3. Callie alla riscossa!

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"Callie, torna subito qui!" esclamò Sherlock camminando a passo svelto verso la figlioletta, che non ne voleva proprio sapere di fermarsi dal suo gattonare.
John, nel frattempo, stava leggendo e rispondendo alle recensioni ricevute sul suo blog, gustandosi la sua tazza di tea caldo.


Dopo pochi secondi, il consulente investigativo riuscì ad acciuffare la piccola, scatenando le sue grida e il suo pianto degni di una commedia.
"Smettila di frignare come una poppante!" tuonò il riccioluto, mettendola a sedere sul sofà, ponendo fine ai suoi lamenti.
Inclinò la testolina da un lato, osservando con curiosità mista ad altezzosità(?) il padre, per poi fissare il medico, boccheggiando un poco.


"Papà?" tentò di chiamarlo, agitando entrambe le mani, attirando l'attenzione del biondo.


Per Callie non c'era assolutamente nulla di strano avere due papà e, anche se John e Sherlock non avevano mai dato prova di stare insieme come coppia, se non lavorativa, pensava che si amassero a proprio modo o, comunque, come lei provava affetto incondizionato per loro due.
D'altro canto, a Sherlock non creava alcun problema il fatto che Callie considerasse John come membro della famiglia... anche se il medico stesso la considerava ancora una stranezza.
Non poteva fare a meno di pensare che la figlia di Sherlock lo considerasse come il fidanzato del padre biologico o, peggio ancora, il marito.
Le prime volte non capiva e boccheggiava come un pesce fuor d'acqua appena il detective gli ribadiva che la piccina si riferisse a lui.
Non c'era altra soluzione che stare al gioco e spiegargli la situazione appena fosse diventata più grande.


"Dimmi Callie!" le rispose John distogliendo lo sguardo dallo schermo del pc per posarlo su quello della piccola.
"Fame!" articolò quella con estrema sicurezza compiendo piccoli balzi sul posto, esasperando Sherlock.
"Spero tu stia scherzando! Hai mangiato cinque minuti fa!" la rimbeccò infastidito il consulente investigativo, mettendosi le mani nelle tasche e cominciando a camminare su e giù per il salotto.
La bimba gonfiò le guance indispettita e gli rivolse uno sguardo truce, ritornando a prestare attenzione a papà John.
Lui era l'unico che la ascoltava!
"Papà, fame! Fame, fame, fame, fame, fame, fame!" cantilenò tentando di alzarsi sul divano, per poi cadere come un sacco di patate.
Ancora non riusciva a capire come potessero riuscire le altre persone che le stavano attorno a stare in equilibrio sue due gambe.
Lei preferiva di gran lunga andare gattoni!
"Sherlock ha ragione, Callie. Hai appena mangiato" decretò il medico dando ragione al riccioluto, facendolo sorridere trionfante.
Posò lo sguardo sulla figlia e le sorrise compiaciuto, irritandola non poco.
Scosse la testolina vigorosamente, come a non volersi arrendere, per poi ripartire all'attacco, più agguerrita di prima.


"Pa-pà!" lo richiamò un'altra volta, facendo sospirare il biondo dalla frustrazione.
Voleva bene con tutta l'anima a quella bambina, ma certe volte era come avere a che fare con uno Sherlock in miniatura e in versione femmina.
In parole povere non voleva nemmeno immaginarsi la sua adolescenza.
Nonostante fosse una bambina di un anno e qualche mese, era dannatamente intelligente e scaltra, "indossando" una maschera d'innocenza e dolcezza per nascondere la sua vera natura.
Con molta probabilità sarebbe diventata una sociopatica iperattiva con i fiocchi, tale e quale al padre.
D'altronde, era colpa dello stesso Sherlock se Callie cercava d'imitarlo: egli, infatti, non si premurava di trattenere il suo istinto da perfetto arrogante egoista in sua presenza.
Trattava con sufficienza Lestrade, umiliava Donovan (non che lei non se la cercasse), battibeccava con Anderson e impartiva ordini alla povera Mrs. Hudson come se fosse la loro governante.
Non era certo il padre modello da cui prendere esempio, ma John doveva ammettere che si stava impegnando ad instaurare un rapporto più profondo con la piccola, anche se i "litigi" tra i due non mancavano.
Più che litigi, capricci, considerando il fatto che quando i due erano discordanti su una questione, anche la più futile, dovevano fare a gara sul capriccio "migliore".
No.
Sherlock non era per niente un padre modello.

La figlia di SherlockTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon