loro porta.

In quel momento Roy aprì la porta - Avevi bisogno? - chiese, con Sophia dietro di lui, tutti e due già vestiti.

Iniziavano a scendere le scale, mentre Neranda guardava con malizia la ragazza, cercando un contatto col suo sguardo.

- Ottima ospitalità - fece segno col pollice Utis al locandiere, ancora disteso sul tavolo dalla sera precedente.

La loro nave era pronta, sistemata come nuova, ferma davanti un grande hangar. Utis brillava di gioia nel vederla, mentre stringeva la mano ad un suo amico alieno. I ragazzi guardavano da lontano l' uomo parlare, mentre ammiravano ancora per un ultima volta la grande città.

Utis tornò da loro - Non poteva andarci meglio, ci hanno proposto un contratto, dobbiamo portare quel carico e in cambio non ci fanno pagare nulla per la manutenzione - spiegò, indicando una serie di casse - In più ci hanno dato questi - aggiunse, mostrando una pugnata di monete.

- Allora carichiamole e partiamo - esclamò Roy, camminando verso il carico.

- No, no. Li mettono loro nella stiva, però dobbiamo partire questo pomeriggio, quindi abbiamo ancora qualche ora a disposizione - replicò sorridente, fermando il ragazzo per un braccio.

Lasciando la nave in ottime mani, si allontanavano dall' hangar, salendo nel quartiere ricco della città, dove le case erano circondate da piccoli giardini e da un grande parco situato proprio in mezzo al quartiere. Bianche statue facevano da capitelli per l' ingresso, vicino ad una grande fontana ovale, con alcuni pesci fosforescenti che nuotavano allegramente al suo interno.

- Si vede che la città è un grande snodo commerciale di questo settore - disse la ignidia, guardandosi attorno.

Utis si limitò a sorridere.

- Roy - una voce.

- L' avete sentito? - domandò lui, voltandosi indietro.

Tutti lo guardarono perplessi - Cosa? - fissando nella sua stessa direzione.

- Qualcuno mi ha chiamato - replicò.

Sophia sorrise - Forse te lo sei immaginato - tirandolo avanti per una mano, preseguendo assieme.

- Roy, attento - ancora quella voce.

Si voltò di colpo - Questa volta sono sicuro! L' ho sentito chiaramente! - cercando con lo sguardo attorno a lui.

- Piantala, non sei divertente - borbottò Neranda, agitando nervosamente la coda.

Utis si avvicinò a lui - Forse ti sei stancato troppo in questi ultimi tempi, te lo sarai immaginato - replicò, facendolo continuare.

Passeggiavano nel grande parco, ammirando le specie di piante sconosciute a loro umani, così come gli animaletti al suo interno che gli ricordavano molto il vecchio parco dove abitava Roy. Sophia raccoglieva alcuni stupendi fiori da mettere in una vaso nella sua stanza, appena tornavano alla nave, mentre il ragazzo si guardava continuamente la mano, come perplesso.

- Finalmente un po di pace - sospirò Utis, sedendosi all' ombra di un grande albero dalla folta chioma.

Il tempo passava, mentre il gruppo si riposava. La ragazza restava sempre al fianco di Roy, come per dirgli qualcosa, ma ogni volta si fermava deviando il discorso, mentre Neranda li guardava da sopra il ramo dove si era arrampicata.

Il risveglio dei guardianiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora