XLVII. - La verità

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Il giorno dopo stavo perdendo una partita e lui mi ha aiutato a vincerla. E con aiutato intendo aiutato sul serio. Avevo problemi con la mia maglietta e lui mi ha dato la sua –

- Ti... ti ha dato la sua? – Ale cercò di mantenere la calma. Feci cenno di sì.

- E poi se l'è ripresa? – tentennai nella risposta – Dimmi la verità – Ancora un cenno, negativo.

- No, certo che non l'ha fatto. Dio solo sa cosa ci avrà messo su quella maglia... –

- Intendi davvero quello che penso? – chiesi incerta. La situazione non poteva essere così seria.

- Se stai pensando a cimici e compagnia bella, sì. E non sarebbe la prima volta –

Un senso di panico mi prese all'istante. Ivan era stato anche nella mia stanza, ci aveva dormito. Aveva avuto tantissime occasioni per inserire una cimice nel bungalow.

Iniziai a sentire le forze mancare. Forse ero ancora più stupida di quanto immaginassi.

- Cos'hai? Cos'altro ha fatto? – chiese lui, notando l'evidente perdita di colore sul mio volto.

- Niente, davvero. – Non potevo dirgli della notte passata insieme, mi avrebbe ucciso. E poi avevo cambiato stanza ormai, giusto?

Cercai di passare in rassegna tutte le conversazioni che avevo avuto lì dentro dopo la sera passata con Ivan. 

Chissà quante risate si era fatto sentendomi parlare con Angela e Marina di lui. E forse avevo parlato anche di Riccardo e Giulia, dei miei impegni lavorativi, del gruppo A.

Dannazione.

- Ha detto che vuole fermare la rivalità – dissi ancora, interrompendo il silenzio pesante tra noi.

Ale scoppiò a ridere, come se avessi detto davvero qualcosa di divertente. Mi innervosii.

- Adesso te la faccio io una domanda. Credi che sia davvero un caso che il TCI, che ci odia così tanto, ha deciso di non sporgere denuncia contro di te?

Gliel'hai servita sul piatto d'argento, non aspettavano altro che distruggerci. Eppure... non l'hanno fatto. Credi sia un caso? –

- Sei stata tu, non è vero? – alzò un sopracciglio. Adesso non rideva più.

- E' stato lui. Ha detto che l'avrebbe fatto per dimostrarmi la sua buona fede –

- Non ne dubito – rispose lui, cogliendomi di sorpresa – Adesso sa che tu puoi fidarti di lui.

Probabilmente sono tutti d'accordo lì dentro. Anche se fossi riuscita a convincerlo tu stessa, lui non sarebbe riuscito a farlo con i suoi compagni –

- Ma perché farlo? –

- Sei proprio un'allocca, Capuano. Ti lamenti continuamente per i casini che ti stanno succedendo, e poi ti butti tra le braccia del primo che passa.

Andrej ti vuole buona buona, ti vuole amica, così da chiederti qualcosa in cambio nel momento opportuno. È chiaro –

- Potrebbe essere vero, o forse no. Ma ti dirò quello che mi ha detto –

Feci un lungo respiro, sedendomi al bordo del letto. All'improvviso sentivo delle vampate di calore. 

– E' convinto anche lui che ci sia qualcosa dietro la rivalità tra TCI e Fenice, e ha intenzione di andare in fondo a questa storia.

Sta indagando, me l'ha detto, e non si fermerà fino a quando non avrà trovato ciò che cerca. Non passerà molto prima che scopra ciò che è successo undici anni fa -

La Fenice 1. Tennis. Misteri. Bugie.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang