Chapter five

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Bevo un bicchiere d'acqua prima di udire le risate di James.
Ripongo il bicchiere nel lavello ed entro in soggiorno; la scena che mi si para davanti inevitabilmente mi scioglie il cuore.

Luke sta facendo il solletico a James mentre sono entrambi per terra.

«Luca smettila! Mi fa male il pancino!» si dimena sotto le mani di Luke mentre entrambi ridono.

Il sorriso di Luke si affievolisce non appena si accorge della mia presenza.

Tossisce. «Ehm, devo andare. Si è fatto molto tardi.» si alza e si aggiusta la camicia.

James è molto contrariato. «Posso venire con te?»

Inevitabilmente sorrido e scuoto la testa. «Amore, non penso sia possibile, non fare i capricci su.» gli accarezzo la guancia.

Accompagno Luke alla porta e prima di uscire si volta verso di me.

«Grazie per..ehm..avermi dato questa possibilità.» si gratta la nuca mentre mi guarda.

«Una seconda possibilità spetta a tutti no? Anche chi non la merita.» lo guardo dritto negli occhi tirando fuori una forza che non ho.

«Ti stai sforzando di fare la dura con me?» inarca un sopracciglio.

Sto per rispondere ma continua. «Lo sai più di me che non riesci ad esserlo.» sospira. «Ciao Helén,» si affaccia dietro di me. «Ciao James!» sorride per una frazione di secondo prima di andarsene.

Chiudo la porta e senza accorgermene, quasi istintivamente, sposto un po' la tenda della piccola finestra che c'è accanto alla porta e sbircio i movimenti di Luke.

Si gira verso la finestra e velocemente mi allontano andando a sbattere con la testa contro il muro.

«Oh, accidenti.» mugulo mentre mi massaggio il punto dolorante.

pov. Luke

James mi sta mostrando la sua nave dei pirati mentre io lo ascolto parlare ininterrottamente.

Ha una fantasia molto acuta e sorrido spontaneamente.
Il mio sorriso si affievolisce appena vedo Helén entrare in salotto mentre ci scruta attentamente, o meglio, mi scruta. Indossa un semplice pantalone di tuta e una canottiera bianca, eppure riesce ad essere bella anche così.

La ricordavo più magra, adesso invece, credo con la gravidanza, ha messo su qualche kg, ma ancora non riesco a trovarle un difetto.
Le sue forme sono al punto giusto, i suoi capelli biondi sembrano ancora morbidi come tanti anni fa e i suoi occhi sono semplicemente stupendi.

Mi riprendo dallo stato di trance in cui ero entrato e mi rialzo velocemente.

«Grazie per..ehm..avermi dato questa possibilità.» stranamente sono in imbarazzo e mi gratto la nuca.

Lei è davanti a me, mentre mi guarda dritto negli occhi. «Una seconda possibilità spetta a tutti no? Anche chi non la merita.»

Sta per caso cercando di fare la dura con me? Non le si addice per niente, i suoi occhi la tradiscono.

Inarco un sopracciglio. «Ti stai sforzando di fare la dura con me?» sta per rispondere ma io la interrompo. «Lo sai più di me che non riesci ad esserlo.» sospiro per poi salutare sia lei che il bambino.

Il rumore della porta mi giunge alle orecchie nonostante sia abbastanza lontana. Mi giro un'ultima volta e vedo la piccola tenda muoversi.

Mi sta per caso spiando?

Entro in auto e metto in moto per poi allontanarmi verso casa dei miei genitori.
Dovrei risistemare la vecchia casa dei miei nonni, ma per adesso non mi va, ho bisogno di stare con la mia famiglia.

Appena arrivato lascio la macchina e le chiavi al maggiordomo, Will.
Gli sorrido ed entro in casa trovando i miei due fratelli sul divano intenti a battersi alla play e mia madre in cucina a risistemare i piatti asciutti.

«Heilá, fratellino!» dice Jack prima di imprecare contro Ben che lo sta distruggendo a FIFA.

Mi siedo sul bracciolo del divano vuoto, se mi sedessi dove sono loro mi arriverebbe qualche gomitata o qualcosa del genere, meglio evitare.

«Qualcosa non va?» asserisce Jack mentre mette in pausa il gioco poiché Ben è dovuto andare a lavoro.

«Sono stato da Helén..prima.» abbasso lo sguardo e tutto d'un tratto trovo le mie mani molto interessanti.

«Scusa se te lo dico, ma mai avrei pensato che sarebbe successo.» incrocia le gambe sul divano e mi guarda.

«Mi sono comportato da perfetto stronzo, in fondo ho sempre fatto così con lei. Solo che..» guardo Jack che mi incita a continuare. «Solo che..vedere James, ha smosso qualcosa dentro di me, ma il pensiero che io non sia un buon padre è sempre qui -indico la mia testa-, perennemente.»

«Ma se non c'hai mai provato.»

«Evidentemente non è ciò che voglio.» sussurro ma Jack riesce a sentirmi.

«Allora perché sei ritornato?»

Oh, andiamo. Tutti a farmi la stessa domanda.
Ho amato Helén più della mia stessa vita, ma purtroppo abbiamo commesso un errore, se così si può chiamare.
Quando si immagina una famiglia insieme sembra tutto più facile, immaginare è sempre facile.
Ma quando questo pensiero si concretizza - quando sei poco più che adolescente -, ti senti perso e tutto ciò che puoi fare è scappare.

O forse no?

Mi sento così in confusione.
Sono un coglione, un perfetto controsenso.
Helén non ha poi così torto, James non merita un padre come me.

UBI TU, IBI EGO. / / Luke Hemmings.Where stories live. Discover now