CAPITOLO OTTO

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È il giorno in cui la maggior parte degli adulti, specialmente bambini, sono tutti felicissimi.
Il giorno in cui devi fingere che la tua vita va tutto bene, cercando di fare bella figura con i parenti.
Il giorno in cui metti a dura prova il tuo stomaco per le tonnellate di cibo che devi digerire.
Il giorno in cui ti rendi conto di chi è presente e che te lo ricorderai per tutta la vita.
Oggi è Natale e sento che lo festeggerò malissimo.
Mio padre è già andato via prestissimo per andare al lavoro, ma ho un presentimento che farà qualcos’altro.
Spero solo che si tratta di un mio enorme sbaglio.
Se solo dovessi scoprire che ha un'amante e che sarebbe così crudele da preferire lei a noi, giuro che lo odierò fino alla morte.
Devo cercare di non farmi questi pensieri negativi, almeno per oggi.

Giro per casa e intravedo mia madre che sta cucinando con i cibi surgelati, ma almeno non sta bevendo superalcolici, fumando un intero pacchetto di sigarette o grattare qualche deludente "Gratta e Vinci".
Si comporta così bene solo quando c'è Luisa, la ragazza di Ale, arrivata a Torino da un paio di giorni.
Per Ale questi giorni saranno indimenticabili. Non si vedevano dall'estate e ora che sono insieme, sono così inseparabili.
Come li invidio!
Io, invece, non faccio altro che pensare a Max e a quella sera a Superga, specialmente a quel momento in cui stava per baciarmi.
Mi vengono i brividi solo al pensiero.

Al pranzo di Natale ci siamo io, mamma, Ale e Luisa e sembra che vada tutto bene.
A dire la verità, mancherebbe solo una persona a tavola e poi da "Sembra che vada tutto bene", potrebbe diventare "Va tutto bene".
«Come va Luisa?» chiede mia madre tutta compiaciuta.
«Alla grande, signora» le risponde con un bel sorriso disinvolto.
Mamma ha sempre adorato Luisa perché la ritiene una ragazza perfetta: frequenta la facoltà di medicina all’università di Napoli, fa volontariato nella Croce Rossa disalberano e ha eseguito qualche tirocinio nell'ospedale di Cava De Tirreni e quando capita, lavora come cameriera in un ristorante di suo zio.
Insomma io, in confronto a lei, sono una totale nullità che non faccio niente dalla mattina alla sera.
«Voi cosa mi dite di bello?» domanda Luisa.
«Beh, quest'anno mi sto impegnando. Sai, ho la maturità quest'anno... » rispondo, essendo leggermente imbarazzata.
«Non preoccuparti Assunta, sarà una passeggiata» risponde a sua volta.
Per lei che è sempre stata una secchiona, è stato facile ma io che con lo studio faccio pietà, direi proprio no.
Mi piace osservare attentamente come Ale guarda Luisa.
È davvero molto innamorato e posso anche crederci: è simpatica, intelligente e non sta ferma neanche un secondo.
Riusciamo a essere tutti felici durante il pranzo e ammetto che mi sto sforzando a sorridere, ma devo farlo perché è festa.

Dopopranzo, ognuno si riposa a modo suo: mia madre guarda la TV, i due innamorati vanno in camera di Ale ed io mi rifugio in camera mia.
Prendo in mano il cellulare e noto che tutti mi hanno fattogli auguri, tranne Marco.
Da quando abbiamo discusso quella volta al parco, è molto cambiato: pochi messaggi, non viene più a salutarmi al mattino prima delle lezioni e non sembra più tanto preoccupato quanto prima.
Agito la testa per non pensare a questa cosa triste e riesco a notare la cosa più bella: Max mi ha scritto.
"Buon Natale tesoro♥"
Mi sento mancare l'aria.
"Buon Natale anche a te, Max♥"
"Ci vediamo in questi giorni? Ti prego, mi manchi troppo. Lo so che ci siamo visti pochi giorni fa, ma non è mai abbastanza per me!"
Credo che sto per avere un arresto cardiaco dalla troppa felicità.
Ha scritto che gli manco o sbaglio? No, non mi sbaglio.
"Certo che ci vediamo..."

"Che ne dici di lunedì? Vieni a casa mia."
Mi sta invitando a casa sua? È incredibile, ma vero!
"Certamente, dove vivi?"
"A Grugliasco"
"Perfetto, allora mi organizzo con i mezzi e ti faccio sapere."
"Scordatelo, vengo io a prenderti."
"No dai... Magari non ti ricordi dove vivo..."
"Io sono un gentiluomo: non permetto a nessuna donna di fare sacrifici per me e poi ricordo molto bene dove vivi."
Chissà come mai non avevo mai conosciuto un ragazzo così dolce come Max prima d'ora.
"D'accordo Max, a che ora vieni a prendermi?"
"Che ne dici delle 9? Poi rimani a pranzo da me"
"Ma non creo fastidio ai tuoi genitori?"
"I miei genitori partono domenica sera per Napoli, quindi non farti problemi e anche se c'erano loro, non saresti stata un disturbo"
Quelle parole mi rincuorano e mi fanno rendere conto che, a volte, esagero a dire certe cazzate.
"Non vedo l'ora di lunedì... ♥" aggiunge Max.
Mi sto sciogliendo.
"Anch’io non vedo l'ora ♥"
Mancano soltanto tre giorni e ho già l'ansia addosso ma allo stesso tempo.
Mi sento la ragazza più felice di questo universo.
Sento ancora ancora una vibrazione ed è un nuovo messaggio di WhatsApp.
Stavolta non è Max, come mi sarei aspettata.
È Marco.
"Buon Natale Assunta."
Stranamente non mi fa molto effetto ricevere un suo messaggio. È quasi come se fosse un estraneo.
"Anche a te."
"Ti devo dire una cosa..."
"Cosa?"


"Lunedì sera sei invitata a cena dai miei zii"
Che cosa? Lui vuole farmi conoscere i suoi zii?
Non lo avrei mai detto, visto che fino a pochi mesi fa, ero io ad insistere a volerli conoscere e Marco me l'ha sempre negato per gli stereotipi nei confronti della gente del Sud Italia.
Solo due ipotesi mi vengono in mente: o hanno cambiato idea gli zii oppure Marco si sta davvero rendendo conto di quello che era diventato negli ultimi tempi.
"Oh miracolo!" rispondo, fingendo di essere contenta.
"Beh, non sei contenta?"
"Diciamo che non me la aspettavo..."
"Tutto qui?"
Sto iniziando a provare voltastomaco a chattare con Marco.
"Vieni tu qui a Borgaro? Io ho problemi con la macchina."
"Va bene, in quale via abiti?"
"In via Cardona zona A. Sono 100 metri dalla stazione a piedi."
Da qui noto già la differenza tra Marco, che se ne sbatte di come arrivo a Borgaro Torinese, e tra Max, che fa di tutto per non farmi tirare fuori un euro per un mezzo di trasporto.
"Ok, 18:30 a casa mia. Ciao! " aggiunge Marco e finisce così questa "emozionante" conversazione.
Devo dire che è la prima volta che non ci rimango tanto male per queste conversazioni senza sentimento, soprattutto mi rendo conto di essere più felice di andare a casa di Max piuttosto che andare a conoscere gli zii di Marco.
Devo cercare di gestire questi due appuntamenti per bene: Al mattino sarò a casa di Max e quindi, dovrò andarmene via prima ma non posso dirgli che vado da Marco, altrimenti soffocherebbe i suoi sentimenti per me e non voglio che accada. Gli dirò che devo andare a cena da un'amica che vive a Borgaro e che dunque devo essere a casa mia qualche ora prima e poi prenderò il treno, così Marcon on saprà niente.
Apro la galleria del mio cellulare e mi soffermo sulla foto di Max con Rocco Hunt, mentre le mie orecchie sono invase dalla canzone "Se Mi Chiami".
Con tutte quelle parole dolci contenute in quella canzone, inizio a pensare a delle bellissime cose: quando ci siamo scontrati, quando mi ha fatto riavere il mio iPod, quando mi ha detto di essere un fan di Rocco Hunt, quando eravamo a Superga e specialmente quando ha provato a baciarmi.
Mi copro la faccia con il cuscino mentre sto morendo di felicità.
La canzone sta per finire ed io chiudo gli occhi, immaginando che Max mi osserva mentre mi addormento.

Poco dopo mi sveglio scossa dallo spavento.
Sento delle urla che provengono dalla sala e cerco di capire cosa sta succedendo senza farmi scoprire.
Intravedo mio padre e Ale che stanno litigando.
«Ti rendi conto che non hai nemmeno passato il Natale con noi?» grida Ale fuori di sé.
«Prima il lavoro, poi tutto il resto!» ribatte mio padre convinto.
Mi si spezza il cuore vederli discutere, specialmente nel giorno di Natale e quindi decido di tornare nella mia stanza.
Afferro il cellulare e vedo che mi è arrivato un nuovo messaggio su Whatsapp.
È Max.
Mi sento con il cuore in gola.
"Che fai?♥"
"Niente di che, te?"
"Ti sto pensando...♥"
Max mi sta pensando? Ho letto bene?
"Che dolce che sei, Max..."
"Davvero, non faccio altro che pensare a quella sera a Superga..."
“Mi fa piacere♥"
Se prima ero triste, ora sono troppo felice.
"Assunta?"
"Dimmi"
"Ti ricordi quella sera quando ti ho detto di ascoltare "Se mi chiami"?"
"Sì"
"Ecco, ora la dedico a te."
Max mi ha appena dedicato una canzone e, non una qualunque, ma di Rocco Hunt.
Mi scendono due lacrime dalla gioia che non avevo mai provato.
"Max, non so come ringraziarti..."
"C'è solo un modo..."

"Quale?"
"Voglio solo sapere se hai sorriso..."
"Sì e ho pure pianto di gioia..."
"Bene. Volevo saperlo perché il tuo sorriso è la cosa più bella che abbia mai visto e sapere che è successo, mi rende felicissimo..."
Max si è innamorato del mio sorriso ed è così emozionante.
"Ora devo scappare, sono arrivati ospiti in casa. Mi mancherai, ma solo al pensiero che fra tre giorni ti rivedrò, mi fa sentire già meglio. Ciao piccolina♥"
"Ciao Max♥"
Max è andato via e sento già un grande vuoto dentro di me, ma che si riempirà molto presto.
Non vedo l’ora di lunedì.

Forte Come Una Tigre (#wattys2016) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora