1 - Contrabbando

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Pianeta Y'r shur, settore Beta 8.
Data stellare 21, anno X063.

C'è tranquillità per il momento. Le lande desertiche, animate qua e là da piante spente e avvizzite, davano luogo a un paesaggio spettrale e morto. In lontananza, una carovana malridotta procede lentamente da ovest. I suoi Empyrois, una razza mutante di cavalli con sei zampe e quattro occhi, procedono a passo svelto, macinano chilometri senza fermarsi. Il suo guidatore si guarda in giro con sospetto, teme che passando da quelle parti possa finire in un imboscata.

Si sistemò il poncho, nascondendo furtivamente le chele che ha al posto delle mani. Benché avesse un volto di umano, questo soggetto sapeva bene di essere a rischio se avessero scoperto che egli appartenesse agli Abomini. Usando le chele da sotto il poncho logoro prese le redini e diede due colpi di incitazione agli Empyrois, che presto scattarono in velocità, seguito dai loro striduli gemiti. Un colpo di fucile echeggiò nell'aria.

Sentiva di esser stato scoperto. Non si poteva permettere in alcun modo di far cadere nelle mani del fuorilegge di turno il suo prezioso carico di oro, pietre preziose e materiale per esplosivi, quest'ultima definita merce molto ambita ed estremamente costosa. In lontananza vide qualcuno approcciarsi verso il carro lanciato a tutta velocità, con il fucile in mano. Questa figura puntò l'arma in direzione degli strepitanti destrieri, e con un colpo solo li fece cadere tutti, facendo volare via il conducente e ribaltando la carrozza.

Il conducente del veicolo si alzò di scatto e raccolse la sua pistola a impulsi, pronto a rendere inoffensivo l'assalitore. Si guardarono negli occhi, quando finalmente l'attaccante prese la parola, rompendo il silenzio che si era creato.

"Stolto abominio, ti conviene sparire. Lascia la roba che hai nella carrozza e sparisci. Voglio essere magnanimo con te".

Il soggetto in questione era un Fronax. Sono abbastanza facili da identificare: hanno una grossa mascella quadrata, pelle verde e squamosa, una fila di corni piccoli sul cranio, mani con tre dita grandi e gambe arcuate. Sono esseri veloci che percorrono grandi distanze senza stancarsi facilmente, e sono abituati anche a scalare le montagne. Indossava un lungo cappotto nero, strappato nei punti in cui il corpo s'ingrossava. Aveva anche due anelli di metallo che sporgevano sui polsi, luccicando per i raggi del sole. Il suo fucile, ancora puntato in direzione del guidatore, era dotato di cinque canne, più corte del normale, ma il calcio dell'arma era stato rinforzato probabilmente per resistere al rinculo che produceva.

"Certo, magnanimo, il che vuol dire 'farai duecento metri e poi cadrai sotto il fuoco della mia arma'".

Vedendosi per così dire scoperto e osteggiato il Fronax iniziò a fare fuoco, il guidatore si gettò dietro una delle rocce presenti e sparava senza tirare fuori il muso, onde evitare di esser colpito. Il delinquente di turno rise di eccitazione, continuando a sparare come un matto su quella roccia che, per ogni colpo, perdeva pezzi e si riduceva. Uno dei colpi perforò la fragile roccia, colpendo la spalla del conducente. Uscì con le chele alzate e fece cadere la sua arma a terra. Si inginocchiò a terra e urlò:

"Abbi pietà di me, sono solo un umile fattorino, mi è stata data questa consegna, non c'entro nulla con tutto questo, per favore risparmiami!"

Il Fronax non si scompose. Sparò un colpo di fianco alla sua testa, mancandolo di pochi centimetri, e poi gli urlò: "Lascia la tua roba, vattene e non farti più rivedere, maledetto abominio!"

Ubbidendo immediatamente a quanto detto, prese la sua arma e scappò via. In pochi attimi non lo vide più. Sorridendo per aver conseguito una vittoria facile, il Fronax si mosse verso i destrieri. Uno dei cinque era morto, mentre gli altri erano svenuti. Prese un coltellaccio da dietro la schiena, recise le briglie che lo legavano alla carrozza, quindi lo sezionò e conservo diversi brani di carne. Sarebbe stato uno spreco lasciare della carne di Empyrois a marcire nel deserto, quindi prese anche qualche osso della stessa carcassa, per poi sollevare con la forza della sua razza la carrozza.

La soddisfazione per il colpo appena riuscito venne eclissata dal timore, quando il Fronax sentì il freddo tocco di una canna di pistola e il rumore meccanico del proiettile che viene caricato al suo interno.

"L'ennesimo sporco approfittatore presumo" rispose l'ex assalitore, ora divenuto preda.

"Già... Solo che io stavo dormendo beatamente nella carrozza, quando ho sentito il rumore del tuo giocattolino esplosivo e mi sono ritrovato a testa in giù... A meno che tu non sapessi della mia presenza, ti conviene sparire" bofonchiò sottovoce il misterioso individuo.

Girandosi lentamente, il Fronax disse: "Sai che avere a che fare con uno della mia specie è un per...".

Non finì la frase, che subito venne colto dai tremori della paura. Un umano sarebbe stato una preda facile da abbattere, specie per un elemento come i Fronax. Gli vide il ghigno stampato sul suo volto, un ghigno di quelli tali da non sapere cosa sia la paura, uno sguardo scuro simile a quelli che ne hanno viste talmente tante da non venire più sorpresi da nulla. Capelli neri come la notte e basette grigie, due baffi lasciati crescere selvaggiamente e barba poco curata, vestiario da viaggiatore solitario, e un cappello bruno dalla tesa larga. E l'arma in possesso all'individuo rese ancora più chiara l'identità di quest'ultimo.

"Aaaah, Me...Me...Melvin il Dissennato!" urlò il Fronax, in preda al terrore puro. Ricevette un forte pugno nello stomaco in risposta al nome con cui identificò il nuovo elemento, ed esso si accasciò a terra.

"Maledetto... Non osare pronunciare quel nome..." rispose sbuffando. "Prendi le tue cose e sparisci".

Iniziò a scappare via, ma appena gli diede le spalle, il Fronax si girò di scatto per farlo fuori. Il colpo passò a pochi centimetri dalla faccia di Melvin, ed egli rispose prontamente, sparando tre colpi veloci sull'arma in possesso dell'aggressore. "Ti ho detto di andartene... Mi hai già rovinato il viaggio" gli ripeté Melvin.

Il Fronax non voleva arrendersi per un bottino così importante, quindi estrasse il suo coltello, ancora sporco del sangue bianco dell'Empyrois e si scagliò addosso a Melvin.

Senza scomporsi più di tanto, Melvin prese una capsula vitrea dalla sua giacca, e appena fu vicino abbastanza, evitò il fendente del nemico, per poi premere la capsula sul suo corpo. Una luce potente brillò in quell'istante, e il Fronax venne risucchiato al suo interno.

"Visto che non hai approfittato della tua occasione di libertà, ti sbatto in un bel posticino" rispose Melvin con soddisfazione. La voce del Fronax echeggiava di rabbia, ma vedendosi ridotto in dimensioni per la prigione tascabile in cui era stato chiuso, dovette darsi una calmata. Premette sulla base della capsula per ricevere informazioni sensibili del malcapitato di turno. Una voce elettronica rispose:

"Ar'gartum, ricercato. Valore taglia 30.000 Zorm, specializzato in esplosivi, truffe e assalti".

"Ah, perché specificare che sia un ricercato?" si disse Melvin, mentre metteva nel cinturino la capsula con il Fronax appena catturato. Sapeva bene che non esisteva nessuno che non fosse un pezzo di criminale, dalla truffa agli spacci, fino alle azioni efferate del peggior tipo, come gli assassinii.

Questo gli riportò alla mente quello che lo vedeva coinvolto in quella lontana mattinata di cinque anni fa, nel pianeta Gorshan, luogo dove le sue temibili sventure avevano preso il via....

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