Capitolo 78

3.5K 155 10
                                    

E' questione di un attimo lungo più di quanto potessi immaginare e il viso di Logan si allontana dal mio come se nulla fosse. E' diverso da questa notte, come se nei suoi occhi non ci fosse più quel desiderio che stanotte brillava più delle luci riflesse nella sfera stroboscopica della sua discoteca ma quel sorriso dannatamente seducente è rimasto, perfino ora che quasi non fa che prendermi in giro.
Sospiro per riprendere fiato da tanta vicinanza:"Va bene, andiamo." esclamo infine uscendo dalla stanza, ma vengo immediatamente fermata dal suo braccio che mi sbarra il passaggio.
Alza entrambe le sopracciglia rivelando due occhi più grandi di quel che nell'espressione normale sembrano:"Non vorrai mica uscire così?" mi guardo, lo guardo:"Questo abbigliamento non è adatto per una colazione in centro e poi..." mi guarda i piedi:"...non hai le scarpe."
"Stupida Emily. Stupida, stupida, stupida." rimprovero me stessa per ritrovarmi nuovamente a comportarmi da sciocca dinanzi a lui.
Deglutisco:"Hai ragione, scusami." sussurro la parola finale, come se l'intenzione di non farmi sentire fosse voluta.
"Vai a cambiarti, ti aspetto alla reception." mi lascia con un occhiolino senza neppure attendere una mia risposta. 
Una volta entrata in stanza, non perdo tempo nel lanciar via i vestiti dalla mia valigia e trovare qualcosa di carino da mettere. Fra i vestiti eleganti e quelli comodi, mi capita nelle mani un intimo in pizzo nero trasparente che mi fa arrossire e scottare le guance. Lo giro e rigiro più volte, non ricordo di aver messo nulla del genere fra la mia roba poi mi fermo a guardare l'interno e salta all'occhio un bigliettino sopra una mutanda con lo stesso ricamo del body.

Ho pensato che potrebbe servirti qualcosa di carino, nel frattempo che starai via.
Divertiti e torna presto.
Baci, Christina.

Non riesco a trattenere una risata, riesce a farmi sentire imbarazzata anche a questa distanza. Raccolgo la lingerie poggiandola sul letto ben distante dal groviglio di vestiti, cerco di rendere scrutabili quelli già tirati fuori dalla valigia e finalmente riesco a scegliere fra tanti la mia maglietta preferita nera e il jeans scuro a sigaretta. Mi vesto rapidamente calzando le solite converse bianche e nere, qualche bracciale sul polso e un fermaglio fra i capelli. Mi guardo un paio di volte allo specchio prima di uscire, sospiro altrettanto e solo dopo un po' mi sento pronta a lasciare la stanza e scendere alla reception.
Uscita dall'ascensore, raggiungo il receptionist che continua a mettermi soggezione per la sua troppa serietà.
"Buongiorno Signora Castle, fa colazione al Roxana Hotel?" domanda senza distogliere lo sguardo dal mio.
"Buongiorno." balbetto:"In verità starei uscendo."
"Ha la chiave della stanza?"
Mi tocco le tasche ed estraggo la chiave:"Si, tenga." la poggio sul bancone in mogano lucido cercando di non farla strisciare troppo sulla base d'appoggio, non vorrei si rigasse.
"A più tardi."
"A più tardi." sorrido nonostante l'uomo è ormai voltato di spalle.

Uscendo fuori dall'hotel, sulla mia sinistra poggiato al muro con una sigaretta in mano e i capelli al vento, c'è Logan che alla mia vista sposta il suo corpo scultoreo e lo avvicina al mio. Mi guarda come se dovesse dare un giudizio sul mio aspetto poi lancia via la sigaretta e ride senza dire nulla.
"Che cosa c'è da ridere?" sbotto non troppo delicatamente, pentendomene subito ma rimanendo rigida ugualmente.
"Stavo pensando." cerca di smettere, o almeno ci prova ma, più mi guarda e più ride:"Dai, non fare quella faccia."
Corrugo la fronte passandogli davanti e guardandomi alla vetrina del negozio accanto, lui si ferma dietro di me guardando il mio riflesso corrugato e imbronciato.
Mi sfrego le labbra come se avessi il rossetto, conto fino a cinque e mi volto verso di lui che finalmente ha smesso di ridere di me:"Vuoi dirmi perché ridevi?"
Si gira di lato con il viso rivolto davanti a sé, da gentiluomo mette una mano in tasca allargando i gomiti e facendomi capire di dover incastrare il mio braccio al suo:"Stai meglio vestita in questo modo." è serio, talmente serio che non riesco a dir nulla se non avvicinarmi a lui e acconsentire alla sua richiesta di camminare uno accanto all'altro.
Il passo è lento e la camminata è silenziosa fin quando non ci troviamo nella stessa piazza dove stanotte sono stata con Rose.
"Qui ci sono stata questa notte." esclamo quasi con un colpo, come se avessi visto qualcosa di bello e volessi a tutti i costi farlo sapere al mondo.
"Davvero?" domanda Logan guardandomi stupito.
Annuisco e con lo sguardo cerco il bar di Jessica, una volta individuato lo indico con il dito:"Io e Rose siamo andate a prendere un caffè proprio lì." ma il bar è chiuso.
Logan segue con lo sguardo:"Da Jessica e suo padre."
"Che persone gentili."
"Ma adesso voglio portarti in un posto che a me piace tanto." senza rendermene neppure conto, ho lasciato la presa dal braccio di Logan che è rimasto comunque abbastanza largo da invitarmi ad unirmi di nuovo:"Solo che l'ascensore porta fino al penultimo piano, te la senti?"
Lo guardo senza capire cosa stesse realmente dicendo:"Si, me la sento."
"Bene, andiamo allora." sorride riprendendo il passo.
Percorriamo tutta l'intera piazza, un paio di traverse, scendiamo un paio di rampe in pietra antica e avanziamo per una breve salita prima di arrivare dinanzi questo enorme palazzo dalle facciate in vetro.
Fermarmi dinanzi ad esso blocca il mio respiro e mi fa sentire come se avessi appena ricevuto un pugno nella bocca dello stomaco.
"Questo palazzo è..." mi sento scoppiare all'istante.
La sua somiglianza con la "Forgotten Editor" è allucinante a tal punto da farmi indietreggiare quasi in preda al panico. Perché ovunque io vada c'è sempre qualcuno o qualcosa che riporta la mia mente a Russel? Eppure ho cambiato aria e città per non pensare a lui e adesso, anche i palazzi mi ricordano quanto io desideri rivedere quel suo sguardo duro ancora una volta.
"Ehi, stai bene?" e la mia mente vacilla sul suo nome continuamente, in ogni istante, battito di ciglia, angolo che giro c'è sempre il suo pensiero che mi tortura:"Emily, ci sei?" "Che cosa devo fare per dimenticarlo?" "Terra chiama Emily." e la morsa sul braccio e la voce a tono alto di Logan risveglia la mia mente dai soliti pensieri, aiutandomi a tornare alla realtà.
"C-cosa?" balbetto.
"Eri diventata pallida e avevi lo sguardo perso."
Lo guardo, è chiaramente preoccupato e mi dispiace per questo, non voglio che stia in pensiero per me dopotutto mi ha portata fin qui per passare una bella giornata.
"Stavo guardando la bellezza di questo palazzo, scusami." mento ma non ho altra scelta:"Allora, andiamo?"
Sorride:"Prego, Signorina."

Come tu mi vuoi - Emily CastleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora