Capitolo 84

3.1K 144 21
                                    

"[...]
Qui ho conosciuto un ragazzo misterioso e suggestivo, si chiama Eric ed è proprietario della più prestigiosa discoteca della città.
Rimango subito colpita da tanto fascino nascosto dietro una soffice massa di capelli lunghi e neri, dai suoi occhi costantemente lucidi e profondi e dalla sua voce simile al canto di una sirena.
Ma c'è qualcosa nel modo di fare di Eric che mi spaventa, come se tanto mistero nascondesse un lato più buio dell'oscurità stessa. E' come se più vado a fondo e più rischio di non vedere dove metto i piedi. Mi spaventa la sua compagnia ma...sento di non poterne fare a meno.
[...]"

Da quando sono rientrata in albergo, pensando alle parole di Russel al telefono, ho ripreso a scrivere

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Da quando sono rientrata in albergo, pensando alle parole di Russel al telefono, ho ripreso a scrivere. Non l'ho fatto per lui, almeno non credo, l'ho fatto perché a pensarci bene non mi sembra giusto rinunciare al mio sogno solo per un uomo. Ho sempre desiderato scrivere qualcosa di reale, vissuto da me in prima persona e non accetto di perdere tutto il vissuto che mi sta graffiando la pelle solo perché mi sono innamorata di un uomo duro e bastardo.
Fisso il computer senza battere ciglio, a tal punto che il nero comincia a diventare solo una lunga striscia sullo schermo, ho detto qualcosa che mai avrei immaginato anche solo di pensare nonostante fosse ormai chiaro.
Io mi sono innamorata perdutamente di Russel McRoverguy: l'uomo più ambito e affascinante che abbia mai desiderato ma che non perderà la sua occasione per usarmi e gettarmi via quando non avrà più bisogno di me.
Faccio un sospiro salvando la pagina con su scritto il nuovo capitolo del mio libro, sono due ore e mezza che i miei occhi sono incollati al portatile e le mie dita veloci e stanche a muoversi su ogni tasto. Non ho riletto quanto da me scritto, mi sento abbastanza sicura di aver buttato giù tutto ciò che sentivo e mi sento tranquilla nell'averlo fatto. E' come se mi fossi liberata di un grosso peso, ora sono leggera e libera da ogni tortura.
Mi stendo un po', a stare nella stessa posizione per due ore è davvero stancante e poco buono per i miei muscoli; mi sdraio sul letto a fissare il soffitto e comincio a pensare a cosa mai accadrà di nuovo in questi giorni, se la telefonata di Russel darà un seguito di altre chiamate oppure le parole di Logan lo hanno già fermato. Sarebbe un peccato se fosse così anche se Russel non mi sembra affatto il tipo che si ferma davanti al primo ostacolo ma, credo tutto dipenda da chi c'è oltre quel recinto.
"Se ci fossi io, salterebbe mai la staccionata?"
Fra un pensiero e l'altro, un battito di ciglio e un lungo silenzio, un rumore di passi e poi un pugno sbattuto contro la porta mi fa sobbalzare distraendomi da ogni immaginazione. Si susseguono altri colpi fin quando, a piedi scalzi e il freddo del pavimento lucido mi provocano brividi lungo la schiena, vado verso la porta aprendola di colpo.
E' un gesto ormai istintivo rimanere stupita e anche ora lo sono nel vedere la presenza immobile e seria di Logan davanti la porta della mia camera.
Mi guarda dritto negli occhi mentre il suo gomito poggiato al lato destro della porta, permette alla sua mano di posarsi sulla sua fronte e sfiorare quella ciocca lunga di capelli neri che scivola delicata sul suo naso, dividendo il viso a metà.
"Che cosa ci fai qui, Logan?" riesco a domandare dopo aver schiarito la voce.
Raddrizza il suo corpo perfetto, aggiustandosi la camicia bianca ed il gilet perfettamente stirati e senza alcuna piega:"Volevo controllare fossi tornata in hotel."
"Che dolce." deglutisco ammirata dal suo gesto "No Emily, non lasciarti abbindolare. Ricordi cosa ti ha fatto, vero?" ma la parte razionale e severa di me zittisce immediatamente la parte dolce e già attirata da lui, lasciandomi ricordare nuovamente ciò che pomeriggio è stato capace di fare.
La mia mano, che stringe ancora la maniglia della porta, si stringe ancor di più:"Sono tornata come vedi, grazie." sbotto d'un fiato quasi chiudendo la porta, o almeno provarci, quando lui la blocca di colpo con la mano spalancandola ed entrando di colpo:"C-che cosa stai facen..." non faccio in tempo a finire la frase che entrambe le mani di Logan stringono i miei polsi e la mia schiena viene rabbiosamente poggiata contro il muro.
"Dimmi chi era al telefono." il suo corpo schiaccia il mio, riesco a sentire il calore della sua pelle attraverso i vestiti e le sue mani intorno ai miei polsi stringono fino a sollevarmi le braccia sopra la testa e chiudermi completamente come fossi in una gabbia.
"Mi stai facendo male." lo guardo negli occhi mentre la punta del suo naso solletica il mio.
"Fa che non mi baci o perdo il gioco, ti prego." cantileno quando sembra che la sua bocca sia troppo vicina alla mia.
"Non mi hai risposto." scandisce bene le parole mentre la sua voce vien fuori in un piccolo ringhio.
Deglutisco:"Non...non ti importa." balbetto, sento sempre più dolore ai polsi.
Logan socchiude di poco gli occhi:"Ti piace quel tipo, non è così?"
"Cosa?" sbotto in un acuto appena accentuato.
"RISPONDI." grida sbattendomi nuovamente contro il muro.
"Perché è così arrabbiato? Che cosa vuole?"
Cerco di non pensare al male che continua a farmi standomi così dannatamente vicino o stringendomi così forte i polsi, riesco a sentire il suo corpo scaldarsi ancor di più per la rabbia e le mie gambe tremare per la voglia di cedere e liberarmi. Sforzi inutili perché neppure ci provo a spostarmi da lui.
"No, non mi piace." deglutisco.
"Bugiarda."
Sbotto lasciando che un ghigno esca dalla mia bocca:"Tu cosa ne sai?"
Il suo viso si avvicina ancor di più mentre gli occhi continuano a rimanere fissi nei miei:"Non ti saresti arrabbiata in quel modo se non ti piacesse."
Rimango ancora una volta spiazzata da questo ragazzo. Così misterioso e silenzioso che non lascia trasparire nulla di sé ma che riesce a leggerti come fossi un libro aperto e lui fosse abituato a leggere. Non comprendo più se questo mi faccia impazzire di gioia a tal punto da desiderarlo o se ciò mi faccia terribilmente paura, so solo che non riesco ad oppormi a tutto questo nonostante io abbia avuto la forza di ammettere a me stessa che sono innamorata di Russel.
"Tu..." sussurro:"...tu non hai alcun diritto di farmi questo."
"Come tu non hai diritto di farmi impazzire così tanto dalla voglia di baciarti." non voglio negare che questa frase ha provocato in me un brivido lungo la schiena e una voragine nello stomaco. Le sue labbra sono quasi sulle mie, riesco a sentire il suo arco di Cupido toccare il mio, so che sto per perdere contro di lui ma non ce la faccio a spostarmi. Forse perché baciarlo è ciò che in questo momento desidero più di ogni altra cosa al mondo. Ecco, ora il contatto della sua bocca è più accentuato, il suo respiro solletica le mie labbra e i miei occhi sono già chiusi pronti a ripararsi dalla forte esplosione che percepisco intorno a me.
"Ehm scusate, interrompo qualcosa?" quando una voce femminile spinge Logan a separarsi bruscamente da me:"Mi dispiace, non volevo."
"Rose."  spalanco gli occhi quasi come avessi visto un angelo "Grazie al cielo."
"No, io ed Emily stavamo solo parlando." con il suo fare serio e tranquillo, Logan risponde al posto mio.
"Scusate non volevo interrompervi, magari passo dopo."
"No, no, no, no Rose, resta pure." sbotto felice e imbarazzata allo stesso tempo, gesticolando più del dovuto.
Lei mi guarda stranita:"V-va bene, resto."
Lancio una rapida occhiata a Logan che aggiusta i gemelli della sua camicia:"Allora vado via." mi guarda:"Parleremo domani. Buonanotte."
"Buonanotte." sorride Rose fissandolo fin quando non lascia la stanza:"Parlando, eh?" torna a guardarmi e a stuzzicarmi.
"Si, parlando." sussurro massaggiandomi i polsi.

Come tu mi vuoi - Emily CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora