Io volevo te, tu volevi me. 9

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Giunse a Roma nel primo pomeriggio.
Dove poteva trovarlo? Il posto dove Mario passava la maggior parte del tempo era indubbiamente il negozio.
Prese la metro e attraversó Via del Corso con la speranza di incontrarlo.
Aveva scartato l'opzione di chiamarlo, sapeva che non avrebbe mai risposto.
Il cuore batteva come le prime volte, come durante le prime uscite. La curiosità di rivederlo, la voglia. La speranza.
Entró nel negozio, si giró in intorno. Non c'era.
"Ciao scusami c'è Mario?" Domandó ad una ragazza dietro alla cassa.
"No, ha finito il turno un'ora fa"
"Cazzo.. Sai dove posso trovarlo?"
"Credo sia andato a casa!"
Claudio ringrazió la ragazza e uscì. Sulla porta incroció lo sguardo conosciuto di un ragazzo, Federico, grande amico di Mario. Si erano visti una sola volta durante una cena.
"Claudio? Che ci fai qui?" Chiese il ragazzo
"Ciao cerco Mario. È a casa?"
"Non lo so", rispose distaccato. Probabilmente era a conoscenza della situazione creata. Probabilmente era profondamente schifato all'idea del tradimento.
"Ti prego, devo trovarlo" imploró Claudio
"Non credi sia meglio lasciarlo perdere?"
Non aveva tempo e voglia di dare spiegazione agli altri. L'unico che meritava il suo tempo era Mario. Doveva trovarlo
"Lascia perdere non importa", salutó Federico con la mano e corse via.

Sulla metro pensó ad un discorso valido, credibile, un discorso che non puzzasse di falsità. Ma sapeva che Mario alla fine avrebbe capito, che ancora una volta avrebbero parlato gli sguardi al loro posto. O forse ci sperava
Corse in strada e finalmente raggiunse il portone di casa di Mario.
Prese fiato e coraggio e suonó.
Nessuno rispose.
Si guardó intorno: la macchina era parcheggiata sulla sinistra.
Suonó nuovamente
"Chi è?" Rispose una voce scocciata
"MARIO!" Strilló Claudio
"Si. Chi è?"
"Sono io, Claudio. Ascoltami non riattacare devo spiegart-" Mario riattaccó.
Claudio risuonó.
"Senti devi andare via da qui okay? Non ho nulla da dirti, non ho voglia di vederti e per me non esisti. Ciao"
"Aspetta parliamo". Mario riattaccó
Suonó ancora. Nessuno rispose.
Suonó un'altra volta. Silenzio
Ci provó ancora.
"Claudio se non vai via chiamo i carabinieri"
"Mario aspetta dammi un minuto scendi o fammi salire ti prego parliamo"
"Non devo dirti niente. Se suoni ancora chiamo i carabinieri. Buonaserata" riattaccó.
Claudio suonó ancora una volta ma ottenne solo silenzio.
Cosa poteva fare? Dove poteva andare. Ormai il buio circondava Roma. La sera si avvicinava. Il silenzio.
Claudio si sedette su un gradino e attese. Prima o poi sarebbe uscito di casa, sperava

Alle 20:54 il portone si aprì e una voce conosciuta risuonó nelle orecchie di Claudio.
"Ma che ci fai qui?" Chiese una ragazza, Dafne, una delle migliori amiche di Mario
"Ehi Dafne, da quanto tempo. Aspettavo.. Niente, non aspettavo niente"
La ragazza era incredula
"Da quanto tempo sei qui?"
"Non lo so.. Una, due ore" rispose Claudio.
"Senti ti conviene andare via. Non credo che ti aprirà o che scenderà. Non so se vale la pena aspettare"
Lo sguardo di Claudio si incupi. La ragazza notó subito il disagio e per non infierire cambió discorso
"Passi la notte a Roma?"
"Si.. Dovrei, non lo so"
"Non sai ancora dove dormire? Sono le 21!"
"Si ma credevo mi aprisse Mario, credevo.. Non lo so. Non so più nulla"
Le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento rigarono il suo viso
"No, Claudio. Che senso ha piangere adesso? Alla fine non vorrei infierire ma è stato un tuo errore.. Senti facciamo una cosa. Adesso tu vieni a casa con me, ti preparo qualcosa da mangiare e mi racconti bene come sono andate le cose"
Dafne era una persona dal cuore grande, estremamente empatica. Fin da subito aveva mostrato forte simpatia nei confronti di Claudio. Come poteva lasciarlo li? Alla fine, per quanto stronzo poteva essere stato, non aveva ucciso nessuno. Non meritava quel trattamento.
Arrivarono a casa. Mangiarono una pizza.
"Come sta?" Chiese Claudio
"Lui? Finalmente bene, sta conoscendo una nuova persona, si è ripreso!" Gli occhi di Claudio persero luce. "No", continuó la ragazza "la veritá è che sta una merda. Ogni giorno peggio. Come credi si possa reagire ad una cosa del genere? Si è sentito tradito. È deluso"
"Dafne non è come sembra! Possono sembrare frasi di circostanza ma credimi almeno tu! Non è successo nulla sono tutte cazzate. Io non ho fatto niente con nessuno, si son presi gioco di me! Non ho tradito Mario. Non potrei mai farlo" sospiró "io lo amo."
Dafne abbassó lo sguardo e si versó il secondo bicchiere di vino rosso
"Non sono cose che devi dire a me, sono cose che riguardano voi"
"Non mi da la possibilità di chiamarlo, di spiegare, di parlare!"
"Facciamo cosi. Stasera rimani a dormire da me, il divano non è il massimo ma è sopportabile. Domani vediamo come risolvere la situazione"
Claudio la ringrazió profondamente
Durante la notte su quel divano, da solo, ricordó la prima volta di Mario a Verona. Claudio era molto preoccupato che i loro stili di vita potessero non cambaciare, aveva paura che con gli amici si sarebbe creato imbarazzo. Ma nulla di questo accadde: tutto si svolse in modo estremamente naturale. Era come se avessero fatto parte l'uno della vita dell'altro da sempre. Anche i suoi genitori lo adoravano: lo trovavano buono, sincero. Dagli occhi veri.
Claudio ripensó alle loro gambe incrociate sul divano. Alla loro coperta. Ai loro baci sinceri. Agli abbracci di Mario e cullato da quel ricordo si addormentó.

I nostri occhi che diventano mani. ~ CLARIOWhere stories live. Discover now