Abitudini

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Tutta la città era piena di energia e fioriva senza un motivo, come d'abitudine.
I cittadini fieri uscivano in massa dalle loro case per camminare sulle solite strade, mangiare ai soliti posti e sorridere, piangere e litigare con le solite persone.
Solo una persona era infelice a Los Angeles, solo Sharlene Johnson era a carponi per terra con la testa china sul cesso che troppe volte aveva osservato così da vicino per vomitare l'anima.
Ad ogni conato la sua forza regrediva, ad ogni spasmo dello stomaco che automaticamente la faceva deglutire sentiva il dolore tramutarsi in lacrime che andavano a confondersi con il vomito che stonava con la stanza.
E piangeva senza pudore, senza paura di farsi vedere dalle persone.
Perché di solito le persone tendono a non mostrare le proprie debolezze, ma Sharlene difficilmente riusciva a trattenersi dal piangere in presenza di estranei.
Era timida, ma quando piangeva non si tratteneva a lungo perché non riusciva a resistere al dolore che si instaurava nel suo cuore ogni volta che le lacrime si preparavano a scendere.
Così tutti la vedevano come una frignona, senza dignità.
Schiva, un odio feroce verso ogni singolo umano che non sfogava con la violenza, ma con la timidezza. Quella gentilezza che nascondeva il più atroce degli odi dentro di se.
E la cosa più brutta dentro di lei era che Sharlene non capiva il motivo di tale ribrezzo per la gente.
Forse vedeva subito i difetti degli altri, forse si fermava sempre all'apparenza.
E vomitava, lo stomaco si svuotava e lei tornava a perdere peso arrivando a volte a sfiorare lo stato di anoressia.
Ed era brutto capire che lei arrivava a tanto così dal dolore curabile per poi rimanere nel suo odio senza rimedio. Quel cuore artefice di innumerevoli atti di carità è bontà dentro conteneva una coltre nera e densa, nessuno riusciva a dipanarla.
Dio se si odiava quando permetteva a Robert anche solo di sfiorarla, nessuno era riuscito ad avvicinarla per un abbraccio, tranne quel maledetto attore.
E ogni volta che mancava meno al suo odio si sentiva in colpa perché era come aver trasgredito una regola. Piegava sempre la testa, si lasciava dire che aveva torto anche quando aveva ragione, solo per non complicarsi la giornata,
Inconsapevolmente tutto ciò che si faceva come allontanarsi dal calore umano e dalla gioia di stare insieme lo faceva per lei. Sola e disperatamente un'eterna ricercatrice della solitudine.
Le piaceva così la sua vita a volte, solo sua sorella Maggie riusciva a toglierle quella maschera di dosso.
Quando la sorella non c'era Sharlene si sentiva più sola di in barbone la notte di Natale.
Quando capì che i conati erano finiti tirò lo sciacquone, utilizzando un detersivo trovato dentro lo specchietto del lavandino per eliminare tracce e odori.
Sentiva tutto il corpo in fermentazione e quasi non aveva la forza di tenere in mano il libro del film.
Si lasciò cadere a pancia in su sul lettone comodo, sfogliando il copione scritto con eleganza.
La trama parla di un insegnante di danza che allena le sue allieve, tra cui le due figlie, per il saggio di fine anno, il più importante. Tutto va per il meglio fino a che non diagnosticano un tumore al cervello al protagonista che, dopo averlo scoperto, si sfoga con la migliore amica della moglie che sfruttava la sua compagna solo per arrivare a lui. Le figlie reggono la botta e si allenano lo stesso con un'altra insegnante, cercando di dare il meglio per il loro padre che intanto viene sostenuto dall'affetto del suo unico amico. Le sue condizioni peggiorano e la moglie, il giorno prima del saggio, scopre il tradimento e cerca di non mostrare il proprio dolore alle figlie ma augurando il peggio al padre.
Cosi, mentre il protagonista rimane bloccato nella stanza d'ospedale senza essere riuscito a vedere le figlie che sorridono al pubblico, pensando al padre, e il padre che sorride sul letto di ospedale pensando alle figlie prima di passare a miglior vita.
Una scena in più verrà girata con le figlie oramai cresciute divenute grandi e le migliori ballerine del paese davanti alla tomba del padre, concludendo la pellicola con una frase che il padre le ripeteva sempre; siam uguali.

Sharlene Johnson rimase stupita dalla bellezza di quella trama, chiedendosi quanto talento nascondeva il cuore di Robert. Era un onore poter dirigere un film di tale spessore.
Così Robert era l'insegnante  Jodie Foster la moglie, Lana Parrilla la migliore amica della moglie. Josh Dallas il migliore amico del protagonista, Erica e Emma Tremblay le figlie e George Clooney il medico.
Si, un vero onore.
Riposò fino all'alba, svegliandosi con un biglietto appiccicato sulla fronte.
Se lo tolse, leggendone il contenuto.
Vestiti bene ragazza che la tua auto ti aspetta appena davanti l'hotel!
Niente regista niente film, questa è la regola e se non ti va bene scappi che non esiterò nel salite in camera tua e vestirti con le mie mani.
Baci,
Robert.
Si, un vero onore.

*ma da dove mi escono ste trame? Hollywood guarda che se ti servono dei film nuovi io ci sono per darti delle idee! Stavo pensando di scrivere un libro sulla trama del film, però prima finisco questa ff e poi ne riparliamo. Commentate e votate altrimenti vi crucio... *
Qua da Shinimal è tutto
Al prossimo capitolo.

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