Chapter two

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Io e James eravamo in macchina davanti la villetta Hemmings. Eravamo fermi lì da buoni dieci minuti, io ero intenta a fissare un punto indefinito indecisa sul da farsi e James invece giocava con il suo pinguino di peluche.

«Mamma, ma qui chi ci abita? E perché siamo fermi?» dice senza staccare gli occhi dal peluche.

«È una sorpresa, ora vedrai.» una bellissima sorpresa aggiungerei.

Parcheggio la macchina fuori e faccio scendere James prendendolo per mano. Mi avvicino all'enorme cancello che ormai conosco e busso aspettando una risposta.

Negli anni questo posto non è per niente cambiato.

Il giardino è sempre curato nei minimi dettagli, sicuramente opera di Liz che ha sempre dedicato la maggior parte del suo tempo a questo angolo verde.

La villetta è rimasta intatta, verniciata di bianco e con dei vasi fuori ad ogni balcone presente in casa.

Ricordo di averne rotto uno tanti anni fa, facendolo precipitare di sotto e scansando di poco il povero Will, il domestico, rido ancora al pensiero.

Una voce leggera mi arriva all'orecchio mentre sono occupata a guardarmi intorno.

«Entra pure.» il cancello automatico si apre lentamente mentre cammino verso la porta d'ingresso con James che stranamente è in silenzio e non fa le sue solite domande curiose.

Ogni passo che faccio, sento aumentare l'ansia e non so il perché. Vorrei solamente scappare, come una ragazzina.

Appena arriviamo davanti la porta, quest'ultima si apre e ne rivela una signora bionda. Negli anni non è cambiata tantissimo, ha sempre quel suo viso delicato, ora con qualche ruga, ma tralasciando questo particolare, è perfettamente identica. I suoi occhi mi guardano, o meglio, ci guardano con uno sguardo d'affetto che mi sorprende, in senso buono.

Ci viene incontro e quando è ferma davanti a noi si abbassa sulle ginocchia per guardare meglio James.

«Per l'amor del cielo, mi sembra di essere tornata indietro di tanti anni. È completamente uguale a Luke.» lo guarda con dolcezza e gli stringe la manina.

Sospiro e sussurro. «Già, sono uguali.»

«Piacere piccolino, io sono Liz.» gli sorride ed io non posso fare a meno di guardare la scena con attenzione.

«Io sono James!» squittisce felice mentre continua a stringere il suo peluche. È l'unico regalo che gli abbia mai fatto da quando ha saputo che è nato e James ne è attaccato particolarmente, non lo lascia un attimo.

Liz ci invita ad entrare e appena dentro non posso fare a meno di notare che neanche qui molte cose sono cambiate.

Questa casa riesce sempre a donarti un calore particolare.
Il salotto è sempre lo stesso, dove è posto un divano enorme, il divano dove io e Luke passavamo i pomeriggi interi.

Basta pensarlo.

Scaccio dalla mente questi pensieri assurdi e che fanno solamente male e ci sediamo in cucina mentre aspetto che sia Liz a rivolgermi la parola.

Si schiarisce la gola. «Allora, tutto bene?»

Si siede di fronte a me mentre mi porge una tazza di tè.

«Liz, perché sono qui? Deve esserci un motivo preciso, perché negli ultimi anni non ti sei mai fatta viva.»

Sospira e guarda la sua tazza fumante. «Volevo parlarti di una cosa delicata.»

UBI TU, IBI EGO. / / Luke Hemmings.Where stories live. Discover now