CAPITOLO VENTOTTO

135 14 3
                                    

È da interi minuti che gli auto parlanti della scuola annunciano che tutte le classi quinte, sia del liceo classico che del liceo musicale, devono ritrovarsi in aula magna all'intervallo.
Deduco che si tratta di qualcosa di importante.
Decido di inviare un messaggio a Max.
"Hey, ci sarai in aula magna all'intervallo?"
"Ovvio, amore! Qui non fanno altro che parlarne! Chissà di cosa si tratta..."
"Non saprei...Forse, qualcosa che riguarda la maturità..."
"Sarà. Vuoi che lo scopriamo insieme? Ti aspetto alle macchinette, così andiamo insieme in aula magna"
"Va bene, a dopo. Ti amo"
"Anch'io ti amo"
Messaggiare con Max mi fa suscitare delle emozioni bellissime, soprattutto in questo momento che siamo diventata una coppia solida.
Come vorrei che il tempo passasse più veloce possibile per essere nelle braccia di Max.


Mi manca di già...


Quando la campanella annuncia che è arrivata l'ora dell'intervallo, mi sento sollevata. Corro subito fuori dalla classe, non perché mi interessa di quello che succederà in aula magna, ma perché voglio stare con Max.
Appena arrivata alle macchinette, incrocio il mio sguardo con il suo e mi sorride. Quel sorriso mi stringe lo stomaco e mi ferma il cuore ogni volta.
Mi saluta, baciandomi delicatamente sulle labbra e ci dirigiamo in aula magna.


Appena entriamo in aula magna, si sono radunati tutti compreso le rappresentati d'istituto. Una di queste la conosco: è un'amica stretta di Patrizia e vanno molto d'accordo. Per forza, sono due oche.
«Bene, benvenuti in questa improvvisa riunione di tutte le classi quinte. Vi chiedo scusa se vi ho torturato, ma è una cosa molto urgente...» cita la rappresentante "oca".

Dio, come se la tira...

«Il perché siamo qui? Perché dobbiamo raccontarvi qualcosa di scandaloso, ma così scandaloso che noi donne dobbiamo vergognarci...»

Oh mamma, che succede?

«Ecco qui: c'era una volta, una ragazza che aveva la nostra età e che nella vita sembrava una di noi. Come tutte le ragazze della nostra età, adorava molto la musica, studiava, coltivava i suoi sogni e amava la sua famiglia...»
Perché ho una sensazione che sta per succedere qualcosa di brutto? Spero solo che mi sto sbagliando.
«Questa ragazza aveva, anche, un'amica che la definiva "troia", ma in realtà era molto simpatica, intelligente e molto bella e infatti, questa sua amica, aveva aiutato a trovarle un ottimo fidanzato...» aggiunge.
C'è qualcosa che non va.Questa storia assomiglia tanto alla mia.
«Questo ragazzo aveva subito un incidente stradale e aveva riportato una grave ferita alla gamba. Purtroppo, questo povero ragazzo è stato trascurato dalla sua ragazza...» continua a raccontare.
Il pubblico fa una grande esclamazione, come se fosse delusa. Solo adesso mi rendo conto che stanno parlando di me e della mia storia con Marco.
«Lei se ne fregava di lui, anzi, l'ha persino tradito...»
Vorrei sparire ed essere molto lontano da qui.
«E chi è questa ragazza bugiarda e poco seria? Facciamo un applauso, anche se non lo merita, ad Assunta De Santis della quinta A del liceo Classico!»
La gente si volta verso di me e io cerco di coprire la faccia dalla vergogna. Nel frattempo, viene mostrata una foto di me e Max che ci baciamo alla partita di calcetto.
Inizio a piangere di brutto, mentre la gente mi fischia e mi insulta. Mi volto verso Max, aspettando che mi difenda, invece mi fissa con disapprovazione.
Ho l'impressione che stavolta l'ho combinata grossa e non so se verrò perdonata.


«Max, aspetta! Ti posso spiegare!» parlo, mentre cerco di raggiungerlo.
«Per favore, fermati!» grido, mentre tutti assistono alla scena.
Si volta verso di me con uno sguardo minaccioso.
«Quando pensavi di dirmelo, eh?» risponde incazzato nero.
Io non so dare risposta, anche, perchè è vero: gli ho nascosto la mia relazione con Marco, mentre stavo con lui.
«No, non rispondere. So già cosa mi dirai: eravamo in crisi, lui mi ha tradito e io ho fatto lo stesso per vendicarmi o semplicemente non era più lo stesso di prima!» sbraita fuori di sé.
In questo momento mi sento così piccola e indifesa. Me lo sono meritata.
«Veramente...» provo a giustificarmi, ma subito dopo mi zittisce.
«Non credevo che ti rivelavi così. Mi ero innamorato di una ragazza semplice e dolce e invece, era tutta una presa per il culo!» ribatte arrabbiatissimo.
Io piango sempre di più, perché tutto ciò che mi dice, conferma ciò che sono veramente.

Sono una bugiarda...

Perché non ho rotto con Marco prima che succedeva questo casino? Perché quel giorno che ci siamo incontrati al liceo musicale, non gli ho anticipato che ero fidanzata?
Mi sento una merda.
«Max...» cito, mentre tento di toccargli la mano.
«Non osare a toccarmi! Sta' lontana da me e addio per sempre!» ribatte gridando, per poi andarsene.
Io rimango lì ferma ad osservare che se ne va e sento che il mio mondo sta diventando tutto bianco e nero. Ho perso Max ed è tutta colpa mia.
Me lo merito, dopo tutte le cazzate che ho combinato.


Quando torno in classe, un gruppo delle mie compagne mi guardano e si mettono a ridere. Quanto vorrei andarmene per non sentire nessuno che ride su di me.
Ma come ho potuto pensare che lui poteva rimanere al mio fianco, dopo tutto quello che è successo?
Lui merita una ragazza che lo ama con tutta la verità di cui lui ne ha bisogno. Una ragazza che non deve inventare scuse assurde per evitare casini. Quella ragazza, purtroppo, non sono io.


Quando finalmente arrivo a casa, mi butto sul letto e scoppio a piangere.
Mi manca Max, ma non merito che lui sia qui ad asciugarmi le lacrime. Devo cercarmi di farmi forza da sola, devo trovare la soluzione a questo casino e soprattutto, devo imparare a fidarmi di me stessa.
Vorrei tanto ascoltarmi Rocco Hunt per sentirmi meglio, ma so già che poi mi sentirò peggio per via dei ricordi che abbiamo condiviso insieme, come il firmacopie a Milano.
Mi sento vuota, come se vivere non avesse più senso.

Chissà Max cosa ne pensa di tutto questo...

Mi considererà una poco di buono? Si starà già conoscendo con un'altra ragazza?
La gelosia mi divora solo al pensiero, ma poi penso che se tutto questo fosse vero, me lo merito.
Non posso subire questo silenzio. Ho bisogno della musica.
Opto per ascoltare della musica molto triste. Continuo a piangere e temo che, stavolta, non sopravviverò.


(MAX)

Come ha potuto fare tutto questo?
Mi ha sempre mentito e io le credevo. L'ho baciata tante volte con amore, credendo che fosse la cosa giusta da fare. Mi sono sbagliato.
Mi ritrovo qui a piangere. Non avevo mai pianto per una ragazza, ma stavolta si tratta di una faccenda molto seria.

Perché l'ha fatto?

Mi sembra di vivere un incubo, ma peccato che non lo sia. Si tratta della vita reale che vivo ogni secondo che passa. Mi manca così tanto e la amo, ma la odio allo stesso tempo.
Improvvisamente qualcuno bussa alla porta.
«Max, tutto bene?» chiede mia madre.
«Sì, mamma» ribatto, essendo cupo.
Lei entra nella mia stanza e mi guarda sconvolta.
«A me non sembra che va tutto bene... Stai piangendo» risponde.
Ha ragione. Che senso avrebbe dire che va tutto bene, mentre piango?
Si siede accanto a me e suppongo che proverà a consolarmi. Menomale che ho la mia famiglia.
«Allora, vuoi dirmi che è successo?» domanda.
Mi sento con il cuore in gola a pensiero di raccontare tutto quello che ho passato, ma sono convinto che sfogarmi con mia madre sia la cosa giusta da fare.
«Assunta... Mi ha mentito su ogni cosa. Io la amavo e lei mi prendeva in giro» racconto, mentre singhiozzo dal pianto.
«Max, mi dispiace tanto per quello che è successo. Eppure eravate così affiatati...» mi rincuora.
«Mi ha nascosto che era già fidanzata...»
«Ne sei sicuro?»
«Sì, purtroppo. Me l'ha detto lei...»
Mi sento sempre più sprofondare e non posso ancora credere che sia arrivata a così tanto.
«Come posso dimenticarla?» supplico, essendo disperato dal troppo dolore.
«Non puoi dimenticarla. Puoi solo farne a meno e tutto questo, ci penserà il tempo...» risponde, per poi abbracciarmi.
In effetti, è vero: solo il tempo può aiutare a guarire le mie ferite, anche quelle più p

Forte Come Una Tigre (#wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora