Ricordiamoglielo al mondo chi eravamo. 10

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La situazione logorava Mario. Che ingiustizia, dopo averlo fatto soffrire tornava nella sua vita proprio quando stava per tirarsi su? No, non avrebbe permesso a nessuno di distruggerla di nuovo. Specialmente a chi ci era riuscivo già una volta.
Nonostante la sua sensibilità, nella sua vita era sempre riuscito a mettere ordine senza lesionare la sua se stesso. Aveva sempre eliminato ció che lo faceva soffrire dimostrandosi forte.
Ma Claudio aveva un'influenza su di lui non indifferente. Solo con lui Mario perdeva la capacità di essere padrone della sua persona, si abbandonava totalmente al suo compagno lasciandosi trascinare delicatamente in una spirale di amore.
Basta. Il telefono squilló. Era Dafne.
"Amó devo dirti una cosa molto importante"
Mario attese
"Ieri sera ho visto Claudio"
"Dafne chiuderó questa conversazione tra 3..2.."
"Aspetta ascoltami. Non sapeva dove passare la notte e l'ho invitato a casa mia. Mi ha raccontato come sono andate le cose, io ho visto sincerità nei suoi occhi. A quanto pare non è come sembra, è tutto un malinteso.. Parlaci. Ascolta almeno cosa ha da dirti!"
Mario sospiró. "Non lo so devo pensarci.. Vedró"
"Vabene miraccomando fai il bravo ti amo tanto a dopo!"
Mario riattaccó, lanció il telefono sul divano e fissó il soffitto. Perchè doveva complicare le cose? Sarebbe stato tutto più facile se fosse uscito una volta per tutta dalla sua vita.
Ci pensó ancora qualche minuto. "Perchè perchè perchè perchè" tiro un urlo e poi finalmente decise: Claudio era un bastardo, non meritava il suo perdono. Non voleva più rivederlo.

Claudio passó tutta la mattinata a pensare a come risolvere la situazione, che parole usare, come convincere Mario. Cominciava ad avere seriamente paura. E se non gli avesse mai dato la possibilità di rimediare? Come poteva vivere con un rimorso del genere?
"Nel pomeriggio non ti conviene avvicinarti a casa di Mario perchè uscirà!" Lo avvisó Dafne
"Dove va?"
"In centro, deve vedersi con dei suoi amici"
Al telefono non poteva rispondere, i messaggi poteva non visualizzarli, a casa poteva non aprire.. Ma se lo avesse incontrato faccia a faccia?
Era l'unica soluzione. Avrebbe fatto la figura dello stalker rompipalle ma che importanza aveva arrivato a quel punto? Nessuna.

Uscì, prese la metro. Raggiunse il centro. Da Piazza Del Popolo imboccó Via del Corso, scrutó ogni negozio in attesa di incontrarlo. Che pazzia, girare per le immense vie di Roma nella speranza di trovarlo. Poteva impiegarci ore e comunque non riuscirci ma non aveva altra scelta.
Percorse la via principale scrutando le piccoli stradine. Nulla. Osservó ogni piazzetta, ogni bar. Nulla.
Era una pazzia quella che stava per compiere.
Una ragazzina lo fermó
"Omiodio ma sei Claudio! Possiamo farci una foto?" Il ragazzo accettó.
"Che fortuna ho appena visto anche Mario!"
"Cosa?" Chiese Claudio "dove l'hai visto?"
"Era in quella stradina, vicino al negozio Timberland" la ragazza indicó
"Grazie mille!" La bació in fronte e corse via.
Finalmente lo vide. Da quanto tempo, i suoi occhi non volevano altro. Erano settimane che non lo vedeva, non sentiva il suo profumo anche a distanza. Aveva una paio di pantaloni neri, una giacca pesante e una camicia di jeans annodata in vita. Tipico di Mario. Non lo ricordava cosi magro, forse aveva perso ancora qualche chilo. Voleva stringelo a se, aveva paura di vederlo scomparire ancora una volta. Si fece coraggio
"Mario!" Gridó.
Non si giró. "MARIO!" Gridó ancora più forte. Il ragazzo dagli occhi neri si voltó, lo guardó e sfoggió una faccia totalmente incredula. "Che ci fa qui?" Chiesero i suoi amici. "Non lo so, ignoratelo", rispose e rivoltandosi continuó a camminare.
"Mario aspetta ti prego ascoltami", gridó ancora senza ottenere reazioni. Il ragazzo stava andando via. Doveva accelerare il passo. Tutta la gente lo osservava mentre gridava ma per la prima volta non aveva importanza.
"Ascoltami non mi importa se tutti mi guarderanno male, mi faranno video e diventeró lo zimbello del web. Tu non mi hai lasciato altra scelta. Mi hai tolto ogni possibilità di parlarti ma ci sono delle cose che devi sapere! Non ti ho tradito. Quella sera in albergo non è successo assolutamente nulla! Mi ha tratto in inganno, ha inventato tutte quelle cazzate per separci! Io sapevo che mai e poi mai avrei avuto la forza di tradirti perchè ti amo!" Gridó. Incredulo delle sue stesse parole.
"Perchè ti amo Mario! Hai capito? SONO INNAMORATO DI TE" enfatizzó il concetto. Mario si voltó, lo osservó a distanza. Avevano entrambi gli occhi pieni di lacrime.
"Hai capito? Ti amo! E mi manchi e non puoi capire quanto! Sei la miglior cosa che io abbia mai avuto nulla mia vita, mi hai salvato da una vita frivola. Non è lo stesso senza di te! Mi manchi!" Gridó ancora.
Mario esitó qualche secondo. I suoi amici gli suggerirono di correre li e abbracciarlo. Ma lui non lo fece.
Con il volto pieno di lacrime si giró e continuó a camminare per la sua strada lasciando alle sue spalle Claudio e tutte le parole che aveva appena pronunciato.

Claudio guardó ancora una volta le gambe di Mario allontanarsi. Il varco nel petto era diventata una voragine, improvvisamente. Aveva fatto il possibile ma non ci era riuscitó. Punto. Era finita. Non poteva fare altro.
Probabilmente se lo meritava, probabilmente no. Non aveva più importanza. La gente intorno a lui aveva ripreso tranquillamente a camminare ignorando la sceneggiata precedente. Ognuno era tornato alla sua vita dimenticando.
Claudio invece era rimasto fermo li. Arrabbiato, deluso, incredulo, scioccato.
Era tutto finito.

I nostri occhi che diventano mani. ~ CLARIOWhere stories live. Discover now